CARCASS - heartwork (1995)
Aprile 2000
Che orrido nome...Carcass. Sinceramente ad una band con un nome del genere non darei un minimo di credito, ma evidentemente non e’ buona norma giudicare i gruppi dal nome, anche e soprattutto perche’ i Carcass sono stati una delle band fondamentali (sebbene abbastanza di culto) degli anni 90.
Anzi, questo "Heartwork" (che si presenta con in copertina una inquietante scultura del visionario artista svizzero H.R. Giger) per quanto riguarda il sottoscritto e’ un album di una importanza fondamentale nel panorama metal dei nineties, forse solo alla pari con quell’altro piccolo capolavoro che e’ "Demanufacture" dei Fear Factory (casualmente prodotto anch’esso da Colin Richardson...).
Ma cos’ha di speciale questo disco? Tanto, tantissimo. E’ uno dei migliori dischi di death metal mai uscito, una perfetta miscela di potenza, estremismo, melodia ed ovviamente di metal classico, di puro stampo maideniano. Non aspettatevi pero’ un sound come quello degli In Flames, (anch’essi di chiara ispirazione maideniana, ma che non riescono ad andare oltre al riproporre pari pari il sound della band inglese con ritmiche e vocals Death metal), perche’ in "heartwork" non c’e’ la fastidiosa imitazione di suoni "classici" che troppo spesso vediamo ultimamente, c’e’ solo un sound personale, originale e potente, capace di dimostrare una volta per tutte come alla fin fine la suddivisione in generi (troppo spesso a compartimenti stagni) sia solo una limitazione, un giochettino redditizio creato dalle case discografiche.
Difficile trovare un difetto in questo disco: il lavoro alle chitarre di Bill Steer e di Michael ammott (leader attualmente degli ottimi Death metaller Arch enemy, che continuano in qualche modo il discorso musicale dei carcass e leader anche della band di stoner "spiritual Beggars") e’ perfetto: tagliente, precisissimo, esaltante quando si rincorrono in assoli degni appunto dei Maiden.
Il drumming e’ devastante, ma preciso e tecnico e per una volta anche la voce growl (da sempre la croce del death metal, secondo me) del bassista/cantante/leader Jeff Walker e’ sopportabile e, perche’ no, abbastanza espressiva. Come ciliegina sulla torta c’e’ la produzione chirurgica di Colin Richardson, che da qui in poi avrebbe avuto una grandissima (e meritata) fortuna come produttore...basta vedere il numero di band che sono passate per le sue mani...(per citarne qualcuna i Fear Factory, gli Slipknot, i Machine Head...mica male, eh?).
"Heartwork" e’ un disco fondamentale perche’ ha tracciato ed ha dato nuova linfa ad un genere spesso votato alla sola potenza tellurica e terremotante, dimostrando come il death metal non debba essere una musica staccata da tutto il metal tradizionale, ma solo la sua naturale evoluzione.
Non resta che consigliare a tutti questo disco (e quando dico tutti, intendo non solo gli amanti delle sonorita’ estreme), tanto piu’ che la Earache recentemente l’ha ristampato in versione mid-price e non portarsi a casa un capolavoro ed una pietra miliare del metal alla modica cifra di 20/25 mila lire, sarebbe un delitto, se mi e’ permesso...
Rimane solo il rimpianto che la band si sia sciolta troppo presto, travolta da un ciclone chiamato Columbia/Sony che li aveva messi sotto contratto visto il successo ottenuto da questo disco, ma che alla fine li ha solo illusi. Davvero un peccato...

VOTO: 1/1
Alby
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INFO:
Anno: 1995
Etichetta: Earache / Self
Durata: 41.55 minuti
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