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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
11 Gennaio 2009
RISPETTO

Rispetto: "sentimento di riguardo e di attenzione nei confronti degli altri, che trattiene dall'offendere, dal trattare bruscamente o in modo inadeguato". Iniziamo da questo. O dalla mancanza di questo, per la precisione: il rispetto non dovrebbe mai venire meno in determinate situazioni, soprattutto nell'ambiente musicale. Non dovrebbe mancare mai, secondo la mia personale opinione, ma ora non intendo perdermi in disquisizioni di puro carattere sociale. Procediamo quindi con ordine.

La locandina è chiara: "sabato 10 gennaio, dalle 22.30, ingresso con tessera ARCI". C'è poco spazio per dubbi o fraintendimenti. Arriviamo davanti al locale alle 22.40, un orario più che onesto, e ci troviamo davanti ad una porta ancora chiusa. C'è già qualche anima che aspetta lì fuori, al freddo, davanti a quella porta chiusa. Scopriamo che alcuni stanno aspettando dalle 22. E' inutile bussare, solo il silenzio ed il fischio del vento rispondono a quei colpi che risuonano vani e privi di eco nel gelo della sera. E' anche inutile provare a chiamare qualcuno del gruppo che avrebbe dovuto suonare quella sera, amici da tempo, così come è inutile tentare di contattare la persona che cura la promozione del gruppo in questione. I cellulari squillano, ma la risposta non è differente da quella del vento che continua a soffiare, senza sosta: silenzio, tutto intorno a noi.
Non ha senso restare ad aspettare davanti ad una porta chiusa, e decidiamo di andare a riscaldarci in un locale lì vicino. Passano i minuti, inesorabili e implacabili. Passano le mezz'ore. A mezzanotte circa, entrano nel locale altri ragazzi, che si siedono nel tavolo vicino al nostro. Scopriamo con stupore che il locale è ancora chiuso. A poco servono parole del tipo "ma in fondo lo sappiamo, lì funziona così". A poco servono giustificazioni quando i fatti parlano già chiari da soli, senza bisogno di ulteriori aggiunte. Il rispetto è venuto a mancare.
Personalmente non mi importa se il gruppo che avrebbe dovuto suonare è composto da amici con i quali magari la sera prima bevevo e scherzavo in qualche pub, davanti ad una birra. Sabato 10 gennaio sono venuto per ascoltare loro come musicisti, come artisti, come professionisti, e come tali mi aspetto che si comportino. Se mi comunichi "cerca di arrivare puntuale" e alleghi la locandina con tutte le indicazioni, io mi aspetto quantomeno di trovare il locale aperto, per tale ora. Non starò poi a criticare se inizi a suonare un'ora dopo, se ti fai attendere per far arrivare più gente o per creare suspance, ma almeno non mi hai lasciato in condizioni di doverti aspettare nel freddo della notte. Non quando hai comunicato un orario ben preciso e hai richiesto puntualità. E non puoi nemmeno nasconderti dietro un dito adducendo la scusa "ma è colpa del locale", perchè nemmeno tu [gruppo] eri presente sul posto all'ora in cui avresti dovuto esserci. Hai finito di fare i suoni alle 21.30? Mi sta bene. Devi ancora mangiare? Mi sta bene. Arrivi davanti al locale [ancora chiuso] dopo le 23.30? Non mi sta più bene.

E siamo quindi arrivati al problema di fondo. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma è sempre lei. La professionalità: "capacità, competenza e serietà nell’esercitare una professione". Non importa quanti concerti un gruppo faccia, in giro per l'Italia. Non importa quante gente vada ai suoi concerti. Quando un gruppo di Genova suona a Genova, è quasi come se stesse suonando nella propria saletta, con tutti gli amici intorno che cantano le canzoni perchè oramai le conoscono a memoria, e battono le mani a tempo... ma questa situazione non autorizza un gruppo a venire meno al rispetto per il proprio pubblico, a maggior ragione se quel pubblico viene a sentirti per amicizia prima ancora che per il lato artistico. E' come se io invitassi a cena un'amica a casa mia per le 20, e poi mi presentassi davanti al portone due ore dopo. C'è qualcosa che non quadra, c'è qualcosa di disastrosamente sbagliato in tutto questo. Poi, ahimè, a Genova siamo tutti amici e perciò felici, e si passa sopra a tante cose. Si sorvola su tanti, troppi errori, quando invece se non lo si facesse forse si raggiungerebbero obiettivi migliori e la gente si lamenterebbe molto meno. Ma finchè mancherà il rispetto, finchè si peccherà in professionalità, ho paura che i risultati tarderanno ad arrivare.

In tutto questo scenario, la presa in giro finale. Per entrare nel locale, oltre alla tessera ARCI c'erano da pagare altri 5 euro per il concerto. Come a dire: "ti sto prendendo per il culo, e intendo farlo fino alla morte". Buon per te. E' a questo che aspiri? Buon per te.

Legenda.
Locale: Milk Club.
Gruppo: 2Novembre.

[Commento lasciato da Fulbio il 13 Gennaio 2009, 12.11]
...non avevo mai letto tanta amarezza - non di questo tipo, almeno - nei tuoi scritti.

Quando ci si vede un po'? La prima birra dell'anno dobbiamo ancora berla :-P

[Commento lasciato da Pazuzu il 13 Gennaio 2009, 12.13]
Se fai una critica troppo allegra, poi passi per clown... ^_^

[Commento lasciato da Fulbio il 13 Gennaio 2009, 14.44]
Ah, Ok... Questo spiega molte cose, in verita' :-)

...Non ho capito bene il giorno per la birra, puoi ripetere? ^_^

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