Questo e' uno di quegli album che di solito si comprano a scatola chiusa dopo aver letto chi ci suona. Infatti fra i numerosi artisti presenti vi sono figure del calibro di R.J.Dio. Y.J.Malmsteen, Vince Neil, Ted Nugent, per non parlare poi di personaggi forse meno famosi (almeno oggi) ma di indiscussa validita' come Jeff Keith e Tommy Skeoch dei Tesla, o Mike Inez e Randy Castillo (per anni sezione ritmica di Ozzy).
Con un cast del genere le garanzie di qualita' sono enormi; pero' la mania dei tributi che da un paio d'anni ha preso il mondo del music biz ci ha abituato anche a flop incredibili, soprattutto la' dove le attese erano maggiori...
Accostarsi allora a SOSAD puo' sembrare a priori una cosa inutile, quando invece siamo davanti ad uno dei migliori dischi dell'anno! I pezzi coverizzati abbracciano quasi tutta la carriera degli 'Smith, e i classici dei classici ci sono tutti come ad esempio "Dream on", cantata da Dio con alla chitarra Malmsteen. Disgraziatamente il meno riuscito dell'album. Le pecche non potevano mancare e purtroppo a non fare centro sono proprio coloro dai quali ci si aspetterebbe di piu''; d'altra parte non si puo' pretendere di inserire una stratocaster la' dove non c'e' mai stata, per di piu'' con un bell'assolone iperveloce. Tutto il pathos del pezzo originale va' a farsi benedire e non basta una buona (perche' di piu'' non e') prestazione vocale per risollevarlo. L'altra frittata si chiama "Walk this way", piu'' per le manie da finto rapper di Fee Waybill che per il resto.
Ma ho detto che questo cd e' valido e non ho ancora spiegato perche': ebbene se si escludono le due sopracitate le nove cover rimaste risultano fresche, divertenti, e in alcuni casi anche meglio degli originali. E' il caso di "Rag Doll" dove Ted Nugent da' prova di aver capito tutto di Tyler e Perry e ci regala una cover frizzante in pieno american-style. E proprio gli americani dimostrano di essere piu'' che in forma e di avere una voglia matta di tornare prepotentemente sulle scene: Vince Neil canta "Chip away the stone" come non gli riusciva da dieci anni, Jeff Keith fa la stessa cosa con "Draw the line".
Il grunge e' finito e certe sonorita' stanno tornando alla ribalta e con esse tornano anche quei personaggi che hanno contribuito ad inventarle; Neil e' accompagnato da Blues Saraceno, e la canzone che ne esce, ragazzi, e' uno dei migliori esempi di glam che si possano fare. Keith e Skeoch invece danno prova (semmai ce ne fosse stato bisogno) che aver dimenticato i Tesla e' una colpa gravissima della generazione di questi anni novanta.
Altre tracce che meritano una citazione sono "Sweet emotion" e "Toys in the attic" che vengono proposte in modo magistrale e non perdono affatto se accostate agli originali.
Gli Aerosmith hanno dato molto alla storia del rock, influenzando decine e decine di gruppi. Oggi sono certamente piu'' famosi per la colonna sonora di "Armageddon" e per la bella figlia di Steven (Liv Tyler) che per questo, e allora "Same old song and dance" potrebbe essere un'ottima occasione per scoprirne un passato fatto di ottima musica, belle donne e droghe pesanti. Anche e soprattutto perche', non mi stanchero' mai di dirlo, l'album e' strepitoso. Se invece siete gia'' fan della band, allora vuol dire che avete gia'' comprato il cd e state leggendo questo solo per vedere come la penso.