Questo dei Wort e' un album che mi e' piovuto tra capo e collo e mi ha dato non pochi grattacapi. Potrei limitare la mia recensione a "se qualcuno ci capisce qualcosa di piu' me lo venga a dire" come fanno ben piu' illustri colleghi, ma cerchero' di darvi qualche informazione.
Innanzitutto, le poche note biografiche che ho dedotto dal booklet: i Wort sono italiani, della zona di Modena credo e sono in quattro. Non so se questo sia il loro primo full - lenght, o in generale sia il primo lavoro reperibile, perche' non ho note biografiche ufficiali della band.
Che dire di questo Projections?
Innanzitutto bisogna dire che cosi' ad un primo ascolto sembra proprio un buon album.
Non mi da' l'idea d'essere originalissimo, ma senza dubbio un lavoro molto personale, che si rifa' un po' al thrash di stampo europeo (niente Bay Area), in particolare ai Kreator, e un po' al death svedese degli Entombed (ma occhio, potrei aver detto la piu' grande cazzata della mia vita).
E' un album ben prodotto, si sentono, infatti, benissimo tutti gli strumenti, persino il basso, lo strumento piu' bistrattato in ogni fase di produzione. Qui invece si notano molto le sleppate del basso e in generale le parti ritmiche che non sempre ricalcano la chitarra o la batteria ma aggiungono un qualcosa in piu' al brano. Ogni tanto ci sono degli stacchi o delle parti lente e arpeggiate in cui il bassista ci fa sentire la propria abilita' (diciamo che il livello tecnico medio del gruppo e' davvero buono). Il cantato e' un misto tra il growls e l'incazzato molto efficace per l'atmosfera generale del disco.
La chitarra ha un suono molto tagliente e potente. Va notato in particolare che i brani sono basati completamente sulla chitarra ritmica. I Wort macinano moltissimi riff creando delle strutture non proprio facili da assimilare per chi ascolta, e in compenso non si lasciano andare ad assoli, direi che l'unico a farne qui dentro e' il bassista, ma non sempre comunque. La batteria sembra molto precisa e finalizzata a sostenere le chitarre creando un muro sonoro notevole. Uso della doppia cassa non a mo' di power metal, ma con criterio, solo se serve davvero. I brani in generale risultano un misto di parti veloci, parti con arpeggi "puliti", e parti piu' cadenzate sia per quel che riguarda le linee della voce che per quelle della chitarra.
Pecche dell'album?
Vabbe', non e' proprio l'album piu' facile e immediato del mondo, ma per molti questo e' un punto di forza, non un difetto, diciamo che va ascoltato molto per riuscire a capirlo. Forse quello che mi e' piaciuto meno sono i testi delle canzoni. Alcuni sembrano davvero belli, altri mi sono sembrati un pochino sempliciotti per come sono costruiti, pur essendo comunque molto personali, e non molto corretti dal punto di vista della grammatica inglese. Ma questo e' un punto sul quale si fa sempre in tempo a maturare, soprattutto se questo e' il primo album.
Diciamo che in generale e' un album che vale la pena di essere ascoltato, soprattutto se vi piacciono certe sonorita' un po' forti, se apprezzate le growls vocals e non siete alla ricerca di assoli a profusione iperveloci.
Se questo non vi basta, aspettate che qualcuno ci capisca di piu' e me lo venga a dire! ^___^