LIQUID TENSION EXPERIMENT 2
Agosto 1999
Sinergy
Magna Carta
E cosi' siamo giunti al secondo capitolo anche in casa "Liquid tension experiment", sorta di "super-gruppo" che vede la partecipazione, per chi ancora non lo sapesse, di alcuni dei musicisti piu' noti della scena rock/metal odierna. Come altrimenti definire un side-project (esclusivamente strumentale) che si avvale della collaborazione di soggetti del calibro di Mike Portnoy e John Petrucci (rispettivamente batterista e chitarrista dei Dream Theater), Jordan Rudess (nuovo tastierista del "Teatro Del Sogno") e Tony Levin (sicuramente uno dei bass-player piu' apprezzati di sempre)? Se gia' il primo "esperimento" era risultato gradevole e, in un certo senso, spiazzante, elogiato a dismisura dai (molti) fans dei Dream Theater rimasti delusi da un disco come "Falling into infinity", i quali potevano finalmente riassaporare certi passaggi del capolavoro "Images and words", questo secondo lavoro pare addirittura superiore, sotto molti punti di vista, al suo predecessore. Il gruppo, fin dai primi ascolti, sembra molto piu' affiatato, e le otto composizioni (o forse sarebbe piu' giusto dire "improvvisazioni") non possono che trarne giovamento. L'opener "Acid rain" sembra mettere subito le carte in tavola: il drumming folle e "inafferrabile" di Portnoy non stupisce quasi piu' nessuno, mentre e' una sorpresa trovare il suono della chitarra di Petrucci cosi' pesante, dalle sfumature quasi thrash, che dominera' la scena per quasi tutta la durata del disco. Lo stile tastieristico di Rudess e', ancora una volta, largamente influenzato da sonorita' classiche, il che potrebbe far ben sperare tutti coloro che vorrebbero dai Dream Theater una specie di ritorno al passato, mentre al basso Levin si conferma il solito mostruoso musicista.
In 74 minuti di improvvisazioni varie i quattro riescono a fare il bello e il cattivo tempo, riuscendo a non annoiare, ma, anzi, a creare un impasto sonoro vario e relativamente orecchiabile (dopo pochi ascolti i pezzi cominciano gia' ad entrare in testa, fenomeno assai singolare visto che siamo alle prese con un'opera puramente strumentale).
Si passa con naturalezza dalle dolci note di "Biaxident" (veramente toccanti certi passaggi jazzistici) alle atmosfere quasi "mediterranee" presenti in un pezzo come "Another dimension", senza alcun cedimento di sorta. E se la favolosa e melodica "When the water breaks" vede un Petrucci stellare alla sei corde, sia per feeling che per capacita' tecniche e fantasia, la seguente "Chewbacca" e' a tratti piu' oscura e minacciosa, ma sembra non stonare nel contesto sonoro del disco. "Liquid dreams", grazie alla sua leggiadra intro pianistica piacera' a tutti coloro che si sono commossi con "Surrounded", per poi trasformarsi (ovviamente) in qualcosa di totalmente diverso. La festa infine si conclude con la dolce "Hourglass", in un cui il duo Petrucci-Rudess estrae dal cilindro magico una melodia affascinante e senza tempo, dotata di un fascino tutto suo.
Cala cosi' il sipario anche per questo album, che magari molti troveranno indigesto se non addirittura pretenzioso. Potrei sbagliarmi, ma credo che progetti del genere nascano soprattutto dalla voglia di suonare insieme e divertirsi. E se avete voglia di sentire in che modo si divertono musicisti come quelli suddetti, allora accomodatevi.....in sala dovrebbero esserci ancora posti liberi.
VOTO: 1/1
Gianluca "Geoff"
Torna all'attacco il quartetto terribile composto da Mike Portnoy, John Petrucci (entrambi nei Dream Theater), Jordan Rudess (entrato nei DT proprio dopo la registrazione di questo album) e Tony Levin (King Crimson, tra le miriadi di collaborazioni). Come l'omonimo esordio dello scorso anno, LTE e' un album-progetto completamente strumentale, costruito su un nucleo di pezzi improvvisati live in studio. Il nuovo parto di questi straordinari musicisti non delude le aspettative di quanti hanno apprezzato il primo "Experiment": tecnica strumentale sopraffina messa in atto in composizioni a tratti debordanti che spaziano da un alto all'altro del prog-metal (l'elemento metallico e' dettato soprattutto dalla chitarra di Petrucci, forse mai così heavy), concedendosi ampie e frequenti divagazioni in territori musicali più sperimantali e inusuali rispetto ai canoni del genere. Spicca la versatilita' di Rudess, che si dimostra non solo ottimo (e veloce!) esecutore di scale e in coppia con Petrucci, ma anche geniale ricercatore di suoni e abile tessitore di atmosfere. Il nuovo lavoro sembra piu' "ragionato" rispetto al predecessore, i pezzi paiono talvolta piu' studiati, ma rimangono immensamente godibili e molto spesso facilmente memorizzabili: "Acid Rain" e' una giostra di tempi e riffs ad alta velocita' da far rizzare i capelli e, con la lunga e articolata "When the water breaks" (talvolta inquietante e oscura, segnata da un drumming quasi alla Mark Zonder) e' il brano piu' vicino allo spirito dell'esordio. "Biaxident" e "Another Dimension" (dove Petrucci si lascia briglia sciolta al suo solismo), con i loro suoni e arrangiamenti latineggianti, illustrano un lato ancora inedito di questo supergruppo. "914" e' un frammento funky-orientaleggiante, con un Tony Levin da urlo allo stick e un Portnoy inarrestabile. "Chewbacca" parte come un massicio mid-tempo, poi si stempera in sonorita' quasi ambient prima di un finale nuovamente granitico, dove la chitarra di Petrucci sembra lanciare scariche di pura elettricita'. "Liquid Dreams", lo si intuisce dal titolo, e' un brano lento e rilassato, vetrina per il talento tastieristico di Rudess. Chiude il disco il duetto per piano e chitarra acustica "Hourglass", semplicemente affascinante, ma purtroppo tagliato impietosamente mentre la melodia ti gira ancora per il cervello...
In conclusione, un album strepitoso che non mancherà di esaltare i fan dei quattro musicisti e di attirare gli strali di quanti ritengono progetti di questo genere sterili esercizi tecnici. A questo punto nutro la sincera speranza che il prossimo album dei Dream Theater possa raggiungere il livello di questo LTE 2; se non sara' così...beh, speriamo in un LTE 3!
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VOTO: 1/1
Lorenzo
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