BLACKMORE'S NIGHT - under a violet moon
Dicembre 1999
Richard Harold Blackmore, nato a Weston-Super-Mare (UK) il 14 aprile 1945. Professione: chitarrista. Precedenti: ha contribuito a rivoluzionare il mondo del rock nei Deep Purple, con capolavori come In Rock e Made In Japan, e in seguito ha portato avanti la sua idea di musica potente e barocca con i Rainbow e con gli stessi Deep Purple. Stato attuale: non mancando di stupire fan vecchi e nuovi, ha scelto di allontanarsi dai lidi del rock per mettere su un progetto che rispecchi la sua passione per la musica rinascimentale e medievale, giunto attualmente al secondo album.

Blackmore's Night atto due, appunto, e, pur non raggiungendo le vette di eccellenza assoluta dell'ottimo Shadow Of The Moon, bisogna dire che anche questo Under A Violet Moon e' un ottimo lavoro, che, fra l'altro, trova i suoi momenti di massimo splendore proprio nei punti in cui piu' si distanzia dal precedente. Ritchie offre dei passaggi veramente sublimi, mentre Candice e' sempre la stessa... o la si ama o la si odia! Personalmente ritengo che, pur non essendo dotata di grande tecnica vocale, la sua voce calda e suggestiva sia intensa ed ammaliante, e quindi perfetta per la musica dei Blackmore's Night.

Ma cominciamo dalle note negative. Innanzitutto la produzione... Se su Shadow il grande Pat Regan aveva fatto un lavoro perfetto, lo stesso non si puo' dire dei suoi successori Jeff Glixman e Roy McDonald : il suono e' piu' cupo e metallico, con la chitarra acustica che perde tantissimo in calore e dinamica sonora. Inoltre non sempre il mixaggio degli altri strumenti e' impeccabile, dato che spesso vanno a coprire Ritchie proprio in passaggi fondamentali. Insomma... Complessivamente non e' poi cosi' male, ma il tutto contribuisce a far perdere un po' l'atmosfera magica che si creava sul primo album.
Poi le canzoni: i pezzi stupendi non mancano, ma rispetto al precedente ce ne sono anche alcuni un po' piu' scontati e stucchevoli, e quindi la qualita' complessiva scema un po'. Ma andiamo nel dettaglio: se nel primo disco i momenti migliori venivano soprattutto dai pezzi d'atmosfera (come Spirit Of The Sea, No Second Chance ed Ocean Gipsy), qui ad emergere al primo ascolto sono soprattutto le song piu' veloci, con le stupende danze gitane di Morning Star e Spanish Nights a mettere piu' di un brivido. Decisamente notevoli anche l'opener Under A Violet Moon (che a me sembra quasi una sorta di Future World... all'incontrario!), la deliziosa Wind In The Willows (cantata da Candice in coppia con John Ford degli Strawbs, gruppo di pop sinfonico dei primi anni 70), e tutti gli strumentali. Assolutamente fantastiche poi l'epica Gone With The Wind (l'unico pezzo su cui Ritchie rispolvera la Stratocaster... basato fra l'altro sullo stesso riff tradizionale che ha ispirato The Final Countdown degli Europe), il rifacimento del pezzo dei Rainbow Self Portrait (Candice fa un po' rimpiangere Dio, ma l'arrangiamento acustico e' davvero da urlo!) e soprattutto la toccante Now And Then (primo pezzo scritto interamente da Candice, decisamente commovente nel testo e nella melodia).
Il resto e', tutto sommato, trascurabile... Ma direi che i pezzi citati sono davvero abbastanza per fare di questo Under A Violet Moon, un disco meritevole.
Certo... Se Blackmore alternasse un disco acustico ad uno elettrico forse saremmo tutti piu' contenti, ma se questa e' la musica che lui vuole suonare al momento... Beh, personalmente a me va benissimo lo stesso: in ogni caso la classe non e' acqua. E Blackmore l'ha dimostrato anche con questo album!

VOTO: 1/1
Purple74
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INFO:
Etichetta: Canyon
Anno: 1999
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