PANTERA - reinventing the steel
Aprile 2000
Fa quasi tenerezza dover tornare a parlare di PAntera Sound. Fino a qualche anno fa tutti i gruppi che in qualche modo volevano emergere senza troppo sforzxo dovevano limitarsi a scopiazzare la ricetta dei 4 texani. Devo ammettere che oggi che la moda imperante e' il korniosmo, con tutte le sue angoscie e contaminazioni con l'hip-hop, la "panterizzazione iniziava a mancarmi. "Reinventing the steel" il nuovo album in studio dei Pantera dopo 4 anni, segna un ritorno di quel sound caratteristico, fatto da chi l'ha inventato e lo sa eseguire meglio. Quasi nulla e' cambiato: riffoni grassi e carichi di groove, tempi di batteria cadenzati che farebbero fare mosh pure a un morto (ma Vinnie Paul usa ancora la doppia cassa come tappabuchi) e la voce da gorilla incazzato di Phil Anselmo. Le canzoni sono tutte molto trascinanti e potenti a partire dalla pompatissima opener "Helbound" dalle strofe quasi epiche, fino alla conclusiva "I'll cast a shadow" dove la voce di Anselmo si riduce a un rantolo feroce da far invidia a Seth Putnam degli Anal Cunt! In mezzo abbiamo episodi piu' (Relativamente visto lo stato di devastazione totale in cui versa l'ugola di Anselmo) melodici come "Revolution is my name" o la doomeggiante "It makes them disappear", forse la piu' noiosa del disco. In ogni caso un disco piacevolissimo, che non stanca e fa venir voglia di spaccarsi il collo a furia di headbangin'. Una manna dal cielo in questi tempi di vocette da castrati e rappettari depressi con le chitarre. Chi ha orecchie per intendere...

VOTO: 1/1
AnalCunt
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INFO:
Anno: 2000
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