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Maggio 2007
31 maggio 2007
LA RAGAZZA DALLE ALI DI SERPENTE
Tutti i libri hanno un'anima.
Ci sono i libri frivoli, come quelle persone spensierate che decidono di passare un sabato pomeriggio in un centro commerciale, cercando di incontrare volti noti e facce amiche, mettendo in mostra i propri corpi nel marasma infernale dell'ultimo grido di una moda imposta da qualcun altro al di sopra delle loro volontà. Ci sono i libri pesanti, come quelle persone che quando ti si avvicinano iniziano a sommergerti con tutti i loro problemi, i loro miasmi, i loro dubbi esistenziali di cui tu non avevi minimamente idea e che vorresti non avere mai nemmeno conosciuto, ma oramai è troppo tardi. Ci sono i libri sconosciuti, come quelle persone che passano inosservate a tutti perchè il loro stesso destino è quello di essere destinate a pochi, fortunati puri di spirito.
E poi ci sono i libri incantati.
I libri incantati sono libri nati sotto influssi particolari, in momenti ben precisi della vita dell'autore. I libri incantati sono libri che avevano una coscienza ben prima di essere gettati su carta, e quindi condizionavano già la vita e le azioni dell'autore senza che lui magari ne fosse ben consapevole. I libri incantati hanno dentro di loro una specie di magia che viene sprigionata durante la lettura, pagina dopo pagina, fino alla frase finale. E non importa se il numero di pagine è esiguo o eccessivo: i libri incantati non hanno un formato standard, no. I libri incantati possono essere di cinquanta pagine come di mille, non è importante. Quello che conta, come per le persone, è il contenuto stesso. La sua parte più intima.
Quando vi capita di mettere le mani su di un libro incantato, potreste non accorgervene subito. Potrebbe volervici una seconda lettura, un mese, un anno, così come potreste anche accorgervene subito. Ma la cosa importante è che quando ve ne accorgerete, vi sembrerà di conoscere un po' meglio una parte di voi stessi, e crederete magari anche di essere entrati in contatto con l'autore, sarete convinti di essere in sintonia con i suoi pensieri, di avere una finestra aperta sulla sua anima. E magari sbaglierete, ma è proprio questo il fascino dei libri incantati.
Due settimane fa ho messo le mani su uno di questi libri. "La ragazza dalle ali di serpente", di Luna Lanzoni. Non posso raccontarvi tutto ciò che si cela in quelle bianche e lucide pagine, ma posso assicurarvi che non è la solita storia scritta da una ragazza alle prime armi che prende in mano una penna. D'accordo, magari in qualche passaggio si intravede l'inesperienza letteraria che trasuda dalle sue parole, ma non importa. Vi sono attimi di auto-referenzialità pura, momenti di introspezione conditi con pizzichi di divertimento e gocce di passione. Pagine colme di ricordi vissuti o solamente immaginati, paragrafi che ricordano la volontà di vivere e allo stesso tempo tutte le difficoltà che si possono incontrare durante il cammino, oltre all'ineluttabilità di certe emozioni. Parole di gioia, mai di noia. Parole di vita. Parole che escono dirette dall'anima.
Tutti i libri hanno un'anima.
A volte quest'anima entra direttamente in contatto con la nostra, cercando di comunicare qualcosa che non siamo nemmeno in grado di immaginare. Ci stiamo sforzando di farlo, ma non ci riusciamo fino in fondo. Non possiamo proprio. Un po' come alzare lo sguardo al cielo e cercare di immaginare il lato oscuro della luna. Non è visibile, non da noi. E forse, è proprio questa la magia dei libri incantati. La loro forza, e anche un po' la loro debolezza. Il loro mistero. Come tutte le cose dotate di un'anima, in fondo.
Come noi stessi.
Come il lato oscuro della luna.
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8 maggio 2007
PICCOLA FOGLIA
Vola, piccola foglia, vola.
Sorvola su questi squallidi cornicioni e lasciati trasportare dal vento. Sorvola su questi vecchi alberi ingrigiti dal tempo e sollevati al di là delle umane concezioni. Sorvola su queste case, animate da pensieri indegni e irrisori, per finire infine in quel prato dimenticato nel nulla che è la culla di tutto il creato.
Vola, piccola foglia, vola.
Ti sei staccata da madre natura e non hai fatto in tempo ad accorgerti che il tuo tempo era ormai giusto al termine. Ti sei staccata dal mondo che avresti voluto imparare a conoscere e ora volteggi serena su queste strade, su queste piazze, su queste persone che neanche ti notano da quanto sono impegnate a risolvere i propri problemi quotidiani. Ti sei staccata dalle tue sorelle e hai infine raggiunto quell'indipendenza che tutti sognano ma pochi hanno il coraggio di ottenere.
Vola, piccola foglia, continua a volare.
Il paesaggio che ti circonda ti sta abbracciando con tutto il suo calore, per lasciarti un ricordo indelebile nell'azzurro della tua memoria. I colori intorno a te ti stordiscono, ti abbagliano, ti avvolgono con tutte le loro sfarfallanti cromature. Sei accecata dai rumori della vita quotidiana, e dagli odori che timidamente salgono su, come certe nausee mattutine che non lasciano respirare, che non lasciano vivere. Questa è la tua città, il posto dove sei nata, dove avresti sempre voluto essere. Dove vorresti essere ricordata. Dove sarai ricordata.
Vola, piccola foglia, vola.
È la città stessa che ti sta accogliendo, adesso, tra le calate del suo porto antico, colme di suoni anneriti e sature di gabbiani in volo. Stai guardando la tua città da un punto di vista che è consentito soltanto ad un dio mai nato, e di questo dovresti essere fiera. Quelle case, quei palazzi, quelle strade, quei cantieri, quelle navi, quelle stradine strette che non hanno né inizio né fine, quelle mura che ora si intravedono ed ora si infrangono in moderne strutture argentate. Tutto sembra volerti ricordare che sei ancora lì, che non te ne dovresti andare, che è la tua casa e sempre lo sarà.
Vola, piccola foglia, vola ancora.
Lascia che il tuo volo ti porti là dove non hai mai poggiato lo sguardo. Lascia che il tuo volo risuoni all'unisono con il fremere dei gabbiani. Lascia che il tuo volo non possa essere dimenticato da un bambino che alza lo sguardo al cielo e istantaneamente sorride. Le nuvole ti siano testimoni, il cielo non sarebbe lo stesso, senza il tuo volo. Il tuo splendido volo. Il tuo perenne volo. Il tuo ultimo volo.
E allora vola, piccola foglia, vola.
Lascia a noi che siamo quaggiù, a rimirare inebetiti verso l'alto, l'illusione che il tuo librarsi possa essere una metafora della condizione umana, destinata a chissà quali grandi cose nel viaggio verso l'ignoto. Concedici quest'ultimo sogno con un tuo piccolo gesto, un tuo minimo sussurro, un tuo appena accennato respiro. Sei tu che comandi il mondo, di lassù, e magari non ne sei nemmeno consapevole. Sei tu che hai il potere di cambiare il destino di tutti noi. Sei tu, piccola foglia, tu con il tuo volo.
E allora, piccola foglia, ti prego.
Continua a volare.
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4 maggio 2007
SPIDERMAN 3
La famiglia Raimi deve smetterla di fare marchette.
A parte la presenza dei tre figli e del fratello Ted, onnipresente in
ogni film di Sam oltre a Bruce Campbell (non ne siamo degni! non ne
siamo degni!), il film è incredibilmente noioso. Tra i cattivi
troviamo un folletto fatto di marzapane (Goblin II), un alter-ego
cattivo dell'uomo ragno (Venom), e l'uomo lettiera (Sandman).
Spiderman 3 è un film montato male e con salti narrativi imbarazzanti,
riesce a snaturare addirittura il personaggio dell'Uomo Ragno, che
prende botte a destra e a manca contro pareti e travi d'acciaio e non
si fa niente, manco fosse Superman, non pronuncia nemmeno una battuta
sarcastica, e quando deve entrare in contatto con il suo lato oscuro
non fa altro che ballucchiare in modo osceno per le strade e tenere
una frangetta pseudo emo davanti al viso.
Due ore e mezza che riescono a dimostrare le relatività del tempo, da
quanto ci mettono a passare. Due ore e mezza in cui le uniche scene
belle sono quelle che non c'entrano un cazzo con la storia, come la
piccola parentesi con il già citato Bruce Campbell, e qualche
siparietto con il direttore del giornale Jonas J. Jameson. L'uomo
lettiera è definitivamente il cattivo (?) più ridicolo che si sia mai
visto al cinema, con i suoi drammi che mettono in ridicolo anche
quelli di Peter Parker, e alla fine non si sfugge nemmeno alla morale
precotta ed un passaggio di Spiderman davanti alla bandiera americana
che mette veramente i brividi.
Devo aggiungere altro? Forse si. Il 50% dei personaggi muore o fa
finta di farlo. Spero con questo di non rovinare niente a nessuno, ma
se seguirete il mio consiglio non andrete nemmeno a vederla,
quest'ultima fatica (?) di Sam Raimi e della casa Marvel. Povero Stan
Lee, se fosse morto si rivolterebbe nella tomba, ma visto che è vivo
ha invero deciso addirittura di fare una comparsata nel film, manco
fosse la sua tomba virtuale personale. Contento lui...
Lo so, cosa state pensando. E' inutile che adesso ci lamentiamo. Ce lo
siamo cercati.
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1 maggio 2007
TALLINN - GIORNO NOVE
La vacanza è finita, con il contachilometri che segna 7564. In soli nove giorni.
Ci siamo svegliati tardi, alle otto circa. Colazione, saluti al nostro amico albergatore, e via verso casa. Abbiamo fatto praticamente tutte statali, abbandonando la Germania per finire in Svizzera e puntare successivamente al Liechtenstein. Siamo riusciti a sconfinare per errore in Austria, con conseguente rientro in Svizzera con doganieri che mai come oggi sembravano solerti e con la voglia di perquisirci la macchina.
Della Svizzera poi abbiamo imparato ad odiare le indicazioni stradali. Sono scarse, confuse, ben nascoste e a volte completamente inesistenti. Alla faccia del paese preciso e puntuale. Comunque. Volevamo fare il San Bernardino via statale per tornare in Italia, ma giunti a 15 km dal passo abbiamo scoperto che era chiuso e siamo stati quindi costretti a prendere l’autostrada. Demoralizzati, un po’ perché trovare la via era stata un’impresa, un po’ perché era oramai tardi e non avevamo nemmeno pranzato, siamo quindi rimasti sull’autostrada e abbiamo fatto rotta verso Milano. Stasera infatti non siamo tornati a Genova ma, visto che domani dovremo essere a Brembate per lavoro, abbiamo puntato direttamente là. Adesso siamo nel nostro caro ed amato Bed & Breakfast che stiamo mettendo a posto i resti del viaggio, riordinando le idee prima di crollare per la stanchezza e rimandare il tutto a domani mattina.
Sono stati nove bei giorni, di bel tempo fino al rientro in Italia, che ci ha accolto con un solenne temporale di quelli primaverili. E meno male che poi il nostro dovrebbe essere il “bel paese” dove splende sempre il sole. Vabbè. L’importante, in fondo, è che ci sia stato bel tempo durante il viaggio. Adesso, la vita riprende. La pausa è finita. E tutte quelle cose. Amen.
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05/08: My BEST 10 ALBUMS
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30/12: Math
Antro del Fato: 1, 2, 3, 4 Control Denied: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 Control Denied 2: 1, 2, 3 Imagine 7D: 1, 2, 3, 4 Le sole 24 Ore: 1 Lupus: 1
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