Novembre 1999
ROYAL HUNT

Da una solenne collaborazione fra Silent Scream e Stargazer nasce questa intervista ai Royal Hunt, recatisi a Milano per un tour promozionale.
All'arrivo all'hotel Mediolanum trovo solo un assonnatissimo John West, stravaccato in tenuta di pelle sul divanetto della hall dell'albergo. Dopo pochissimi minuti arrivano Andre' Andersen, un colosso che supera tranquillamente i due metri, e Jacob Kjaer che se ne stara' silenziosissimo per quasi tutto il tempo. Le prime parole scambiate da John e Andre' sono da antologia: il cantante infatti aveva passato la sera precedente al Rolling Stones (discoteca rock di Milano), e quando il tastierista gli chiede come sia andata, la risposta di John, incredibilmente stupito e quasi sconvolto, e': "Incredibile... C'era musica tipo Smoke On The Water o HighWay Star... E questi ragazzini di 15/16 anni che BALLAVANO!"
Non male, eh? Beh... A questo punto inizia l'intervista, e mi devo scontrare inizialmente con una certa apatia da parte di West (comunque assolutamente cordiale), decisamente in stato quasi comatoso per il troppo sonno. Andersen e' invece abbastanza convinto e non manca di esprimere concetti che avra' gia' ripetuto un miliardo di volte senza mostrare mai segni di insofferenza o noia. Jacob invece... beh, forse e' abituato ad essere poco considerato, ma non interverra' quasi mai nel corso dell'intervista, se non con qualche cenno di assenso di tanto in tanto.

ROYAL HUNT


D: Allora, John... Com'e' la vita nei Royal Hunt?
W: La vita e' bella... Mi piace la Danimarca... Ci divertiamo.
D: Che sensazione si prova a rimpiazzare un cantante come D.C. Cooper? Pensi che i vecchi fan stiano reagendo bene? So che probabilmente avrete sentito domande come queste un milione di volte...
A: Due milioni! (RIDE!)
D: Eh eh, certamente! Allora, John?
W: Finora tutto e' andato davvero bene... Sono proprio sorpreso! Sai, pensavo che la fase di transizione sarebbe stata un po' piu' difficile... Ma comunque c'ero gia' passato quando avevo dovuto rimpiazzare Ray Gillen nei Badlands... un bel paio di scarpe da riempire!
D: Andre', e ora cosa vi aspettate dai fan?
A: Non dobbiamo aspettare ancora a lungo, a dire il vero, perche' finora le reazioni sono state tutte estremamente positive. Intendo, fondamentalmente non ci fregava granche' delle opinioni degli altri, sai... E' una cosa un po' pericolosa. Se cambi qualcuno nella band, specialmente il cantante, e la gente e' abituata a lui - e D.C. era molto amato... Allora se cominci a dar retta a quello che ti dicono, quella e' la volta che ti metti a cercare qualcuno che suona come lui, e gli assomiglia pure... Invece abbiamo semplicemente scelto un cantante che ci piaceva e se anche i fan lo apprezzeranno bene... Altrimenti sara' un flop.
D: Beh, una delle cose migliori che avete fatto e' stata di rimpiazzare D.C. con un cantante che avesse personalita', non un semplice clone.
A: Assolutamente! Ma abbiamo esperienza nel campo! Quando abbiamo cambiato il nostro primo cantante abbiamo scelto D.C., che era completamente diverso... Sai, c'e' molta gente che non vuole rischiare su questo, perche' sappiamo tutti come e' il music business, dove sali e scendi sempre in maniera estremamente veloce. Un tizio ci ha fatto una strana domanda, ha detto: "Ma non avreste potuto fare ancora un album con il vecchio cantante, uno solo?", e io ho risposto: "Si, probabilmente si... Ma non penso che la band esisterebbe piu'". Cosi' abbiamo scelto un altro cantante, uno che ci piacesse. E quindi, finche ci troveremo bene, questa e' la cosa piu' importante.
D: Okay... La domanda difficile e' andata, ora possiamo passare ad altro! Andre', hai chiamato il nuovo album "Fear", paura... Che cos'e' la paura per te?
A: Allora... La paura puo' essere molte cose, e tutti gli aspetti e le angolazioni di quello che e' la paura si riflettono in ogni singola canzone dell'album. Lo chiamiamo un "lyrical concept"... Sette canzoni separate, ma il tema dei testi e' lo stesso.
D: Ma non e' un vero e proprio concept album...
A: No, no... Non e', ad esempio, come Paradox... Li' c'era una storia unica, con un personaggio che andava in passati differenti e cose cosi'.
D: Ci sono delle somiglianze nelle canzoni "1.000 Miles AWay" (da Changing Skin) e "FolloW me", da Fear... Come se fosse lo stesso concetto visto da angoli diversi. Solo una coincidenza o una cosa voluta?
A: Beh, no... Non e' che io abbia provato a copiare quanto fatto da me in precedenza. Forse e' nella maniera in cui scrivi quel tipo di ballate, specialmente perche' entrambe sono basate sul piano... E quindi di conseguenza c'e' qualche probabile somiglianza automatica.
D: Su "Fear" hai fatto di nuovo un gran lavoro dal punto di vista delle parti neoclassiche... mostrando ancora una volta che fra le tue grandi esperienze ci sono mostri sacri come Jon Lord e Keith Emerson. Quali sono le altre tue grandi influenze?
A: A parte quei due... Beh, direi Rick Wakeman, di sicuro una grande influenza, e poi il Geoff DoWnes del primo periodo... era grande! Ce ne sono altri, ma principalmente sono questi. Poi, di tanto in tanto, senti dei nuovi album con grandi tastieristi, certamente... Ma non puoi piu' chiamarli influenze, perche' la vera ispirazione avviene nella prima parte della tua carriera... Sai, quando inizi cominci copiando qualcuno e poi, su quella base, cominci a sviluppare uno stile tuo personale.
D: E tu, John? Quali sono le tue grandi influenze come cantante?
W: Probabilmente i miei primi ricordi riguardano gente come Elvis e Tom Jones.
D: Come e' stato suonare con Malmsteen?
W: Musicalmente... buono.
D: Cioe'... Tu eri il cantante originale del nuovo album, prima di Mark Boals
W: Uno dei cantanti, probabilmente...
D: Ma che tipo e'?
W: Beh... Di sicuro c'e' chi ti puo' dire molto di piu'. Io sono stato li' per una settimana, se questo ti da un idea.
D: I Royal Hunt suonano metal melodico progressivo, con parecchie influenze neoclassiche.... John, la situazione in America per band come voi e' dura davvero e non e' per niente facile vendere dischi o fare concerti, con band come Marylin Manson, Limp Bizkit e Slipknot che hanno un gran successo e vendono molto piu' delle band melodiche. Quindi, john, per un cantante americano deve essere davvero strano essere in una band che vende i suoi dischi soprattutto in Giappone, Europa e Sud America. O no?
W: Io penso che sia tipico dei tempi... E comunque ci sono gia' passato, quindi e' tipico anche per la mia carriera. Penso che gran parte di cio' sia dovuto essenzialmente ai media, piu' che altro. I fan ci sono ancora e continuano ad apprezzare la musica... Solo che per loro e' troppo difficile riuscire ad averla... difficile vedere le band live. In effetti e' davvero difficile riuscire a fare dei tour li'. Sai, se non ci sono radio e televisioni musicali a promuovere le tue canzoni, e' veramente difficile riuscire a convincere un promoter a finanziarti i concerti. I fan sono quelli che soffrono, ma la colpa non e' loro. Loro ci sono. Quando riesci a suonare li', loro sbucano fuori. Si e' trattata di una decisione di business di qualcuno, quando nei primi anni '90 si e' cambiato il concetto di quella che sarebbe stata la musica "mainstream". Si e' trattata di una vera e propria presa di potere, una scalata. Quindi... Non ho nessuna intenzione di rinunciare all'America, perche' i fan ci sono ancora! Quindi per ora ci accontentiamo di essere "underground" e andiamo a suonare i grandi concerti in Sud America, Europa o Giappone. Ma non rinunceremo agli States.
D: Ieri avete suonato un concerto acustico, qui...
A & W (e per l'occasione anche Jacob) : Ehm... Cough cough (si guardano imbarazzati e nel panico)
D: ... o no!?!
(silenzio)
D: Come e' stato?
W: Direi che e' stato... interessante...
D: Non sembri molto... entusiasta.
W: Mettiamola cosi'... Le chitarre che avevano li' non funzionavano
J: Il suono faceva schifo...
W: E ci hanno sbattuto di fronte ad una band che doveva suonare quella notte... Tre giorni prima ci dicono che avremmo dovuto suonare in Italia, e poi ci sbattono su un palco a fare da apertura per una qualche band locale! (DISGUSTATO, ma non senza una punta di stupore).
D: Conoscete il nome della band?
W: Non ho idea di chi fossero... E loro non sapevano chi fossimo noi! Quindi si e' trattato di qualcosa del tipo: "Hey, perche' ci volete fregare il concerto?"... Ed era tutto molto strano... Il pubblico fondamentalmente era li' per loro.
D: E quindi non vi conoscevano proprio.
W: Si'... Cioe', molta gente ci conosceva perche' era venuta a sapere che avremmo suonato li'... Era un po' un miscuglio. Sai, meta' della gente aspettava la band che era venuta a vedere, e l'altra meta' era li' per noi... C'era tensione, capisci?
D: Ma gli altri che tipo di musica suonavano?
W: Beh... Suonavano dello... Skunky Rock (MOOOOOOLTO DISGUSTATO!)
D: Incredibile... proprio una cosa senza senso.
A: Gia'...
D: Pazzesco... Beh... Purtroppo e' come funzionano le cose qui in Italia.
A: No... Questa e' la maniera in cui le cose NON FUNZIONANO in Italy! (RIDE). Comunque... Abbiamo fatto le nostre canzoni e abbiamo suonato bene. Quindi e' davvero difficile dirti cosa ne ha ricavato il pubblico, alla fine, ma abbiamo fatto il nostro lavoro. Ormai e' un mese e mezzo che suoniamo lo stesso set, e questa era l'ultima data di questa prima parte del tour. Tour che e' iniziato il 23 di settembre...
D: Okay... Il tempo a nostra disposizione e' finito... Grazie di tutto, ragazzi!
Tutti: Grazie a te, ciao!

Purple74

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