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The Cage e' il nuovo progetto del mio concittadino Dario Mollo, gia' chitarrista degli ottimi Crossbones. Mollo, oltre ai suoi vecchi collaboratori Fulvio Gaslini (basso) e d Ezio Secomandi (batteria), ha chiamato a se' i maestosi Tony Martin (meraviglioso vocalist dei Sabbath di Eternal Idol e Tyr) e Don Airey (grandissimo keyboard-wiz di Rainbow, Ozzy, Uli Roth e tanti altri... Crossbones compresi!).
The Cage, uscito all'inizio di questo 1999, e' un caldissimo e terremotante album di metal/hard rock, debitore si' di Purple, Sabbath e Rainbow, ma comunque con un impronta decisamente personale. Anzi, Mollo dimostra di non limitarsi semplicemente a rivedere la lezione dei maestri: l'album riesce a suonare decisamente moderno e attuale, non disdegnando di incorporare anche influenze piu' varie e risultando alla fine molto meno ovvio di quanto uno si possa aspettare.
Martin e' in forma come non mai, Airey e' sempre immenso (altro che certi celebrati tastieristi, tutta tecnica e niente emozione), Mollo e' davvero pazzesco (virtuoso con gusto, con l'aspetto compositivo sempre in primo piano) e la sezione ritmica fa un lavoro che dire impeccabile e' poco. A parte il suono "da cantina" della batteria, e' assolutamente ottima pure la produzione, soprattutto se, come me, avete ancora in mente quella mediocre davvero del primo Crossbones.
Fra i pezzi da segnalare la sabbathiana Cry Myself to Death, la speedy Time To Kill, l'intensa (e assolutamente NON scontata) power ballad The Cage/If You Believe, la caldissima Infinity, il singolo This Kind Of Love (con un inizio che sembra uscire dagli Whitesnake di 1987), la bella cover della Purpleiana Stormbringer (quando ho sentito l'esplosione di tastiere sul riff iniziale mi e' venuto in colpo!) e la coinvolgente track finale Soul Searching.
Mi rendo conto di aver citato quasi tutto l'album (e i pezzi restanti non sono certo da meno... nonostante Dead Man Dancing ricicli il riff di Walk This Way), ma effettivamente si tratta di un prodotto davvero entusiasmante, che segna un nuovo punto d'arrivo per l'hard rock made in Italy.
E fa davvero piacere risentire Martin cosi' in grande spolvero, come non lo era dai tempi di Tyr e del bellissimo solo Back Where I Belong.
Finalmente un album come mancava da tempo: devastante e melodico, classicheggiante, grintoso e potente tutto allo stesso tempo. Un platter che dovrebbe piacere sia ai defenders piu' incalliti, che agli amanti delle good vibrations dell'hard rock! Un must!
Attualmente cantante e chitarrista sono al lavoro per dare un seguito a questo grande disco, che pero', per questioni varie, dovrebbe uscire a nome Mollo/Martin. Speriamo finalmente di poterli vedere dal vivo!!!
(Questo articolo e' una rielaborazione di quello originariamente apparso su IHMEZ all'inizio dell'anno).