Quarto disco per gli Iron Maiden, datato 1983, e sebbene fosse difficilissimo anche solo eguagliare le vette qualitative del precedente "Number of the Beast", loro riuscirono nell'impresa, dando vita ad una serie di canzoni eccezionali, che rimangono tra le piu' belle mai composte dal gruppo, e tra le piu' conosciute e amate dai fan.
Il songwriting e' quello dei dischi precedenti: mitiche cavalcate di chitarra, atmosfere epiche, assoli melodici ma mai banali e produzione al passo con i tempi; su tutto questo si erge la voce di Bruce Dickinson, che qui canta in modo semplicemente straordinario, forse alla sua migliore prestazione di sempre, e il basso instancabile e martellante di Steve Harris.
I pezzi migliori rimangono, per chi scrive, proprio quelli scritti interamente da Harris : la potente e magnifica "Where Eagles Dare", storia dei soldati americani che piombano dal cielo sul Castello delle Aquile, roccaforte nazista nelle Alpi bavaresi; l'immortale "The Trooper", coverizzata in seguito dai Sentenced e dai Rage e inclusa nei loro dischi; l'epica "Quest For Fire", nella preistoria con le tribu' primitive alla ricerca del potere del fuoco; la lunga e atmosferica "To Tame A Land", sul pianeta di sabbia Dune tra Fremen e Gom Jabbar.
Indimenticabile e' "Revelations", il capolavoro di Bruce, cosi' come "Flight of Icarus", scritta insieme all'inseparabile Adrian Smith, che racconta in modo memorabile la leggenda greca di Icaro; un po' lontana dai soliti canoni maideniani e' "Die with your boots on", ma ugualmente affascinante; la voce suadente di Bruce introduce piano piano "Still life" per esplodere poi irrefrenabile nella seconda strofa e nel refrain, ed e' di nuovo magia; una bella cavalcata apre la trascinante "Sun and Steel", che ha il suo culmine ancora una volta nel bellissimo chorus.
Piece Of Mind : una pietra miliare del metal, un disco di 17 anni fa che non ha nulla da invidiare alle uscite odierne, un disco insensibile al trascorrere del tempo.