Per chi scrive, gli Steel Prophet hanno realizzato uno dei migliori
lavori in ambito metal classico del 1999. Apprezzati da critica e
pubblico ed aiutati da un riuscito tour a fianco di Gamma Ray ed Edguy,
piu' la partecipazioni ad importanti festival estivi come il Wacken e il
Bang your Head!, sono riusciti finalmente ad avere quel successo che da
tempo si meritavano visto che ormai sono in giro dagli inizi degli anni
80. Squadra che vince non si cambia, e cosi' richiamato alla produzione
Joe Floyd dei cult heroes ottantiani Warrior, Gli Steel Prophet
ritornano con il nuovo Messiah, con un sound in continuita' col
precedente album. La loro musica potrebbe essere definita semplicemente
come Heavy metal, che prende direttamente dagli Irons dei primissimi
albums e dai Fates Warning con il mai troppo compianto Jon Arch alla
voce. Su tutti i musicisti presenti sul disco spiccano Il singer Rick
Mythiasin autore di una stellare performance e l'axe-man Steve Kachinsky
capace di inventare riffs su riffs in modo da tener sempre desto
l'acoltatore, pur rimanendo all'interno di uno stile molto omogeneo. Per
dare un esempio di quanto detto, si posso vedere alcune songs: The ides
of March e' una cavalcata puramente Maiden; Vengeance Attained parte
lenta ed acustica, si evolve in un mid-tempo oscuro alla Ronnie James
Dio e si conclude in una parte veloce e vorticosa.Piuttosto progressiva
Mysteries of Iniquity, con un beat che lo stesso gruppo descrive come
be-bop jazz( e direi che hanno pure ragione!)!
In Dawn of Man abbiamo un assolo che ricorda l'operato di guitarists
come Rhoads o Shenker, in Goddes Arise invece vengono richiamati in
causa pure i Queen. Insomma ci troviamo di fronte ad un ottimo ritorno,
e gli Steel Prophet dimostrano di essere uno dei gruppi di punta del
rinato metal americano, forse c'e' qualcosa da rivedere per la
produzione, ma direi che si tratta piu' che altro di questioni di lana
caprina...