Ci sono album che ti fanno saltellare per la stanza anche se non vuoi,
ascoltando i quali e' impossibile restare fermi. Questo Hyperdrive 2048 e'
uno di questi: fin dalle prime note di basso che introducono la prima
traccia Destroy, non si puo' restare indifferenti e far finta che sia tutto
nella norma, perche' in men che non si dica ci si ritrova come minimo a
battere il piede a tempo. Se poi ci si ferma ad ascoltare con piu'
attenzione non si puo' non farsi coinvolgere dal tutto dalla musica dei
Wildduck, un'ottima band sarda (gia' autrice di un ottimo demo qualche tempo
fa) che con questo EP finalmente si affaccia nei negozi di dischi italiani.
Cosa suonano questi tizi, vi chiederete? Stando alle note biografiche, si
tratta di un mix di groove, heavy riffs e atmosfere psichedeliche: e direi
che la definizione e' piuttosto azzeccata. Se una band hardcore si mettesse
a suonare stoner, probabilmente il risultato che ne verrebbe fuori sarebbe
molto simile a questo. Gia' con la gia' citata Destroy, ci si trova davanti
ad un muro sonoro massiccio e estremamente groovy, con il basso in bella
evidenza e una voce piuttosto acida che farebbe invidia a John Garcia.
Il resto dell'album si muove piu' o meno sulle stesse coordinate, tra
divagazioni lisergiche, riff portentosi (date un'ascolto ad Astroflower) e
grande dinamismo. Insomma, state sicuri che non vi annoierete durante
l'ascolto! Speriamo solo che i Wildduck possano ottenere il successo che
meritano. Ah, dimenticavo i dati tecnici: su Hyperdrive 2048 ci sono 4
pezzi inediti piu' un remix in chiave dub piuttosto interessante, il tutto
per circa 25 minuti di ottima musica.
Se poi volete contattare la band,
potete trovare diverse informazioni sul loro sito. Vi assicuro che ne vale la pena!