TONY IOMMI (feat. GLENN HUGHES) - 8th star
Settembre 1999
bootleg
Vedremo mai brillare questa stella?
Quello che mi appresto a recensire e', purtroppo, solamente il bootleg di quella che si preannunciava come la collaborazione musicale di fine millennio. Gia', perche' rivedere assieme due leggende come Tony Iommi (naturalmente non vi devo dire che e' il leggendario chitarrista e fondatore dei Black Sabbath, vero?) e Glenn Hughes (Mark III dei Deep Purple, ma con all'attivo un miliardo di collaborazioni illustri) dopo i fasti di Seventh Star era per i fan un sogno che diventava realta'. Purtroppo, pero', esigenze commerciali e di mercato sembrano aver affossato (speriamo non definitivamente) le possibilita' di vedere pubblicato ufficialmente il lavoro di questa coppia di mostri sacri. La casa discografica di Iommi ha infatti ritenuto poco vendibile il materiale registrato assieme dai due, e ha spinto il baffuto chitarrista a mettere da parte il progetto per registrare un album completamente diverso, che vedra' la collaborazione di artisti piu' adatti ad arruffianarsi i gusti dei giovani teenagers (new)metallari americani. Quindi, largo a gente come Phil Anselmo, Henry Rollins e (gira la voce) a musicisti di Slipknot e, addirittura, Limp Bizkit! Insomma... Iommi costretto, per esigenze commerciali, a seguire quelli che sono i trend americani del momento, proprio lui che e' invece e' stato un pioniere, un creatore di nuovi percorsi? Mah... Chi vivra' vedra'... Quello che e' certo e' che davvero triste vedere un'opera come questo 8th Star (titolo invero inventato dai bootlegari, e forse un po' fuorviante per chi si aspetta una riedizione del dodicesimo album in studio dei Sabs) languire nel limbo di cio' che non e', invece di occupare il posto che meriterebbe nelle discografie degli appassionati del grande rock.
E la cosa assurda e' che, paradossalmente, questo e' l'album che in assoluto piu' rende giustizia alle capacita' e alla genialita' del leggendario axeman dei Sabbath. Gia', perche' se esiste chi ancora si ostina a pensare di Iommi come di un chitarrista estremamente limitato, capace semplicemente di creare riffoni oscuri e pesanti, questo e' l'album che lo avrebbe definitivamente convinto del contrario! Tony e' qui raffinato come non mai, e dimostra una versalita' e una flessibilita' che probabilmente pochi gli riconoscerebbero. Ecco quindi spuntare insospettabili influenze funk/soul (splendidamente accompagnate dalla meravigliosa voce di Hughes, a suo agio come non mai con questo tipo di musica), momenti acustici di una raffinatezza unica, assoli delicatissimi e intensissimi come raramente si sentono al giorno d'oggi. Certo, probabilmente qualche ottuso potrebbe anche dire che questo non e' metal... ma chi se ne frega! Quando hai di fronte un platter di questo livello, considerazioni di questo tipo devono passare per forza in secondo piano!
Gia' dall'iniziale Not The Same si capisce che il potenziale dell'album e' letteralmente immenso. Un incredibile riff quasi prog, su cui Hughes va a costruire una prova vocale da paura, il tutto sostenuto da un tappeto ritmico letteralmente ipnotico (con l'hammond che fa capolino qua e la'). Purtroppo la qualita' della registrazione non e' eccelsa, e nel finale la canzone e' rovinata da alcuni tagli, ma ascoltare i due a questi livelli e' davvero una gioia per le orecchie. Basta addirittura questo solo pezzo per stracciare tutto il materiale del pur ottimo Seventh Star... Il che e' dire tutto!
I'm Gone (anche questa un po' rovinata dai tagli) e Don't You Tell Me si mantengono su livelli di assoluta eccellenza, nel loro miscelare riffoni Sabbathiani ad un'interpretazione vocale che svaria fra rock, blues e soul (in pratica... Il crossover come andrebbe fatto!) ma e' soprattutto con l'incredibile I'll Be Fine che l'ascoltatore raggiunge livelli da orgasmo. Immaginate un riff che si ripropone come una versione soul di Wheels of Confusion, accompagnato da una melodia che ha quasi del surreale, nella sua delicatezza ed intensita', fino a quando non interviene un break con un cambio di riff sul quale Hughes insegna a tutto il mondo come si canta la "musica dell'anima". Pazzesco! E' davvero raro, al giorno d'oggi sentire qualcosa cosi' ammaliante e fuori dagli schemi. Puro feeling!
Ma la gioia non finisce qui: From Another World ci presenta il lato (semi)acustico della coppia, con un meraviglioso intro di Iommi per una ballata che mette letteralmente i brividi ogni volta che la si ascolta. E le atmosfere quasi spagnoleggianti (mentre nel frattempo cresce un riff elettrico alla Kashmir) della chitarra dimostrano ancora una volta quanto sia incredibilmente sottovalutato Iommi, che ne approfitta anche per fare meraviglie sull'assolo. L'ottima Through The Rains prosegue su questa strada del "pezzo di atmosfera", ed e' il degno corollario per questo album incredibile, con la coppia a fare ancora una volta meraviglie su meraviglie.
Attenzione pero': i compilatori del bootleg, evidentemente, non erano soddisfatti dalla quantita' di brani in loro possesso (si suppone che l'album nella sua versione definitiva contenga piu' di 6 pezzi) e hanno un po' barato, intervallando (senza dirlo) i brani del progetto con altri due che con Iommi c'entrano poco e nulla. In fondo, pero', li si puo' anche perdonare, visto che Hughes e' sempre presente e che la qualita' dei pezzi in questione e' comunque notevole. Real World (la terza traccia) proviene in realta' da un album solista di Glenn, registrato ad inizio anni '90 e, anche questo (sigh!) mai pubblicato ufficialmente, mentre Shakin' My Wings e' in realta' To Cry You A Song estrapolata dal bel tributo della Magna Charta ai Jethro Tull (quando ho sentito il riff mi e' venuto un colpo!) Chiude l'album una fantomatica versione remix (a me pare uguale all'originale... qualcosa mi dice che i bootlegari hanno barato di nuovo!) della ballad No Stranger To Love, naturalmente presente sul piu' volte citato Seventh Star. Considerazione finale: sicuramente il nuovo album solista di Iommi vendera' 100 volte di piu' di quanto non avrebbe venduto questo e, probabilmente (visto che Tony non si discute!), sara' pure molto bello... Ma resta il fatto che, se questo 8th Star non verra' pubblicato anche lui, con una tracklist completa, con un mixaggio decente e senza quei fastidiosi tagli nei primi due pezzi sara' letteralmente una VERGOGNA per chiunque sia responsabile di cio'. Speriamo che, per una volta, la musica vinca e che le considerazioni commerciali segnino il passo di fronte all'immensa qualita' di questo progetto. Iommi & Hughes rule!!!!
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VOTO: 10/1 (in barba alle case discografiche!)
Purple74
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