Il debutto dei Testament e' un disco immenso, che ancora oggi riesce ad
incantare chiunque lo ascolti. Di certo questo disco non ha nulla da
invidiare ai debutti di Metallica e Slayer, in quanto si tratta di un
disco durissimo, entusiasmante e a tratti anche sorprendente. Ad aprire
"The Legacy" ci pensa la devastante "Over the wall", stupenda canzone,
il cui riff iniziale fa capire immediatamente qual'e' il genere proposto
dai Testament. Inoltre la coppia di chitarristi Skolnick - Peterson
macinano riff su riff rendendo questa song meravigliosa (non per niente
la possiamo annoverare fra le dieci song thrash di sempre). L'elemento
che stupisce di piu' pero' e' il cantante, Chuck Billy, che con il suo
modo di cantare poderoso, ma che non rinuncia anche a lacerare le sue
corde vocali, costituira' quasi un trade-mark del gruppo. La successiva
"The Haunting" ribadisce in pieno le intenzioni dei Testament, percio'
ci troviamo davanti una canzone robbusta e minacciosa, ma che non disdegna
linee di chitarra piu' melodiche anche se sempre sostenute da una certa
velocita' di fondo. Giunge quindi il momento di "Burnt Offerings", una
delle piu' belle canzoni del disco, che come altre song presenti e'
destinata a diventare uno dei classici del gruppo. Come sempre granitici riffs si
associano ad un drumming potente e preciso, mentre Chuck Billy si lancia
in inaspettati quanto entusiasmanti screaming. "Raging Waters" prima e
"C(urse).O(f).T(he).L(egion).O(f).D(death)." dopo non fanno altro che
infliggerci il colpo di grazia, prima cge si arrivi agli altri classici
del disco. "Raging Waters" e' una canzone davvero bella, che alterna parti
piu' dure e veloci ad altre piu' melodiche ed heavy. Inoltre Chuck qui
ci mostra tutta la sua bravura in qualita' di cantante. "C.O.T.L.O.D."
invece, e' una canzone devastante, che non lascia scampo nella sua breve
durata. Autentico manifesto della folle ferocia sonora dei Testament, questo
brano ha trovato un seguito nel recente "The Gathering", disco di ritorno
per i Testament, dopo il buon album precedente "Demonic".
"First strike is deadly" e' una buona canzone dove i due chitarristi danno
prova della loro tecnica, specie nello splendido assolo presente a meta'
brano. A questo punto arriva "Do or Die", canzone dal titolo esplicito
pesantissima e dai tratti oscuri, che vede il batterista Louie Clemente,
pestare come un dannato. Le ottime trame chitarristiche poi, fanno in modo
che anche questo brano diventi un classico. "Alone in the dark" si presenta
invece alle apparenze come una canzone piu' oscura ed heavy anche se il
gruppo non rinuncia a mantenere in alcuni tratti velocita' sostenute. Ma
la vera sorpresa di questa canzone e' la voce di Chuck Billy e la sua
versatilita' nel cantato, che man mano che aumenta l'ascolto, fa aumentare
anche il coinvolgimento emotivo dell'ascoltatore. Il disco si chiude con
"Apocalyptic City", un brano che parte molto triste ma che presto sfocia
in un vero e proprio inferno di fiamme.
Peccato che dopo questo entusiasmante debutto, i Testament abbiano subito
numerosi alti e bassi (dovuti anche ai numerosi cambi di line up), anche
se ora stanno tornando a far parlare di se' nel miglior modo possibile,
ovvero con la musica. Ultima prova e' stata la devastante esibizione offerta
al pubblico accorso a Monza per vederli suonare al "Gods of Metal"!