Gli Slayer sono, come tutti ben sanno, uno dei gruppi appartenti al
quadrilatero thrash ( insieme ad Anthrax, Megadeth e Metallica), ed hanno
scritto le pagine piu' importanti della storia della musica heavy. Dopo
il loro eloquente debutto, "Show no Mercy", un disco di heavy metal con
violentissimi riff di chitarra, arriva un anno dopo "Hell Awayts" a
confermare la crescita di questo gruppo. Ma e' con il terzo full-lenght che
gli Slayer raggiungono l'apice del successo, con quel "Reign in blood",
passato alla storia della musica come uno dei piu' pesanti e violenti dischi
mai concepiti. In effetti questo disco rappresenta un punto cruciale anche
per genere quali il death e il black metal che nasceranno negli anni a
venire.
Ad aprire il disco sono i riff taglienti e veloci del duo Hanneman/King
con una fra le piu' rappresentative canzoni del combo californiano, "Angel
of Death". Cosi' il cantato malvagio e nevrotico di Tom Araya ci assale in
pieno volto, come il drumming furioso e preciso di Dave Lombardo (uno dei piu'
grandi batteristi metal di sempre). Se c'e' una cosa che non manca nei
dischi degli Slayer sono gli assoli, che non potevano cosi' mancare anche in questa
opener, con Hanneman e King che si alternano nella loro esecuzione, dando
cosi' prova della loro grande bravura. Subito dopo troviamo "Piece by Piece", che
parte piu' cadenzata, ma non appena Tom da' voce alla sua malvagia ugola,
subito si torna a pestare duro, con un Lombardo ispirato e che riesce a dare non
solo a questa canzone ma anche a tutto il disco quel tocco in piu'. Quindi e' il
turno di "Necrophobic" ad assalirci in tutta la sua potenza, con tempi
sempre elevati e le chitarre che macinano riff su riff. Nemmeno nel momento
dell'assolo diminuisce la velocita', con i due folli chitarristi che sfornano note su
note alla velocita' della luce e con un Lombardo che picchia sempre piu' duro con
la sua doppia cassa. A questo punto arrivano "Altars of Sacrifice" prima e
"Jesus Save" poi a confermarci le intenzioni dei californiani, con un thrash veloce
e pesante e con degli assoli in pieno stile Bay Area. Quindi e' il momento di,
una secondo il sottoscritto, delle migliori canzoni del lotto, ovvero
"Criminally Insane". Canzone che si apre con un intro di batteria, seguita poco dopo
dalle chitarre sempre veloci e taglienti, con un Tom Araya che ci affascina con le
sue oscure vocals. Dopo ci pensa la piu' tirata "Reborn" da farci scuotere con i
riff delle chitarre, il drumming di Lombardo e le vocals di Araya che sembrano un
tutt'uno e ci vengono addosso senza alcuna pieta'. Con "Epidemic" continua la furia
cieca degli "Assassini" non concedendo cosi' nessuno scampo all'ascoltatore. "Post
Mortem" e' invece una canzone che pur non rinunciando alla velocita' presenta riff
piu' oscuri e un drumming basato per lo piu' su mid tempos. Ecco a questo punto il
rumore di un temporale che arriva a squarciare il cielo con la sua pioggia, una pioggia
fatta di sangue. E' il momento infatti della stupenda "Raining Blood", che si apre
con quell'indimenticabile riff e che in seguito prosegue nella sua furia cieca.
Una delle piu' belle canzoni mai scritte dagli Slayer, che regala tante di quelle
emozioni difficili da poter dire con delle semplici parole. E quando Tom grida:
"Raining blood, from the lacered sky, bleeding its horror, creating my structure, now I
shall Reign in Blood!", un fremito attraversa il nostro corpo. Cosi' con questa pioggia di
sangue, scorre via anche il disco, dieci canzoni dalla durata davvero esigua (il disco dura
circa trenta minuti scarsi) ma che trova proprio in questo la sua caratteristica,
riuscendo ad innalzare l'adrenalina che scorre nelle nostre vene. A questo punto non rimane altro
che far partire nuovamente l'ascolto di questo disco e lanciarsi in un appassionato
headbanging, almeno fino a quando la nostra testa sara' ancora attaccata alla base del collo!!