BLACK SABBATH - black sabbath
Settembre 1999
Vertigo / Castle Communication
"L'incubo dell'oscurita' si forma pienamente, la lunga notte nera ha inizio, ancora immobile, sulla sponda del lago una giovane ragazza aspetta, pensando di non essere vista, sorride debolmente ai lontani rintocchi della campana, e la pioggia continua a cadere".

Ecco come terminano le note di copertina stilate da un oscuro Anthony Iommi nell'artwork di un disco che vede la luce venerdi 13 Febbraio 1970.
Una band che viene da Birmingham, che fino ad allora calcava le assi di scalcinati pub suonando blues e che improvvisamente (?) viene colta dal riff portato da Iommi, dal riff che diverra' "Black Sabbath".
Il 13 Febbraio del 1970, qualcuno ha messo questo vinile sul proprio impianto e per la prima volta, tra gli scrosci di pioggia, ha sentito i rintocchi della campana a morto.
Un ottimo biglietto da visita, non c'e' che dire.
E pensiamo solo al terremoto generato in trenta centimetri di diametro di plastica, realizzato in tre giorni, dove per la prima volta in ordine temporale si potevano sentire dei cambi di tempo all'interno della stessa canzone, in un territorio come il blues che veniva completamente stravolto, cosi' come stravolto era il riff, cosi' come stravolto era tutto un genere musicale che si sarebbe poi imposto di li' a poco e che ancora oggi guarda dall'alto il panorama musicale.
"The wizard" e' la seconda traccia, dissonanze, armonica a bocca (tipico strumento blues) utilizzata per stranire le melodie gia' di per se' ubriache, cosi' come "Behind the wall of sleep", con il suo finale enigmatico a colpi di pelli di tamburo che lanciano nell'aria l'altra parte della sezione ritmica: Geezer Butler si presenta al pubblico con "N.I.B.", dove per la primissima volta al basso elettrico viene associato il wah wah, tanto per essere oltre che incontrollabili innovatori anche sperimentatori ante litteram (e in questo caso si puo' tranquillamente parlare di assolo di basso che fa da introduzione ad una canzone, come nella tradizione dei live acts).
"Evil woman" apre la "facciata b" e fu anche la canzone che venne designata come 45 giri anteprima dell'album, senza lasciarne presagire la potenza (a proposito, nella versione cd e' presente in coda anche il lato b di quel singolo, "Wicked World"), ma e' "Sleeping village" che scarica finalmente tutta la potenza genitrice di questi Black Sabbath, addirittura portando ad un suono maligno anche l'ukulele. Ah, per un ascolto distratto vi sembreranno due le chitarre, ma si tratta "solo" della sovrapposizione di due assoli.
Novita' assoluta in questi solchi e' senza alcun dubbio l'uso della musica che alterna i "pieni" e i "vuoti", caratteristica che e' inusuale all'epoca per il blues, che sta talmente al di fuori dei canoni del genere da essere considerata, infatti, una nuova strada da esplorare. "Warning" segue senza soluzione di continuita', come se i tre minuti appena trascorsi fossero solo una overture, ed ecco che negli oltre dieci minuti del pezzo, trova spazio anche un'improvvisazione fatta dalla chitarra, lasciata sola a reggere il muro di suono del gruppo.
Alla fine, un disco che ha generato qualcosa, che riascoltato ventinove anni dopo risulta essere quel manuale di riti coperto dalla polvere e ritrovato in un solaio abbandonato da tempo, oppure uno strano Necronomicon scritto su spartito.
L'importante e' aprirlo, scoprire che alla fine molto di cio' che oggi ascoltiamo ha le sue radici qui, in questo blues psichedelico maltrattato dalla malvagita' di un gruppo seminale, fondamentale, di un disco che non accusa assolutamente il tempo, che torna prepotente, in un altro venerdi tredici, ma questa volta e' di Agosto, e fuori e' molto caldo.
E allora perche' quei brividi sulla schiena?
"What is this that stands before me?"
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