THERION - deggial
Febbraio 2000
ATTO ULTIMO (da THE GATHERING - superheat)

Il cielo era plumbeo, l'aria fredda e minacciosa. Si sentivano gia' i tuoni rimbombare in lontananza. Tutto lasciava presagire che un uragano fosse imminente, quando... d'un tratto il cielo si apri', e il sole torno' a splendere su quegli enormi e pacifici Prati Verdi stracolmi di Cagnolini.
Questa era la sensazione che persisteva nell'animo del Gatto Fenriz all'ascolto del nuovo disco dei Therion. L'album di per se gli piaceva molto, ed era anche il suo preferito da un po' di tempo a quella parte, ma era come se ci fosse una nota stonata in tutta quella partitura.
Le canzoni continuavano la strada iniziata con "Theli" e proseguita con "Vovin", cioe' mostravano una controparte orchestrale imponente e mai banale. In piu' in questo lavoro Christofer Johnsson (il chitarrista, la vera anima dei Therion) aveva riacquisito un po' di quella grinta che mancava nel disco precedente. Che poi questo portasse a rifarsi al Metal Anni '80 era innegabile, e in certi episodi la melodia sapeva paurosamente di deja-vu' (tanto per fare un piccolo esempio, il riff centrale di "eternal return" rimandava a "mother russia" dei Maiden...) e quindi perdeva un po' in freschezza.
In totale erano 11 brani di media durata, finalmente registrati con l'aiuto di un'orchestra vera. Gia' in passato Christofer si era fatto aiutare da una sezione di archi, ma stavolta era presente anche una sezione di fiati e di percussioni, che amalgamava ancora meglio il suono e regalava gioiellini come "via nocturna" e "ship of luna".
Proprio "ship of luna" era poi uno degli episodi che piu' incuriosiva il Gatto Fenriz. Questa canzone, come anche la title-track "deggial", mostrava una parte melodica e positiva che non si era mai riscontrata nei precedenti lavori dei Therion, ed era come una ventata di aria fresca in una stanza buia ed ermeticamente chiusa. Portava con se una sensazione di pace, che lo rimandava a quei famosi Prati Verdi e Cagnolini.
Ma non doveva soffermarsi su quel lato... doveva essere obiettivo ed andare avanti.
I cori, in passato affidati quasi esclusivamente a voci femminili, in questo lavoro avevano una degna controparte maschile che contribuivano a dare una maggiore maturita' e anche, perche' no, facevano rimpiangere un po' meno la mancanza di un cantante vero e proprio.
Lacuna che comunque veniva colmata in "flesh of the gods" dove alla voce era presente Hansi Kursch dei Blind Guardian che rendeva il pezzo molto piu' heavy: la canzone iniziava come un classico anthem dei Guardian, ma subito dopo si evolveva tramite un riff anni '80 in qualcosa di veramente unico.
Era inutile... piu' ci pensava piu' il Gatto Fenriz non voleva trovare difetti i quel lavoro... forse veramente i suoi giudizi stavano andando peggiorando di giorno in giorno...
All'improvviso si rese conto di una cosa. C'era effettivamente una qualcosa che non gli piaceva in quel disco... qualcosa che lui avrebbe voluto fosse la parte migliore ed invece era riuscita come la peggiore...
L'album si concludeva con "o fortuna" di Carl Orff tratta dai Carmina Burana ma reinterpretata e riarrangiata... e, ad ascoltarla bene, era come un pugno nello stomaco. Non bastava Waldemar Sorychta alla chitarra acustica a innalzare al cielo un brano che invece strisciava e faticava anche solo ad alzare il capo... non bastava l'epicita' presente nel brano originale che qui mancava quasi totalmente. Tutto questo non bastava. Era come se i Therion avessero dimostrato che quello non era il loro album capolavoro, ma solo un piccolo passo verso qualcosa che doveva ancora venire.
E questo piaceva al Gatto Fenriz. Un po' perche' si era accorto che poteva ancora essere obiettivo, e un po' perche' adesso non gli restava che mettersi in attesa del loro prossimo disco, sapendo che lo avrebbero stupito come sempre, regalandogli un album magari non eccelso, ma sicuramente originale e fresco...
I Therion erano come il suo nipote preferito, questo era un dato di fatto, e adesso non vedeva l'ora che, dopo i primi passi, fosse venuto il giorno in cui avrebbero imparato a camminare... e poi a correre...

FINE

VOTO: 1/1
Pazuzu
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INFO:
Anno: 2000
Etichetta: Nuclear Blast
Durata: 57.57 minuti
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