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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
Settembre 2007

21 settembre 2007
STAGNO

Perchè nasce un'associazione? Per passione. Per cambiare le cose. Per amore della realtà in cui si vive, e che si vuole migliorare. Un'associazione nasce perchè lo stagno che si ha di fronte è formato da acque sempre troppo ferme, troppo calme, troppo fredde, e allora si vorrebbe lanciare anche un solo piccolo sasso sulla sua superficie per vedere quelle onde che si verrebbero a generare. Un'associazione nasce per lasciare un sasso che smuova le acque, per ammirare quei cerchi concentrici che poco per volta aumentano, si intrecciano, crescono e a volte svaniscono.
Penso che ogni associazione, quando nasce, abbia dentro di se il sogno di riuscire a provocare anche un'onda anomala, uno tsunami che travolga interamente la città e tutte le persone con essa. La presunzione di poter essere diversi, e la volontà di volerlo essere. E allora ci si procura sempre più sassi, per lanciarli tutti, uno dopo l'altro, in quello stagno che li inghiotte inesorabilmente, uno dopo l'altro. Sassi sempre più grossi, sassi dalla forma sempre diversa, per studiare le onde che si vengono a formare e come esse si sviluppino nel tempo.
Genova, ahimè, è uno stagno dalle acque salmastre. Genova è uno stagno dalle acque così dense che per penetrarle non è sufficiente il lancio di un sasso. Lanciare un sasso nelle acque di Genova significa quasi sempre vederlo poggiarsi sulla superficie, senza neanche avere la gioia di osservarlo mentre si immerge sotto la sua superficie, fino a raggiungere il fondo. La forza di una singola associazione non è sufficiente a sollevare un sasso di dimensioni tali da poter affondare sotto la pesante coltre che ricopre le acque di Genova. Ed è proprio per questo, infatti, che le associazioni devono iniziare a collaborare. Per poter sollevare insieme sassi sempre più grossi, sempre più pesanti, nella speranza di riuscire, prima o poi, a bucare quella barriera che impedisce alle acque di smuoversi, alle onde di crescere, generando così nuovi disegni che svaniranno magari sì nel tempo, ma lasceranno dietro di se il piacere di averli permessi, di averli visti, di averli vissuti.
E' per questo che le associazioni devono collaborare. Per fare dei cerchi nello stagno.

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15 settembre 2007
CONCERTI E INCIDENTI

Il pubblico genovese è strano. Permettetemi un paragone brutale.

Un concerto è come un incidente stradale. Quando capita un incidente, la gente si ferma. Guarda. Osserva con attenzione. E poi se ne va. A volte capita che anche la gente che passa di lì per caso, nella corsia opposta, si fermi a guardare. Passava di lì, è naturale. Guarda morbosamente. Poi anch'essa se ne va. Ma passiamo oltre. Quando capitano incidenti spettacolari, o giganteschi, o comunque tali da essere riportati in grossi canali di comunicazione di massa, in Germania esistono persone che si telefonano e si danno appuntamento per andare a vedere. Morboso. Non si muoverebbero mai per un incidente piccolo, ma per uno grosso si. Eccome. Ecco, in Italia capita lo stesso per i concerti. Se sono piccoli, li si guarda distrattamente se vi si capita per caso, se ci si trova in mezzo, magari se si è anche mezzo coinvolti. Ma non si andrà mai a cercarne un altro. Eh. Ma se invece il concerto è un evento grosso, allora si che muoviamo il culo. Sono il solo che trova morbosa tutta questa situazione?

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13 settembre 2007
I VIAGGI NEL TEMPO

Cosa sono i viaggi nel tempo?
Una possibilità. Infinita. Una possibilità per vedere con i propri occhi avvenimenti che non sono ancora capitati, e soddisfare la propria curiosità di sapere come si evolverà la razza umana. Una possibilità per tornare indietro e correggere i propri errori, o più semplicemente per rivivere i momenti migliori della nostra vita. Una possibilità per migliorare noi stessi, e magari se capita anche il mondo che ci circonda. Ecco, cosa sono i viaggi nel tempo.
In effetti, a guardare attentamente è solo nell'ultimo secolo che l'uomo ha iniziato ad esserne ossessionato. Prima, non vi avrebbe mai pensato. Ma con l'avvento dell'industrializzazione, con l'accelerazione delle abitudini e degli stili di vita, il tempo stesso si è accorciato con l'inevitabile allungarsi delle nostre esistenze, portandoci a fantasticare sulla possibilità finora remota dei viaggi nel tempo. Che si possa realizzarli utilizzando una DeLorean o una fantascientifica navicella spaziale, i viaggi nel tempo sono oramai un vocabolo costante nel dizionario corrente di ciascuno di noi. Chi non ha mai sognato di poter tornare indietro ad un evento in particolare, per potersi compartare in modo differente? Chi non ha mai sognato di poter sapere quali saranno i numeri del lotto solo per poterli poi giocare e vincere una fortuna? Chi non ha mai sognato di poter vedere con i propri occhi altri tempi, altre ere, altri luoghi che ha sempre sentito nominare o banalmente letto sui libri di storia, chiedendosi come sarebbe stato vivere in quegli anni? Chi, ammettiamolo pure sinceramente, non vorrebbe avere il potere di viaggiare nel tempo? Assistere all'ascesa del Sacro Romano Impero, arrivare in America prima di Colombo stesso, giocare a palla con Virgilio e parlare di filosofia con Freud. Sarebbe splendido.
Ma un viaggio nel tempo ha anche un altro significato.
Viaggiare in altri tempi, altre ere, altri luoghi, significa inevitabilmente che non siamo soddisfatti di quello che siamo adesso, di dove e come stiamo vivendo. Significa che stiamo cercando di fuggire da quello che siamo adesso, e da quello che vediamo potremmo diventare. Significa che non stiamo godendo appieno della vita, e siamo convinti che lapotremmo migliorare semplicemente ripartendo in un altro luogo, in un altro tempo. Ma se ci fermassimo un istante, e iniziassimo a cogliere il significato di ogni singola goccia di pioggia che cade e al suo rumore quando rimbalza o si frantuma sul'asfalto, se ci fermassimo ad annusare l'aria quando apriamo una finestra e le nuvole corrono veloci in cielo, se ci fermassimo a piangere anche solo per un'ora di tempo persa nel nostro rincorrere sempre la felicità ci sfugge via, forse avremmo fatto un piccolo passo indietro nel tempo. Perchè in fondo non c'è bisogno di rivivere il passato o andare in altri luoghi per essere sereni, quando si riesce ad assaporare ogni più piccola sfumatura della giornata che stiamo vivendo. E di quella dopo ancora. E avanti così.
Cosa sono i viaggi nel tempo? Una possibilità. Una possibilità che inevitabilmente diventa inutile, e superflua, e banale, se si riesce a salire su quell'autobus che è la nostra vita senza lasciarlo scappar via alla prima fermata. Smettiamola di fantasticare su come sarebbe tornare agli anni della nostra gioventù per poterli rivivere in tutto il loro splendore. E' sufficiente che chiudiamo gli occhi un istante, e i nostri ricordi saranno ancora lì. E' la vita che abbiamo ancora davanti a noi il vero viaggio nel tempo che dobbiamo vivere. Ma per far quello, non c'è bisogno di salti metafisici in buchi neri così come ci vengono descritti in chissà quali astratte teorie. Basta il coraggio di andare avanti, secondo dopo secondo. E avanti così.
E avanti così.
Buon viaggio nel tempo a tutti.

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