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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
19 Febbraio 2008
ALBERO

Siete di fronte ad un albero. Lo ammirate in tutta la sua imponenza, in tutto il suo splendore, in tutta la sua maestosità. E' davanti a voi, e si erge sicuro e possente dall'alto della sua vita in quel posto, saldamente piantato al terreno. E' davanti a voi, e vi guarda quasi con occhio di sfida, come a voler provocare in voi una reazione, una qualsiasi reazione. E' davanti a voi, ma nella sua immobilità vi sembra che si muova più di quanto non stiate facendo voi stessi. Vi sembra che vi stia prendendo in giro. E allora, fatelo.
Staccate una foglia per ogni pensiero che non avete osato portare a termine. Prendete quella foglia, carica di tutte le vostre insicurezze, e mettetevela in tasca, come a ricordare a voi stessi che tutte le decisioni che non prendete sono più pesanti ed indisponenti di tutte quelle che siete stati in grado di realizzare. Prendete quella foglia e fissatela nella vostra mente, analizzatene millimetricamente la forma e le venature, il colore e le ombre su di essa. Prendete quella foglia e adottatela come se fosse un figlio illegittimo e rinnegato dai propri genitori. Potrebbe essere la prima foglia, così come potrebbe essere l'ultima.
Staccate una foglia per ogni sorriso che avete regalato gratuitamente. Prendete quella foglia e avvicinatela al cuore, perchè l'elenco di tutti quei sorrisi è probabilmente un motivo di gioia per la persona che l'ha ricevuto, ed a voi non è costato nulla farlo. Non è costato nulla darlo. Prendete quella foglia, e datele un nome. Datele il nome che ha avuto il vostro primo amico, e la vostra prima delusione. Prendete quella foglia, e sorridete anche a lei come se fosse una persona viva perchè, e non importa se ci crediate o meno, anche per sorridere serve allenamento. Un lungo, faticoso, e costante allenamento.
Staccate una foglia per ogni persona a cui avete mancato di rispetto. Prendete quella foglia e datele fuoco, nonostante il vento continui a soffiare. Datele fuoco, come a dimostrare che il rispetto può disintegrarsi da un momento all'altro, ma voi adesso ne possedete la forza, la volontà, la fiamma. Prendete la cenere di quella foglia e fatene un mucchio su di un foglio di carta, poi piegatelo e riponetelo in una busta chiusa. Prendete la cenere di quella foglia e speditela alle persone a cui avete mancato di rispetto, perchè magari non se ne sono accorte, o magari stanno soffrendo per esso. Quello che riceveranno sarà solamente la cenere di tutto quello che avreste dovuto offrire loro, ma oramai è troppo tardi. Il rispetto, una volta perduto, non si può ricostruire. E mancare di rispetto è come incendiare una foglia, è come rinunciare alla stima di noi stessi.
Staccate una foglia per ogni amico che avete. Prendete quella foglia e guardatela, con la stessa intensità che possedete nel guardare gli occhi dei vostri amici. La foglia guarderà voi, e solo allora verrete a conoscenza di cosa unisca voi e quel vostro amico. Solo allora comprenderete il valore dello sguardo di una foglia, e l'intensità dell'abbraccio di una persona che vi vuole bene, e che vi rispetta per quello che siete.
Staccate una foglia per ogni volta che avete mentito. A voi stessi o a qualcun altro. Prendete quella foglia e mangiatela, assaporandone l'amaro gusto della verità, l'acre gusto della vita, l'insipido gusto della menzogna. Prendete quella foglia e ingoiatela, come si fa con certe medicine che sono tanto cattive quanto efficaci. E voi volete guarire, assolutamente, da quel male che non siete altro che voi stessi.
Staccate una foglia per ogni volta che vi siete ubriacati, staccate una foglia per ogni volta che vi siete innamorati. Staccate una foglia per ogni desiderio che non siete riusciti a realizzare, staccate una foglia per ogni desiderio realizzato. Staccate una foglia per tutte le volte che avete ammirato il tramonto, staccate una foglia per ogni giorno in cui vi siete addormentati piangendo. Staccate una foglia per ogni volta che avete imprecato. Staccate una foglia per tutti i regali che avete ricevuto. Staccate una foglia per ogni maschera abbiate mai indossato. Staccate una foglia per la vita. Ed infine, staccate un'ultima foglia per voi.
Quello che avrete davanti adesso non sarà che un albero spoglio, privato di tutte le sue certezze, di tutta la sua linfa vitale. Avrete davanti un albero nudo, che non può più nascondersi di fronte a niente, e non vi sembrerà più così imponente. Non vi guarderà con occhio di sfida. Non più. Perchè solo allora capirete che, in realtà, quell'albero imponente non eravate nient'altro che voi stessi.
Vi siete strappati di dosso tutte le certezze e le menzogne che vi siete cuciti addosso in una vita di illusioni, e quello che resta, nudo e crudo come il tronco di un albero spoglio nel bel mezzo di un freddo inverno, quello che resta non siete altro che voi. Voi siete un albero spoglio che non può più nascondersi dietro alle proprie foglie, adesso. Voi siete un albero spoglio che non può più mentire sul suo vero aspetto, non può più fingere di muoversi mentre invece è piantato nel medesimo punto da giorni, mesi, anni, e forse più. Voi siete un albero spoglio, che ha deciso finalmente di farsi guardare per quello che è, senza nascondersi, senza vergognarsi.
Riuscite a provare rispetto per voi stessi? Dovrete farlo. Così come dovrete riuscire ad imparare a riconoscere chi non mostra rispetto per voi, chi non vi considera degni, chi non vi sopporta, chi non vi merita. Senza superficialità, senza istinti di superiorità, senza inganni. Imparerete ad accettare voi stessi e pretenderete che anche gli altri vi accettino per quello che siete, e non per quello che vorrebbero che siate. Sarete anche dei piccoli e spogli alberi, ma la vostra imponenza è ancora lì, ben piantata per terra, che non aspetta altro che l'avvento della prossima primavera per tornare a fiorire e riprendere possesso di tutte quelle foglie che qualcuno ha provato, ed osato, strapparvi di dosso. Strappatevele voi, e conoscerete meglio la vostra essenza. Permettete che sia qualcun altro a farlo, e vi perderete.
Voi siete l'albero più imponente su cui si possa poggiare lo sguardo, in questa valle. Fiorite. L'autunno, in fondo, è ancora ben lontano.

[Commento lasciato da Ba il 27 Febbraio 2008, 19.35]
Mi sono sempre sentita un pò albero..^_^ Probabilmente in un'altra vita lo ero, o forse mi reincarnerò in un bellissimo albero, di pesco magari.. o in un'abete, o un cedro del Libano, o chissà..
A parte gli scherzi, profonde e sensibilissime riflessioni Paz, come sempre mi stupisci in positivo, perchè in fondo siamo più simili di quanto potessi immaginare.. Tanti baci!

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