ICED EARTH - night of the stormrider (1992)
Gennaio 2000
"Durante l'ultimo raggio della sacra luna
Cammino per dei terreni desolati, cosi' freddi, tutto solo
Il cavaliere venne da me, un nero tornado, una violenta massa
La nuvola del male crebbe, ora sono segnato...per sempre"
Con queste parole, il protagonista della storia narrata in quest'album ci dice che e' definitivamente passato dalla parte del male.
Quest'album narra, infatti, la storia di un uomo che viene scelto dalle oscure forze della natura per essere colui che dominera' il mondo fino a portarlo alla distruzione.
Il tutto si conclude tragicamente, col protagonista che, seduto sulla barca nientepopodimenoche di Caronte, riflette sulla sua vita, su quello che ha fatto e su come, nonostante il luogo in cui sta andando, non e' pentito delle scelte fatte...

Night of the Stormrider fece la sua comparsa nel 1992, edito da Century Media, non fece certo il botto come meritava, anzi, passo' piuttosto in sordina ai tempi, e fu un peccato, perche' avrebbe potuto scuotere il regno del metallo come un suo illustre contemporaneo, ovvero Painkiller.
Era il secondo lavoro di una, allora, giovane band americana, sconosciuta ai piu', gli Iced Earth. A tutt'oggi e' quello che considero ancora come il loro capolavoro e certamente un album degno di entrare nella storia del metal, a fianco di "pietre miliari" come Iron Maiden o Judas Priest.
Dopo un primo album indubbiamente affascinante, ma ancora troppo maideniano nella costruzione dei riff e delle melodie, questo secondo lavoro degli Iced Earth si fa subito notare grazie ad uno stile piu' personale che caratterizza la band e che ancora e' un po' il suo marchio di fabbrica: una potente miscela di power e vecchio thrash (piu' thrash in realta') il tutto condito con una reminiscenza del vecchio epic metal americano, quello dalle atmosfere oscure e pesanti, cariche di pathos, e con quel tocco di melodia che non guasta mai.
Le canzoni si basano su delle intricate architetture che vedono come elemento portante il riffing del deus ex machina del gruppo, ovvero Jon Schaffer, e che sono poi abbellite da un cantato abbastanza particolare. Tutti i cantanti degli Iced Earth, infatti, ad eccezione del primo, hanno una fondamentale caratteristica, ossia la capacita' di saper cantare sia su delle tonalita' molto alte, sia di usare delle vere e proprie growls per sottolineare i momenti piu' "cattivi". Inoltre, come se non bastasse, occorre anche una certa capacita' interpretativa.
Abbiamo cosi' canzoni molto epiche come l'iniziale Angels Holocaust, che si apre con una citazione piuttosto marcata da Fortuna Imperatrix Mundi di Carl Orff. Dopo l'inizio corale ecco Stormrider, canzone molto particolare, veloce, violenta e soprattutto interamente cantata da Jon Schaffer, l'unico che ancora oggi la riesca a cantare con la giusta dose di cattiveria. Arriva quindi a ruota (il mixaggio alla Reign in Blood rende le prime tre canzoni come se fossero una sola tanto sono attaccate) The Path I Choose, la quale si apre con un riff spacca braccia (e' davvero faticoso eseguire tutta la cavalcata iniziale) e che vede la scelta del protagonista della storia.
Momenti lenti ed epici si alternano ad attimi di pura violenza, sottolineati da una contro plettrata veloce e potente. E' quindi la volta di uno dei brani piu' strani dell'album. Ce ne sono due di questo tipo, sono quasi delle intro, molto brevi come durata, ma hanno una loro storia e un'importanza nell'economia del disco da non sottovalutare. E' in Before the Vision che Schaffer raggiunge uno dei momenti piu' poetici nel suo songwriting, ascoltare per credere. Arriva quindi Mystical End, ovvero "la distruzione sta arrivando". Canzone segnata da uno stacco centrale con chitarra cadenzata e testo che fa venire i brividi. Con un arpeggio che mi ha sempre molto affascinato, perche' mi ricorda davvero al pioggia che cade, Desert Rain, dalle strofe cattivissime e dal ritornello molto epico e meno oscuro degli altri, anzi, qui sembra ci sia quasi un barlume di speranza, il protagonista trova la forza per lottare ed ecco infine, l'Armageddon, Pure Evil, "dipingemmo il cielo di sangue sta notte, liberando i dannati per combattere". L'olocausto infine arriva. Canzone molto complessa ma estremamente affascinante, grazie all'intreccio dei suoi riff, all'epicita' del coro che narra della battaglia, alle melodie che la pervadono e in generale a tutta l'atmosfera che permea il brano.
Siamo giunti alla fine, Reaching the end, brano breve quanto Before the Vision, che vede il nostro protagonista in punto di morte, sta per intraprendere il viaggio finale.
L'ultima canzone dell'album, e come tradizione degli Iced Earth, la piu' lunga, la piu' bella, la piu' intricata, quella che riassume un po' tutte le sensazioni delle altre canzoni. Arriva con un attacco potente, che non ti fa resistere dal fare un po' di sano Headbanging. Travel in Stygian, l'ultimo viaggio. Epicissima e molto oscura, inizia con la voce di John Greely che si fa stridula e maligna sui potenti riff delle chitarre e la martellante batteria, l'Infero chiama! La parte centrale vede dapprima la riflessione del protagonista, che ricorda quando il Cavaliere venne da lui e lo scelse, poi tocca a Caronte rivolgersi al protagonista invitandolo infine a salire sulla barca: "The anchman awaits you, yes that's right, step aboard, we have a very long journey, you owe us..."
Cosi', con una melodia di pianoforte si chiude quello che, secondo me, e' uno dei migliori album metal di tutti i tempi, saro' forse esagerato e troppo di parte, ma pochi album mi hanno sconvolto e affascinato come questo. Purtroppo gli Iced Earth hanno perso un po' quella particolare maniera di basare le proprie canzoni su delle strutture piu' complesse, semplificando un po' il songwriting e rendendolo piu' accessibile, infatti secondo me, pur avendo sfornato altri ottimi album in seguito, questo rimane di sicuro il migliore, seguito dal primo omonimo e del successivo Burnt Offerings, nel quale troviamo quella che e' sicuramente la loro sfida piu' ardita, ma questa, come si dice nelle favole, e' un'altra storia...

VOTO: 1/1
Amarth
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INFO:
Anno: 1992
Etichetta: Century Media
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