Aprile 2000
LEFAY

Pur esistendo da oltre 12 anni, i Lefay (che sono una band nata dallo split dei Morgana Lefay, attualmente riformati), sono un nome abbastanza nuovo, almeno qui in Italia, che ha saputo raggiungere un certo successo (sebbene ancora abbastanza di culto) solo col precedente album (inciso per una importante label storica come la Noise) "The seventh seal". Ora, a pochissimi giorni dall’uscita del nuovissimo disco, "S.O.S." (O meglio "...---...") abbiamo incontrato Charles Rytkonen, cantante (e persona disponibilissima e gentilissima) della band per porgli qualche domanda sul nuovo disco, sul concept e sui loro progetti futuri.

StarGazer - Ovviamente, iniziamo parlando del nuovo album "S.O.S."...
Charles - Si’, certo, chiedimi qualunque cosa tu voglia sapere sull’album.
S. - Sei soddisfatto dell’album?
C. - Si’, molto, siamo molto...direi che siamo abbastanza orgogliosi dell’album, si’.
S. - L’album mi e’ piaciuto, molto potente, personale e con una ottima produzione. So che avete lavorato con Fredrik Nordstrom ed ho notato che e’ un nome parecchio ricorrente nelle produzioni di band svedesi (ha prodotto dischi di InFlames, Hammerfall, Dark Tranquillity, Sinergy ed Arch enemy tra gli altri - n.d. Alby). Come fa a produrre cosi’ tante bands ed a produrle con cosi’ tanta qualita’?
C. - Sinceramente non lo so...tra l’altro su "S.O.S." i produttori siamo stati noi, mentre Fredrik si e’ occupato del mixaggio. Non so perche’ abbia cosi’ tanto successo in Svezia come produttore. Noi lo abbiamo scelto perche’ abbiamo ascoltato alcuni dei suoi lavori ed abbiamo deciso di provare a registrare l’album con lui perche’ riesce ad ottenere un sound molto potente, diretto, d’impatto. Quando siamo andati da lui ci ha chiesto: "Allora, come volete che suoni il disco?" e noi gli abbiamo risposto: " Tu fai le tue cose e noi poi ti diciamo se devi cambiare qualcosa o se va bene cosi’, Tu ovviamente ne sai piu di noi di mixaggio e cose simili" . Cosi’ abbiamo iniziato le registrazioni, lui se ne stava nell’altra stanza a spingere bottoni e cose simili e poi abbiamo iniziato a discutere sui singoli aspetti, su come dovessero essere regolati i volumi in un certo punto e cosi’ via. Questo e’ piu’ o meno tutto quello che c’e’ da sapere sulla produzione dell’album e noi siamo davvero soddisfatti del risultato. Fredrik e’ stato davvero importante per raggiungere questo risultato.
S. - Come ti senti dopo tanti anni di duro lavoro ed addirittura uno split (qualche anno fa i Morgana Lefay ed i Lefay erano la stessa band - n.d. Alby), a raggiungere finalmente una certa popolarita’, ad essere conosciuti?
C. - Io sento che abbiamo ancora molti anni di lavoro davanti a noi per raggiungere quel successo che dovremmo avere; e’ come se stessimo salendo una scala e fossimo a meta’ di questa scala. Noi siamo gente semplice, suoniamo in una band metal, vogliamo divertirci, passare la giornata. Non pensiamo di avere raggiunto nessun tipo di vero successo attualmente. Forse ne avremo con questo album e se succedesse saremmo ovviamente felicissimi. Senno’ come al solito l’anno prossimo registreremo un altro album, faremo un altro tour e cosi’ via (ridacchia).
S. - Ok...L’album e’ basato su un concept. Chi ha avuto l’idea per questa storia, che e’ molto visionaria, onirica?
C. - Bene, e’ seduto proprio davanti a te, adesso! Quella mente malata... (Ridacchia di nuovo). Un giorno mi e’ venuta in mente questa strano pensiero fantastico di cosa accadrebbe se tu fossi in coma e avessi uno strano sogno nel quale rimarresti intrappolato e dal quale non ti potresti svegliare.
Saresti in parte cosciente di quello che sta accadendo, ma ti renderesti conto che devi svegliarti, ma che non puoi in nessun modo e tenteresti di trovare una via di fuga da quel sogno. Ho pensato a queste cose come se fosse un vero incubo, un racconto dell’orrore in pratica, pero’ piu’ psichedelico...nei sogni d’altronde puoi fare di tutto, puoi volare, in un momento sei in un posto, in un altro in uno diverso. Ho tentato di cogliere questo tipo di atmosfera e di metterlo nei testi dell’album. In piu’ c’e’ questo strano futuro dove l’umanita’ e’ sul punto di essere distrutta e l’ho unito alla storia raccontata. I sopravvissuti di quel futuro stanno mandando un segnale di S.O.S. sul quale e’ basata tutta la loro religione. Hai presente...i fedeli pregano "Ti prego signore, fa che arrivi quel segnale di S.O.S., Salvaci". (S.O.S. in inglese sono le iniziali della frase "Save our souls", salva la nostra anima -n.d.Alby) E quel segnale e’ captato dal protagonista della storia che e’ in coma.
S. - Nell’ultima canzone, "The Choice" il protagonista della storia deve scegliere tra due porte: una lo condurra’ alla salvezza, l’altra lo potrebbe bloccare sempre in quell’incubo. Alla fine non si capisce se abbia fatto la scelta giusta perche’ la storia finisce. Questo e’ un finale aperto, lasciato all’immaginazione degli ascoltatori o la storia avra’ un seguito sul prossimo album?
C. - Il finale dovrebbe essere interpretato da tutti gli ascoltatori. Tutto il concept, a partire dalla copertina dovrebbe essere interpretato. Ogni singola persona dovrebbe avere una sua personale opinione sulla storia.
Intendo: all’inizio dell’album ascolti il codice morse del segnale di S.O.S. ed alla fine lo senti di nuovo, sempre piu’ in lontananza. La prima canzone e’ ambientata nel futuro...ma allora quando e’ ambientata l’ultima canzone?
S. - Quindi potrebbe anche essere una specie di circolo vizioso?
C. - Si’, esatto. La storia potrebbe ripetersi ancora ed ancora all’infinito. O forse il protagonista viene dal futuro, o forse ancora viene dal presente, ma puo’ sentire il segnale perche’ e’ lui che ha creato cio’ che distruggera’ la terra...potrebbe essere tutto questo, chi puo’ saperlo, alla fine?
S. - Quindi ognuno puo’ pensare quello che vuole sulla storia?
C. - Si’, esattamente...ed ognuno puo’ trovare dei messaggi nascosti nel concept, cioe’...la storia parte da un mondo distrutto con l’umanita’ decimata: questo vuole anche dire che dovremmo avere cura del mondo in cui viviamo. Dovremmo preservare di piu’ la natura, dovremmo volerci piu’ bene a vicenda e cosi’ via.
Ma se vuoi trovare altri messaggi nel concept, ne puoi trovare molti altri, anche se prima di tutto e’ e rimane una storia.
S. - Cosa pensi delle esperienze "pre-mortem"? C’e’ molta gente che e’ stata in coma che racconta di un tunnel scuro con alla fine una luce...non ti sembra qualcosa di affascinante?
C. - Sinceramente non lo so, ma spero veramente che ci possa essere qualcos’altro dopo la morte e magari l’essere in coma ti puo’ fare avvicinare a quello che c’e’ dopo. Non so, forse l’aldila’ e’ un posto dove tutti i tuoi sogni divengono finalmente realta’, oppure potrebbe essere un posto orribile dove tutto e’ come nei tuoi incubi. (ridacchia). Gli incubi potrebbero essere una visione dell’inferno, come i bei sogni potrebbe essere una visione del paradiso, d’altronde chi puo’ saperlo?
S. - Quando iniziera’ il tour di supporto al disco?
C. - Non lo sappiamo. Non posso dire niente su eventuali tour o cose simili, e’ ancora un po’ troppo presto. Non abbiamo ancora un programma. Per adesso sappiamo che dobbiamo suonare in alcuni grandi festival estivi, come il "Bang your Head!" ed alcuni altri. Noi speriamo di iniziare qualcosa di simile ad un tour vero e proprio in autunno, un tour che possa toccare anche l’Italia, la Spagna, tutta l’Europa insomma.
S. - Preferite suonare nei grandi festival o nei locali?
C. - Non ho preferenze a dire la verita’. Quello che ci importa e’ suonare davanti a della gente che voglia semplicemente divertirsi e passare la serata con la nostra musica. Non importa che siano 50 persone o 500 milioni di persone a sentirci. Nei locali piccoli c’e’ comunque sempre una atmosfera davvero speciale, sei molto vicino a tutto il pubblico, ti senti come se stessi facendo una bella festa. Nei festival quando guardi la marea di gente che ti sta ascoltando hai l’impressione di qualcosa di gigantesco, di mastodontico. Entrambe le sensazioni sono comunque stupende.
S. - Quali sono le tue influenze piu’ importanti come cantante?
C. - (ci pensa su per un bel po’...) La vita, la morte ed un sacco di altre cose, e’ difficile dirle tutte. Anche una pizza mi influenza molto (ridacchia, ovviamente...)
S. - Voi siete svedesi, e dalla Svezia negli ultimi anni sono emerse parecchie band di qualita’ e di successo, come gli InFlames o i Dark tranquillity. Ma come’ veramente la scena metal in Svezia?
C. - Sicuramente sta crescendo molto ed ha raggiunto l’Europa. Ma secondo me la scena metal svedese e’ ancora molto underground. Pero’ la scorsa estate c’e’ stato un grosso festival metal in Sveziacosi’ le band svedesi hanno avuto l’opportunita’ di esibirsi di fronte a molti fan della musica pesante, ma e’ comunque molto difficile per una band svedese crescere, farsi conoscere e potere intraprendere una vero e proprio tour da headliner.
Comunque sia puo’ sicuramente migliorare...tutto puo’ migliorare, basta avere un punto di partenza.
S. - Ho letto la tua bio sul sito ufficiale della NOISE e nella lista dei tuoi dischi preferiti ho notato che c’e’ "The Warning" dei Queensryche , che sono una delle mie band preferite. Perche’ hai scelto un disco come "the Warning" e non, chesso’, "Operation: Mindcrime" o "empire"?
C. - Mah, le mie preferenze in fatto di dischi cambiano spesso, da giorno a giorno, dipende da come mi sento. Per esempio oggi in un’altra intervista ho detto che il mio preferito era "Operation: mindcrime"! Rimane comunque il fatto che "The Warning" rimane un album davvero bello dei ‘Ryche, penso sia il loro album piu’ onesto; ci sono queste grandiose e potenti melodie come nella title track (e si mette a canticchiarla n.d.Alby).
S. - Ti aspetti molto dalle vendite di questo album?
C. - Tendiamo a non avere delle aspettative...certamente speriamo che vada bene. Ma sinceramente io ho paura delle aspettative. Preferisco non aspettarmi nulla per non rimanere deluso e magari poi essere felicissimo se l’album andra’ bene.
S. - Questo e’ il primo album che vedo con un titolo in codice Morse! Come vi e’ venuta questa strana idea?
C. - Abbiamo pensato al titolo di questo album due anni fa. Sfortunatamente gli Stratovarius hanno inciso proprio l’anno scorso un singolo chiamato "S.O.S. , Save our souls". Non glielo abbiamo copiato, noi ci avevamo gia’ pensato prima in effetti. Comunque sia la giusta pronuncia del titolo di questo album non e’ S.O.S. ma dit-dit-dit-dat-dat-dat-dit-dit-dit (Ovvero tre suoni corti, tre lunghi, tre corti, cioe’ la parola SOS in codice Morse, che viene scritta "...---..." n.d.Alby). Sarebbe divertente se i fan parlando di questo album dicessero" Cosa ne pensi di questo dit-dit-dit-ecc.ecc... album? " "Oh, mi piace molto questo dit-dit ecc.ecc. album" (ridacchia).
Per questo ci e’ venuta questa strana idea...
S. - Come vi sentite a lavorare per una etichetta storica del metal come la Noise?
C. - Ci sentiamo davvero bene per essere finiti con una etichetta come la Noise, siamo molto soddisfatti del loro lavoro. E spero che continueranno in futuro a sostenerci cosi’ con tutta questa promozione, che la nostra cooperazione continui sempre cosi' e spero che loro siano soddisfatti di noi come noi lo siamo di loro.

E questo e’ tutto e dopo l’autografo di rito del cd, l’intervista e’ finita (anche perche’ Charles doveva andare negli studi di RockFM...).
Prima di chiudere, un grossissimo ringraziamento a Vanessa, che ha reso possibile questa intervista e ci ha dato l’opportunita’ di farla. Grazie ancora!

Alby

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