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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
8 Luglio 2008
ONE FOR ROAD

Okay, questa volta cerca di essere meno criptico e più lineare.

Suoni grezzi. Musicisti sufficienti.

Non COSI' lineare.

Cammino lentamente per quella strada deserta. Tutto, intorno a me, sembra essere circondato da piante selvatiche che crescono abbondanti, come se nessuno le stesse curando. Piante disordinate, tutte abbarbicate l'una sull'altra, in modo quasi scorretto e discontinuo. Piante che impediscono di scorgere i margini della strada, quella strada rozza e terrosa che già in tanti hanno percorso prima, ma con risultati sicuramente migliori. Piante annerite dal fumo di tutti quelli che sono passati in precedenza.
Cammino lentamente per quella strada sporca. Porgo orecchio a tutti i suoni che la natura attorno a me sembra mandarmi, e non riesco a trovarvi tracce di quello che sto cercando. Sento come melodie provenienti da tempi antichi arrivare piano, ma subito vengono distrutte ed allontanate da qualcosa di non definito, subito vengono distratte da percezioni laterali che deviano l'attenzione e privano della gioia di ascoltare i semplici suoni della natura. Suoni che nella loro classicità dovrebbero e potrebbero essere percepiti meglio, nell'insieme di tutte quelle piante che sussurrano al vento, al cielo, alle nuvole che scorrono lontano. Suoni che nella loro classicità vengono sopraffatti da distorsioni che disturbano come se fossero fuori luogo, al punto da disperdere quasi il senso della melodia.
Cammino lentamente per quella strada antica. E' un percorso semplice ma difficile da affrontare. Vi sono mille pietre che affiorano dal suolo, a cui prestare occhio per non perdere il controllo e finire fuori dagli argini. Vi sono cento ostacoli che rischiano ad ogni passo di mandarci oltre quel limite che è sempre difficile da raggiungere, e facile da infrangere. La luna ci sorveglia alta dalla sicurezza di quel firmamento lontano, e la notte appare leggermente meno buia, ma la consolazione è oramai poca. Alzo la mia coppa al cielo notturno, e la getto alle mie spalle: il tempo dei brindisi è oramai finito, e la strada davanti a me continua. Spavalda e sicura, continua. Tronfia e scura, continua. Non riesco a vederne la fine, ma so che ho intenzione di continuare a percorrerla, per vedere come prosegue, per sapere dove mi condurrà. E' una strada dissestata, lo so, lo intravedo. Ma è un percorso che intendo affrontare, anche se fossi l'unico. Anche se fossi da solo.

Non s'è capito un cazzo, come al solito.

La strada da percorrere è ancora tanta...

[Commento lasciato da Chiara Daino il 8 Luglio 2008, 12.07]
IO ha capito! TU è detto/dato in dono - per CHI? SA LEGGERE. e la linea chiara si nasconde: solo alle pupille piene di *SEMPLICE SABBIA*!

QUESTA è LA MIA LINGUA! QUESTA è: LA NOSTRA PAROLA!
"VENITE PURE AVANTI VOI CON... IL *FIATO CORTO*!"

[Commento lasciato da Pazuzu il 8 Luglio 2008, 12.15]
Che sia Cirano o Quixote, le pal[l]e da rompere non saranno poche. Il mulini girano, ma non solo loro. E chi ha detto poi che un laureato conta più di un cantante?

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