Non nascondo che le mie aspettative in vista di questa ristampa erano veramente alte, non fosse altro perche' "One hour by the concrete lake" (per chi non fosse sul Pianeta Terra negli ultimi 12 mesi, trattasi dello splendido secondo album dei P.O.S.) e' al momento il mio disco dell'anno.
Contrariamente a quanto avviene ormai troppo spesso, l'attesa e' stata premiata dall'uscita di quello che mi sento di definire senza mezzi termini "un capolavoro".
Anzi, faccio fatica a credere che nessuno si sia accorto di questo disco per ben due anni, relegandolo ad una prestigiosa, ma sicuramente limitante edizione giapponese.
Quello che ci offre questa riedizione e' un lavoro su cui tanto ci sarebbe da dire che diventa perfino difficile descrivere il suono che questi ragazzi svedesi riescono a forgiare mescolando in modo personalissimo le loro molteplici influenze.
Come per tutti i gruppi che circolano attorno al prog-metal i maestri si chiamano Queensryche e Dream Theater, ma dentro questo disco troverete anche molto dei teatrali Saviour Machine fino a riconoscere tracce nemmeno troppo nascoste di crossover moderno.
Questo caos di stili produce un sound sfuggente e poliedrico che si evolve sempre in direzioni imprevedibili e vi costringera' a seguire l'andamento del brano con molta attenzione, pena lo smarrimento totale del senso melodico dello stesso.
Non vorrei pero' dare l'impressione di trovarci di fronte ad un marasma indecifrabile, casomai ad un disco diverso in cui i pezzi conservano tutti una propria impronta e che quindi concede pochi punti di riferimento, rendendo obbligatorio un minimo di sforzo.
Finalmente ci troviamo davanti ad un'uscita priva di riempitivi o pezzi inutili, qui ogni tassello si inserisce alla perfezione formando uno splendido mosaico che trasmette un senso di compiutezza decisamente appagante.
Se a tutto questo aggiungete che i Nostri evidenziano doti tecniche invidiabili e che sorreggono le gia' ottime scelte melodiche con potentissimi cori a quattro voci, il quadro che ne esce fa pensare che il percorso della musica contemporanea non possa fare a meno di una fermata obbligata fra queste note.
Scommettere su questo gruppo vi sembra un rischio?
PS: ho volutamente evitato di citare singole canzoni tra quelle contenute nel lavoro perche' sono convinto che ciascuno avra' le proprie preferenze. Questo e' un disco da ascoltare ed apprezzare nella sua interezza.