METAL CHURCH - masterpeace
Settembre 1999
SPV/Steamhammer
Un'altra reunion, preannunciata lo scorso anno dal live album "doc" e finalmente concretizzatasi con un nuovo disco in studio.
Logicamente, differenze stilistiche sostanziali rispetto ai primi passi della Chiesa Metallica ce ne sono, anche se la copertina riporta la gloriosa chitarra dell'esordio. La band, comunque, ha ancora lo smalto dell'heavy classico di stampo a stelle e strisce.
Si pagano tributi ai Judas Priest degli anni ottanta, alle strutture stop and go con le chitarre a reggere il gioco e la struttura ad esempio di "Into dust", uno degli episodi che piu' convincono di questo nuovo lavoro.
La vena cupa deborda in una queensrychiana "Kiss for the dead", davvero malata e sconvolgente se associata al repertorio dei Metal Church, anche se dovremmo perdonare certi echi di una celebre "Suite sister Mary".
"Lb of Cure" riporta i registri sull'headbanging forsennato, tiratissima, una rincorsa fra gli elementi del gruppo che sara' la vera attack song in sede live, addirittura thrashy nelle ritmiche "Faster than life", mentre piazza un arpeggio introduttivo nel migliore stile del gruppo la title track prima di partire come un treno in corsa per una destinazione ignota intitolata "All your sorrows".
"They signed in blood" riporta le atmosfere crepuscolari all'interno dell'album, prima di piazzare la cover "churchizzata" di "Toys in the attick" di Aerosmithiana memoria.
"Sand kings" chiude il lavoro, ricollegandosi in un certo modo all'opener "Sleeps with thunder", chiudendo il cerchio di questo disco tanto atteso che ha portato nei Metal Church lo stile del Vanderhoof solista, imbastardendo quel suono cosi' classico con atmosfere decisamente nuove per la band.
In definitiva, un album che si lascia piacevolmente ascoltare, lontano comunque dal capolavoro auspicato da una band di questa caratura, che certamente ha scritto pagine migliori di quelle raccolte in "Masterpeace", ma torna prepotente ad occupare un posto che aveva lasciato vacante, prima che qualcun altro riesca ad insediarvisi.
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VOTO: 1/1
Space Captain
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