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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
14 Luglio 2008
BORBEROCK

L'11 luglio inizia uno dei festival più attesi dell'estate. Le recensioni delle serate sono arrivate in diretta, minuto dopo minuto, tra le urla sotto il palco e le note che si sono svolte per il piccolo borgo che ospita il Borberock.

11 luglio

Arrivo presto. Prestissimo. Arrivo talmente presto che i ragazzi stanno ancora montando tavoli e gazebi per la serata, e i fonici trasportano casse e amplificatori su e giù per il palco. Arrivo talmente presto che mi sento in dovere di dare loro una mano, prima ancora di iniziare a montare la tenda nel posto più all'ombra che io riesca a trovare. Arrivo talmente presto che il caldo toglie il respiro, e quel poco che resta viene sprecato per inveire contro le zanzare che molestano ogni essere vivente che respiri e si aggiri da queste parti. Guardo il sole, e spero tramonti in fretta. Ma temo sarà una speranza vana, almeno per un po'.

Ore 18.42
Il caldo imperversa, e i gruppi iniziano a salire sul palco per fare i suoni. Detesto quando fanno i suoni di batteria. "Mi faresti un tempo qualsiasi?". Godo di una brezza di aria che porta sollievo in quest'oasi d'ombra.

Ore 19.26
Sentire i The Fire in continuazione, in sottofondo, tra un soundcheck e l'altro, è snervante. Assai.

Ore 19.49
Finalmente si intravede all'orizzonte il cibo... odore di carne entra nelle narici degli impavidi musicisti che hanno appena finito il soundcheck
e di noi poveri genovatuners che vi stiamo raccontando la serata in diretta direttamente dal Borberock!! [dal campo di battaglia, Marco "Gufo" Ardovino]

Ore 20.30
Il cd dei The Fire è stato lasciato in ascolto in loro omaggio, essendo stati presenti lo scorso anno. [MartaEmily, from Borberock Staff]

Ore 21.05
Iniziano a sprigionarsi le note dei Lack of Resort. Paso inizia a storcere la bocca, ma quello che fuoriesce dalle casse sono riff potenti di sonorità metal più che pure. Il gruppo per ora è statico sul palco, mentre un po' più di presenza scenica non guasterebbe.

Ore 21.14
Paso mi fa notare che le due chitarre sono un qualcosa di estremamente scenico. E la batteria continua a scandire martellante il tempo coadiuvata da una voce forse un po' troppo screaming. La gente è ancora poca tutto intorno, ma la serata è appena iniziata.

Ore 21.53
Iniziano a suonare gli Zero Reset, leggermente in ritardo per colpa di un amplificatore che ha fatto le bizze. Il loro crossover inizia immediatamente a convincere i presenti. Grinta vocale, riff cadenzati e le teste già iniziano a muoversi. Crescendo di batteria.

Ore 21.58
Bello l'utilizzo dell'idioma italico nel loro crossover, ed il testo impegnato sicuramente è un punto a loro favore. Trascinanti le musiche, e l'utilizzo della tastiera è sicuramente da apprezzare. Se non ci fossero stormi di moscerini che volteggiano tutti intorno alle lampade che ci circondano, l'atmosfera sarebbe praticamente perfetta.

Ore 22.28
Restiamo in attesa del terzo gruppo, che sembra essere prossimo. La gente intorno sembra iniziare a lamentarsi che non ci sia un foglio per lasciare commenti, e ci organizzeremo per soddisfare tutti. Ma proprio tutti. A me una birra. "Qualcuno ha un cavo midi?". L'attesa tra un gruppo e l'altro è rallegrata dai The Fire. E da gruppi di amici che vanno e vengono.

Ore 22.32
è il turno degli Hell Dorado da Torino, con un punk leggero e veloce con piccole punte rock qua e là. Gli sguardi attorno sembrano concordare con l'impressione di leggerezza sonora, nonostante qualche problema di acustica che pervade lo spazio notturno. I moscerini cominciano a diventare sempre più invadenti: di questo passo ci chiederanno di comprare un folletto entro dieci minuti.

Ore 22.43
Il punk che fuoriesce dalle casse non è sicuramente tra i più originali, ma il gruppo dimostra di saper stare dignitosamente sul palco. Il delirio inizia a farla da padrone e l'arrivo del cantante dei 2 novembre di sicuro aiuta...

Ore 23.16
"Buonasera, Borberock!". I Passover prendono possesso dell'area e iniziano a suonare. La gente si affretta a raggiungere il palco per sentire tutti quei suoni decadenti e possenti che fuoriescono da chitarra e basso, prima che il ritmo inizi ad incalzare l'atmosfera. La voce è forse un po' troppo disarmonica ma lo stile lo richiede.

Ore 23.47
Le canzoni proseguono, con le tenebre che oramai avvolgono nel loro abbraccio tutte le anime dei presenti, cullate dall'oscurità e dalle lucciole che ogni tanto si intravedono tra una nota e l'altra. "Grazie mille, e buon concerto a tutti!". Un raggio violento taglia il buio e porta luce anche dove la musica soffusa oramai regna sovrana. Okay, sono ancora i The Fire che spaccano le balle a tutti i presenti [tranne UNA]. Perdonatemi. A me un'altra birra.

Ore 00.12
Aggressività allo stato brado. I Nerve salgono in cattedra e cercano di insegnare la loro cattiva novella, pregna di voci distorte e virtuosismi elettrici granitici fino all'isteria. "Fa caldo, ci sono le zanzare, ma c'è sempre il tempo per un po' di sano metallo". Il gruppo si prende decisamente sul serio, e satura il palco con il rosso delle loro camicie.

Ore 00.42
Marcofuori ha preso il posto dei The Fire. Gaudeamus igitur.

Ore 00.53
I Deformachine concludono la serata con il loro carico di metal duro e grezzo. "Fatevi sentire!". La serata è stata piacevolmente dura, anche se a tratti forse un attimo ripetitiva nell'incedere incalzante e cromato. La gente è sempre meno, ma il primo giorno sta oramai volgendo al termine.

Ore 01.11
Basta... Però. "Io e questi ragazzi percorreremo strade diverse nella nostra vita, ma avremo per sempre una costante: LA BIRRA!!!"

Ore 01.50
è finita. Alleluja.

12 luglio

Prima notte in tenda, e sveglia con rumori di cerniere che si aprono e chiudono. Senza sosta. Cerniere che si aprono. Zip. Cerniere che si chiudono. Zap. E tutti provenienti dalla medesima tenda. Senza sosta. E non avete idea di quanto avrei voluto dormire qualche ora in più, dopo un fine serata passato ad ascoltare Shuxtere che suonava qualunque melodia con lo stylophone di Genovatune. Alle tre, le luci si sono finalmente spente e c'è stato giusto il tempo di un'ultima birra. Stamattina, quindi, sveglia con cerniere. Senza sosta. Zip e zap. Maledizione. E poi tutti a fare colazione al bar in paese, e poi a sguazzare nel fiume poco distante. Pranzo autonomo con pasta e pizzette, e poi di nuovo nel fiume. Di nuovo a sguazzare. Cercando di dimenticare quella cerniera. Zip. Senza sosta.

Ore 16.32
Inizia il soundcheck degli Stiliti, che suoneranno a fine serata. Si preannuncia ska allegro e schitarroso. Speriamo bene.

Ore 17.12
L'onore di iniziare la giornata di musica tocca ai Dirty Wings, formazione di ragazze con un urlatore alla voce. C'è ancora troppo caldo e luce forse perchè la gente si accalchi, ed in effetti siamo ancora in pochi. Rettifica: il cantante era una guest: la formazione è quindi tutta al femminile, con un rock grintoso e aggressivo. Forse sono un po' troppo statiche sul palco, ma sembrano giovani e quindi se le premesse sono queste, riusciranno tranquillamente a fare il loro dovere.

Ore 17.29
Parte la cover di sweet dreams, e le mani iniziano ad applaudire. Bella la voce roca che trasmette una grinta trascinante, con una batteria un po' legnosa ma potente. Le distorsioni stordiscono un poco, ma si lasciano apprezzare.

Ore 18.03
L'esperienza è il punto forte dei The Masked Marvels, che dall'alto della loro non più immediata età regalano un rock orecchiabile e con punte leggermente anni '50 ai presenti, che iniziano finalmente ad aumentare. Basso chitarra e batteria, la semplicità fatta gruppo, come a dimostrare che per realizzare melodie pulite ed orecchiabili non servono mille artefatti ma solo un po' di sana voglia di far ballare. Bianchi, nel loro incedere sotto un sole che oramai non infastidisce più e ha perso il suo calore pomeridiano. Splendida la chitarra rettangolare. E quel kazoo... ottimo, veramente.

Ore 18.41
Cerniere. Zip e zap. Senza sosta.

Ore 18.56
Dopo circa un anno e mezzo, i Fase Cronica tornano finalmente a colmare il loro spazio live, e lo fanno proprio qui al Borberock. La loro musica strumentale che rasenta picchi di pesante psichedelia è sempre un piacere da ascoltare, soprattutto in formazione completa con batteria che sorregge le peregrinazioni tonali di un basso gommoso e capiente che arrotonda le sfumature colorate di una chitarra in piena libertà stilistica. Sognanti. Forse un attimo penalizzati dalla luce del sole, che è ancora presente anche se in fase oramai calante. E cronica, in fondo.

Ore 19.49
Pausa cena per tutti. Meno male che almeno oggi non ci sono i The Fire in sottofondo: c'è soltanto Mr. Pink che continua a suonare lo stylophone, cercando di seguire il ritmo anni '80 che fuoriesce dalle casse in sottofondo. Con discreto successo, se dobbiamo essere sinceri. Anche se non è decisamente niente, in confronto a Shuxtere. Inarrivabile.

Ore 21.27
I Deep Throat azzannano alla gola con il loro hardcore tiratissimo e freddo ai limiti del respiro. Canzoni incalzanti che si susseguono senza pausa e non lasciano nemmeno il tempo di ragionare su quello che le orecchie riescono a percepire.

Ore 21.37
è sempre un piacere rivedere Alef. Soprattutto se arriva confessando di essere venuto per sentire i Fase Cronica, che oramai hanno finito da due ore.

Ore 22.02
Sono Sintomi di Gioia. Sono sensazioni di rilassamento roccioso in dimensioni musicali elettriche rese classiche da sintomi di quintessenza. Affascinante il violoncello sintetico che si incastra in sonorità rese italiane da un cantato lineare e pulito. Moscerini tutto intorno, che attaccano a flotte ordinate e coordinate. Ottimo il ritmo scandito da basso e batteria, perfettamente sincronizzate.

Ore 22.50
Iniziano i 2Novembre, ed è impossibile non restare trascinati dal loro sound pietroso e accattivante, distorto e incalzante. Terzetto oramai collaudato e fresco di stampa del loro nuovo lavoro "Bellorio", riescono a coinvolgere tutti i presenti senza alcuna difficoltà. Applausi spontanei tra una canzone e l'altra, canzoni che si susseguono veloci e pronte, canzoni che sono sicure come se fossero aria che i musicisti respirano giorno dopo giorno, da anni.

Ore 23.13
è veramente un peccato che il ritardo dei gruppi sia stato recuperato facendo suonare i 2Novembre soltanto 20 minuti, rispetto ai gruppi precedenti. E che i vigili abbiano imposto la fine della serata con un'ora di anticipo, facendo anche saltare l'esibizione dei Mad.

Ore 23.29
Il difficile testimone è toccato agli Easy Skunkers, e al loro reggae. Classico. Niente da eccepire. Punto.

Ore 00.13
"Allora Borberock ci siamo o no? Bravi, così si fa." E gli Stiliti salirono sul palco. E portarono ai presenti il loro ska/punk allegro e scanzonato, in italiano, da Torino. Non è una novità che io preferisca i gruppi che utilizzino l'idioma dantesco, ma non vedo perchè nasconderlo. Allegri e bravi. Quel tanto che basta per far dimenticare l'ora perduta. L'ora mancata. L'ora mai dimenticata.

Ore 01.11
Fine delle danze, per il secondo giorno.

13 luglio

Notte con tuoni e lampi. Notte di pioggia. Notte di riposo breve, ma assoluto, visto che mi sveglio alle otto di mattina e scopro che tre tendoni sono stati devastati dal vento, e addirittura la recinzione di ferro risulta abbattuta sul terreno. Devastazione. Sono momenti di paura, paura che anche il generatore che fornisce corrente a tutto possa essere "saltato" per il fulmine, ma per fortuna è soltanto un'opitesi che viene smentita a breve. Respiri di sollievo.
è oramai rito la prima colazione al bar del paese, e anche un veloce tuffo nel fiume lì vicino per rinfrescarsi il cervello ed il corpo. Viene quindi pulito il prato dalla marea di residui della sera prima, sotto un sole che più si alza più diventa implacabile e accecante. Pasta a pranzo, e poi di nuovo tutti al fiume. Mi appresto a smontare la tenda, visto che stasera non prevedo di fermarmi ma di andare via per le sei di sera circa.

- Ciao signore.
- Ciao.
- Che cosa stai facendo?
- Sto smontando la mia tenda.
- E che cos'è?
- Una specie di camera portatile, per dormirci dentro quando vai sui prati.
- Perchè?
- Perchè tutti abbiamo bisogno di dormire, quando andiamo sui prati.
- Perchè vai a dormire sui prati?
- Perchè così posso sentire i ragazzi che suonano, come quelli lì.
- Io nella mia cameretta ho un letto.
- Nelle tende invece non ci sono letti, perchè sono troppo grossi, e ci sono solo dei sacchi a pelo, che servono comunque per dormire.
- Il mio letto è più grande.
- Il tuo letto non ci starebbe, nella tenda...
- E quella cos'è?
- Quella è una formica. Alle formiche piace arrampicarsi sulle tende.
- Nella mia camera non ci sono formiche.
- Beh, me lo auguro per te... Ferma! Non entrare dentro la tenda!
- Perchè?
- Perchè dentro ci sono formiche più grandi.
- Come quella? Quella lì è più grande.
- No, ancora più grandi. Quella lì è solo la madre di quella di prima.
- E perchè entrano?
- Perchè dentro è più riparato.
- E vanno anche nelle camere?
- No, FINORA no.

Dico "prevedo" perchè, in effetti, alla fine rimango abbastanza per sentire i gruppi presenti, ma con un torpore mentale che mi impedisce di accendere il computer e di consegnare alla storia un resoconto che sia qualcosa di più di quello che sto scrivendo adesso, dopo l'ennesima notte passata quasi in bianco. Unico rimpianto, a parte il non essere riuscito a restare fino alla fine, è per i Gandhìs Gunn che purtroppo non sono riusciti a suonare per problemi di salute all'interno del gruppo. Disdetta e tristezza.
E così, anche quest'anno il Borberock giunge quindi al termine. Un vagone di complimenti a tutti i ragazzi che hanno organizzato questa nona edizione del festival, con la promessa di grandi sorprese per l'anno prossimo in occasione del decimo anniversario. Aspetteremo con ansia, e ci ripresenteremo puntuali con le tende al seguito. Un vagone di complimenti ai fonici, ai ragazzi che hanno preparato da mangiare, ai ragazzi che hanno dissetato i presenti. Un vagone di complimenti al punto di accoglienza per i gruppi, e un saluto a tutti i "banchettari". Ci rivedremo l'anno prossimo, e festeggeremo insieme.

Fine.

[Commento lasciato da Chiara Daino il 18 Luglio 2008, 13.18]
Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi.
[Pablo Picasso]

A chi continua a chiedere *perché?*.
Strette di mano - come formiche - rosse




[Commento lasciato da Pazuzu il 19 Luglio 2008, 12.54]
E' stata una parentesi quasi surreale, nel contesto. Imprevista, improvvisa, totalmente espressiva. Chissà le formiche, cosa hanno pensato di me.

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