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Contribuire al rinnovamento di un suono, di un monicker storico,
dell'osare al di la' della grande prova di "Do what thou wilt" come
antipasto per il prossimo "Panic", la band rilascia questo singolo.
Immagino gia' le facce dei die hard fans sconvolte dal modernismo che
trasuda da queste note, un hi-tech-ss in pieno fulgore. Nulla di quanto
si fosse gia' ascoltato dai Death SS, una strada che sa di Nine Inch
Nails ubriachi di hard rock, addirittura con delle melodie quasi solari
nel ritornello della canzone. Si osa, nel singolo, con le versioni
alternative, acnora piu' scintillanti e stravolte. La "Digital redemption
remix" e' una traccia che lascia il segno, assassina nel suo beat, manco
fosse una struttura prettamente hard rock ad essere rimaneggiata. Un
interludio in pieno horror style, "The devilish Meetings" e' il ponte con
la "Virtual messiah remix", che mischia i colori del Manson piu'
visionario a certi suoni di matrice Chemical Brothers o al piu' come se
fosse una scheggia impazzita della colonna sonora di Spawn, film orrendo
ma con una soundtrack di tutto rispetto per lo stravolgimento cui ha
sottoposto alcune tracce. La chiusura e' affidata ad una cover dei
Satellites, "Jack the ripper", che nella migliore tradizione dei Death
SS viene compeltamente personalizzata in chiave teatro panico,
ovviamente con i suoni che contraddistingueranno "Panic", di cui
parleremo sicuramente nei prossimi mesi. La strada intrapresa e' giunta
al punto di non ritorno per la band, ed e' bellissimo perdersi proprio
qui, oltre la sottile linea del blasfemo moderno, oltre la tradizione
che avrebbe voluto un altro disco come i precedenti, oltre la tecnologia
messa al servizio di una mente dotata di innegabile talento come quella
di una band come i Death SS. Complimenti, ragazzi, ed ora, via
all'album!
VOTO: 1/1 Space Captain
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