SAMAEL - eternal
Settembre 1999
Mettiamo subito in chiaro una cosa: in questo album potete trovare -nell'ordine- batteria elettronica, campionatori, tastiere e voci filtrate. Qualcuno potra' alzare lo spadone e gridare "Morte agli infedeli, questo non e' metal!", ma sfido chiunque a fare un'affermazione del genere dopo aver ascoltato il disco in questione. Questo e' metal, altroche', e della miglior specie anche! Se gia' Passage lasciava intuire quale strada avrebbero intrapreso i Samael in futuro, Eternal e' la conferma di tutto quello che la band aveva promesso. E visto che ultimamente molti si divertono a fare i reazionari in modo incredibilmente forzato (ma c'era veramente bisogno dei Metalium e dei Freedom Call, per esempio?), non e' facile trovare un gruppo che abbia il coraggio di andare controcorrente e di seguire la propria naturale evoluzione, lontano da canoni predefiniti.
Metal, dicevamo: non spaventatevi se ascoltando Infra Galaxia vi sembrera' di essere su di un'astronave lanciati verso lo spazio profondo, perche' potrebbe anche essere vero. E vi capitera' spesso di avere sensazioni del genere durante l'ascolto di Eternal, perche' quest'album e' maggiormente incentrato sulle sensazioni, sulle atmosfere, tanto che l'aggressivita' cieca di Passage (che era frutto anche della superba produzione di Sorychta) compare solamente a tratti, dosata col contagocce.
Eppure questo lavoro da un certo punto di vista risulta anche piu' estremo del suo predecessore, ma si tratta di una violenza sottile e psicologica, non sguaiata ed esteriore. Un album da Capitani Spaziali, insomma! Sentitevi Year Zero o Nautilus and Zeppelin o Ailleurs (un titolo che piu' azzeccato non si puo') ad esempio, poi mi saprete dire. Benvenuti a bordo dell'astronave Samael. Si prega di allacciare le cinture di sicurezza. Buon viaggio.
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VOTO: 1/1
Aragorn
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