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23 Settembre 2010
E UN'ALTRA COSA...
Eoin Colfer, lei non fa ridere. La smetta, per favore.
Ok.
Iniziamo con calma.
Non vi dico il mancato infarto nell'entrare in una libreria e trovare un nuovo libro che fa riferimento alla Guida Galattica per gli Autostoppisti: stavo per crollare al suolo, letteralmente. Le ginocchia hanno avuto quei dieci secondi pieni di puro cedimento, leggendo la scritta "sesta parte della trilogia" di Douglas Adams. Ma non era morto? Mi assalì la speranza che fosse riuscito a lasciare qualche ultimo scritto. Nel 2002 era già uscito "Il salmone del dubbio", un libro-raccolta degli ultimi scritti di Adams, e non volevo proprio credere ai miei occhi. Ed è stato allora, solo allora, che ho guardato con attenzione l'intera copertina.
Ah.
Il libro non è di Douglas Adams, ma di Eoin Colfer. Che a quanto pare, oltre a continuare a scrivere libri per bambini di cui la saga di Artemis Fowl, ha trovato fosse cosa buona e giusta il continuare la storia della Guida Galattica esattamente là dove era stata lasciata, con gli stessi personaggi e le stesse ambientazioni. Ahimè, quello che ne esce è uno scimmiottamento dello stile di scrivere di Adams, e là dove le divagazioni della saga originale raggiungevano picchi di ineguagliata sagacia, qui si sfiora il ridicolo ed il patetico in più di un'occasione. Pochi avrebbero potuto approcciarsi ad un'impresa del genere [mi vengono in mente solo Terry Pratchett o Neil Gaiman, tra tutti] ma non c'è stato nessuno l'abbia fatto. Ci sarà anche un valido motivo, no? Questo, Eoin Colfer non sembra averlo capito. Okay, il libro non è una merda totale: quando l'autore lascia un po' le classiche ambientazioni galattiche e prova a metterci del suo, con tanto di pantheon divini a confronto, qualcosa di carino riesce anche ad uscir fuori dal cilindro. Ed è in questi momenti che vediamo uno Cthulhu a disagio seduto ad un colloquio per essere assunto come divinità di un nuovo mondo. Ma sono momenti passeggeri, il resto è tutto un cercare di riproporre con troppa Adams-referenzialità tutta una serie di situazioni di cui non sentivamo proprio la mancanza, o perlomeno non ne sentivamo questa mancanza.
Che altro potrei aggiungere? Terminato il libro sono corso a riprendere in mano il volume con tutta la saga della Guida Galattica, rilegata in copertina rigida, che uscì sempre con Mondadori qualche anno fa. Un'edizione oramai esaurita, ma che ancora ogni tanto mi trovo a cercare nelle bancarelle per poterla regalare a persone capaci di apprezzare. Accarezzo la copertina, e aprendola vedo quell'autografo di Leo Ortolani. Ricordo ancora quell'incontro, in cui l'autore di Rat-Man si tastò scaramanticamente quando gli confessai che "c'erano due autori in grado di farmi ridere anche nei momenti più bui; e uno era morto da poco". Ma questa è un'altra storia...
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