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Per quanto mi riguarda, questo quintetto svedese e' la rivelazione dell'anno. I Darkane sono stati messi in piedi dal talentuoso batterista Peter Wildoer (sorta di nuovo Gene Hoglan!), con un passato negli Armageddon di Michael Amott e nei misconosciuti Agretator, formazione dedicata ad un tecnicissimo e pazzesco thrash influenzato da Meshuggah e Cynic. Ma il repertorio presente in "Rusted Angel" si distanzia notevolmente da tutto questo, orientandosi su un death metal che risente della tradizione svedese riletta per una volta in un modo molto personale… ma andiamo con ordine. Alla base di tutto possiamo mettere i sempiterni At The Gates, a cui si aggiunge lo spirito dei Carcass di "Heartwork", per lo stile slayeriano e dinamico ricco pero' di aperture alla melodia nei fraseggi classici delle chitarre; a questo si puo' aggiungere la costruzione di ritmiche intricatissime e terrificanti che possono riportare alla mente i gia' citati Meshuggah, e una dichiarata passione per il thrash dei tempi che furono. Gia' questo potrebbe far venir l'acquolina in bocca a molti di voi, ma se aggiungiamo una frenesia esecutiva degna degli Strapping Young Lad, un'approccio violentissimo alla composizione senza mai scadere nel caos e nella confusione fine a se' stessa, affascinatissime e morbose atmosfere dark , un vocalist capace di attraversare tutti i registri estremi e cimentarsi con buoni esiti col cantato pulito e una produzione mostruosa a cura di Daniel Bergstrand, ecco che questo album si rivela come una gemma di metal assassino, tecnico e ricco di inventiva. Architetture sonore complesse ma assimilabili, un apparente marasma di violenza sonica che in realta' si rivela un meccanismo precisissimo e cori maestosi di grande effetto completano il quadro di un album che rasenta la perfezione e che calpesta senza pieta' dozzine di insignificanti dischetti di power metal birraiolo ed inoffensivo che ci sorbiamo da ormai tre anni. Non ignorate queste brillanti promesse!
VOTO: 1/1 Niccolo'
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