I Kansas hanno fatto la storia dell'hard rock made in U.S.A, sono ancora in attivita' dopo quasi 30 anni dalla loro formazione e hanno pubblicato una lunga serie di splendidi album ma.... Point Of Know Return e', a mio modestissimo parere, un piccolo miracolo in musica!Mi rendo conto che questa affermazione puo' sembrare quantomeno eccessiva, ma penso che in quest'album sia contenuta la perfetta fusione fra il prog-rock romantico europeo e l'hard rock americano.
E' il caso di procedere con ordine, pero'...
Registrato nell'estate 1977 come successore del gia' ottimo "Leftoverture", POKR e' il risultato del lavoro di un 6-pieces formidabile: Phil Ehart (percussioni), Dave Hope (basso), Kerry Livgren (chitarra-piano-synth), Robby Steinhardt (violino-viola-voce),Rick Williams(chitarra) ed il divino Steve Walsh (voce-piano-synth).Un organico cosi' ricco di polistrumentisti permetteva una vasta scelta di soluzioni compositive al duo Livgren/Walsh(autori, da soli o in coppia, della quasi totalita' delle canzoni) e statene pur certi, loro non si sono fatti sfuggire l'occasione!
Racchiudere lo stile dei Kansas in un'etichetta e' impresa difficile, dato che Hard-Pomp-Prog-Symphonic-Rock sembra piu' uno scioglilingua che una definizione utile.Diciamo che sono stati i gruppi successivi "a suonare alla Kansas"!
Dal prog romantico europeo(alla Genesis/Yes, tanto per intenderci) i Kansas hanno ereditato il gusto per parti strumentali intricate ed atmosfere barocche e fiabesche, ma il vero colpo di genio e' stato quello di riuscire a coniugare questi elementi con il pragmatico gusto per la melodia e la compattezza del migliore hard rock americano: pur presentando digressioni solistico/strumentali non indifferenti, i brani si attestano su una media di 4 minuti, raggiungendo i 7 solo in due occasioni!
Niente sbrodolature autoindulgenti, ma tante idee e melodie "forti" e memorizzabili affidate alle ugole di Steinhardt e Walsh.Quest'ultimo in particolare e' un vero e proprio fuoriclasse, in grado di passare con sorprendente disinvoltura dalle note malinconiche di "Nobody's Home" all'energia contagiosa della title-track. Per non parlare della sua interpretazione nell'immortale "Dust In The Wind", una delle ballads piu' belle e toccanti che i 70s abbiano prodotto: purtroppo e' probabile che molti conoscano la canzone senza sapere in quale album e' contenuta...
E' quasi imbarazzante dover ammettere la difficolta' di scegliere un brano piu' riuscito o un elemento distintivo di quest'opera: potrei menzionare le magnifiche parti di violino(perfettamente inserito negli arrangiamenti e spesso duettante con le chitarre in fase solista), le sinfoniche(ma mai pacchiane) stratificazioni di tastiere, i potenti cori a piu' voci, l'instancabile e varia sezione ritmica, i duelli delle chitarre, le parti vocali, l'energia complessiva, persino la copertina....tutto concorre ad un risultato finale da applausi a scena aperta!
In quanto all'importanza storica dei Kansas, non penso di esagerare dicendo che i Dream Theater non sarebbero mai esistiti senza di loro( ascoltatevi un brano come "The Spider")!E, tanto per provocare, aggiungerei che i nuovi/vecchi Iron Maiden potrebbero ripassarsi POKR per trarre utili indicazioni su come far convivere le tre chitarre in maniera creativa(dato che i Kansas sfruttavano a fondo due chitarre, un violino e le tastiere-vedi "Lightning's Hand"-!).
In caso non vi fidaste del mio entusiastico giudizio, vi invito ad ascoltare la title-track posta in apertura del disco: in poco piu' di tre minuti, condensa gran parte dell'essenza dell'album attraverso il trascinate chorus (punteggiato dal violino) ed i suoi stacchi piu' sognanti...e se proprio non vi bastasse, passate alla conclusiva "Hopelessly Human", con tutta la forza immaginativa di una suite racchiusa in pochi minuti ed un testo bellissimo sulla natura umana...si, perche' quasi dimenticavo di far notare la bellezza di liriche fantasiose( ma non astruse come molte prog band erano solite produrre) e positive, una volta tanto.
Considerato che la ristampa su cd di questo album e' facilmente reperibile a prezzo medio, se non lo possedete gia', fatevi un favore: rinunciate ad acquistare uno solo dei tanti cd di prog-metal fotocopia che infestano il mercato odierno e procuratevi un disco che in piu' di vent'anni non ha perso minimamente la sua forza creativa. Non ve ne pentirete.