JESUS CHRIST SUPERSTAR
Settembre 1999
Cos'e'? Ok, accetto la domanda, perche' come c'e' chi non conosce i Deep Purple ci sara' chi non conosce Jesus Christ Superstar: e' un musical, forse IL musical, una pietra epocale nella storia della musica moderna. Epocale? Direi proprio di si'. A chiunque di noi sara' capitato di finire a casa alle 3 del pomeriggio e di trovare su qualcuna delle reti Rai quei tipici film anni '30-'40 o di poco piu' recenti (bianco e nero generalmente) con parti cantate, balletti, etc. Ok: molti di questi sono tratti da musical molto famosi (mi vengono in mente quelli di J.B.Shaw) di molti anni addietro e che spesso hanno avuto anche buon successo, anche cinematografico. Parliamo quindi di un fenomeno veramente di massa, in buona parte di impronta statunitense e che ha rappresentato talmente tanto nella storia della musica da aver coinvolto autori/compositori del calibro di George Gershwin e molti altri. Detto cio': va bene Gershwin, ma avete mai provato ad ascoltare le musiche di questi film/musical? Immagino che se sarete su questo sito un po' di rock/metal lo masticherete: avete mai sentito sonorita' che vadano oltre il jazz di inizio secolo come novita'? Beh, se vi e' capitato (a me mai) e' solo perche' qualcuno decise un giorno ('70s) di pubblicare/rappresentare un'opera, un musical, che riguardava l'ultima settimana di vita di un uomo particolarmente conosciuto vissuto 2000 anni prima...

L'uomo, il mito, la divinita'
Cosa spinge una persona, in particolare cosa spinse Andrew Lloyd Webber per le musiche e Tim Rice per le liriche, a scrivere un musical sulle ultime vicende di Cristo? Sinceramente non saprei dire, certamente non avete a che fare, fatemelo subito dire, con un'opera storica o religiosa o che ha, o puo' arrogare per se, valore diverso da quello artistico. Detto cio', si capisce che quel che viene narrato e' si' parte dei vangeli, ma l'atmosfera, le tematiche etc., sono trattate in modo molto "disinibito" e libero: subito salta all'occhio la necessita' di avere dei personaggi principali (Giuda, la Maddalena, Gesu') da indagare, da far cantare, che devono esprimere le loro angosce, le loro paure, le loro convinzioni, i loro sentimenti; e viceversa e' evidente la volonta' di voler andare oltre inserendo un po' di anni '70 (i legionari col mitra, Gesu' "freakettone" e figlio dei fiori, etc.) nei contenuti e nelle forme. Un problemaccio quindi, che pero' viene bellamente ignorato dagli autori trattando le vicende come fossero (coi limiti che si possono capire) quelle del Pigmalione e della bella ragazza di Shaw.

La musica
Esploso come musical nel 1971, JCS distrugge qualcunque tipo di muro tra teatro, musical, rock, orchestrazione (e, vedremo poi, film), esibendo una carica pari a quella di un gruppo moderno che facesse un concept album pazzesco e lo presentasse dal vivo. Alla voce, udite udite, Ian Gillan (Cristo) davanti a tutti, la famosa Yvonne Ellimann (Maria Maddalena) e molti altri cantanti davvero favolosi.
Risultato: scandalo, sconcerto, un gran casino di critiche, polemiche, ovazioni e una serie di spettacoli consecutivi che ancora oggi e' quasi ineguagliato come numero. Da Giuda che canta "Heaven on their minds", attraverso "What's the buzz?" e poi "Everything's alright" "This Jesus must die" "Hosanna" "I don't know how to love him", il devastante Cristo di "Gethsemane", fino alla crocifissione, il disco (introvabile ormai, forse un po' meno a Londra) della prima registrazione da' una idea del rock abbastanza orchestrato che fa da tappeto ad alcuni dei piu' bei brani mai scritti per voce, figuratevi con la voce dei Deep Purple!

Il film
A distanza di qualche anno ('74) nasce la possibilita' di fare una versione cinematografica di JCS, chi era nella possibilita' di farlo in generale cavalca la tigre, qualcuno come Gillan decide che preferisce fare altro, il risultato e' che, con un cast quasi completamente diverso, esce su vinile il JCS Soundtrack figurano la sempre bravissima Yvonne della prima uscita, Ted Neeley (Cristo), Carl Anderson (Giuda) e altri validissimi interpreti. Il risultato e' praticamente perfetto come arrangiamenti e orchestrazioni: li' dove la prima versione e' forse piu' rock e passionale, la nuova, nata a distanza di anni, prova ad essere piu' misurata, composta, di muscolare le moderne ritmiche chitarra-basso-batteria-tastiere a pezzi di archi e fiati piu' complessi ed articolati. Bellissimo anche questo, e anche il film, che permette di farsi una idea ancora piu' chiara di come vengano trattati gli argomenti, cioe' molto artistica e cinematografica piu' che seguendo necessariamente il dogma o i libri sacri.

Cosa rimane
Dopo 4 mesi di fila che non ascolto quasi altro, mi rimane ancora la voglia di risentirlo: una qualsiasi delle due versioni, possibilmente la prima, al massimo il film: Gillan e' imbattibile, soprattutto in "Gethsemane", mentre della seconda versione sono favolosi i brani cantati da Giuda. Devo dire che l'ascolto di concept come "Into the electric castle" di Ayreon (argomento della mia prossima recensione-fatica, prometto!) mi avevano gia' introdotto all'idea di un disco (un doppio, nel caso non si fosse capito, sia in vinile che in cd) tanto complesso, ma che puo' essere ascoltato sia distrattamente seguendo le melodie orecchiabili sia con molta attenzione ai contenuti ed ai testi.
Mi rimane certamente anche la sensazione, che ho provato a comunicarvi, di qualcosa che ha fatto la storia del mio (e vostro, forse) genere musicale preferito, come puo' averlo fatto "Smoke on the water", "Money", la barba di John Lord, la chitarra di Santana o i capelli di Jimi Hendrix.
E mi rimane la convinzione che dietro JCS ci sia stata la volonta' di rompere un tabu' e di portare un certo tipo di musica in uno spazio nuovo, a contatto con nuove persone.

Voti:
-Gillan version,'70:1/1
-Film version, '74: 1/1

Durata:
-Gillan version: 43:53 + 43:16; MCA records.
-Film version: leggermente piu' del precedente, qualche brano in piu'; MCA records.

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