Erano mesi che attendevo l'occasione di sfruttare gli intenti divulgativi
di questa web-zine per parlare di uno dei miei gruppi preferiti, e
finalmente e' giunta anche questa possibilita'. Il problema ora e' farvi
capire cosa possano avere i WS piu' di tanti altri gruppi da pub di
provincia: vediamo cosa riesco a fare.
Sarebbe facile inventare storie su animi forgiati nel fuoco e nelle fiamme,
o parlare di chitarre e bassi fiammeggianti che nascono dalle viscere delle
Prealpi al suono di possenti timpani da guerra. In realta' i nostri tre
(Alberto "El Guapo" Bollati, bass; Corrado Ciceri alias C.C.Nail, drums; e
Graziano Demurtas "Il Conte", guitars) sono musicisti di buonissimo livello
(El Guapo lo ricordo con nostalgia negli UTEZ, gruppo rock demenziale
fantastico) che, messisi a suonare assieme qualcosa piu' di due anni fa,
hanno creato uno dei gruppi piu' seguiti della zona, personalmente, il
migliore che io abbia visto nell'ambito cover-rock.
Fulcro della carriera e del modo di suonare di tutti e tre e' certamente il
loro modo di pensare il rock, praticamente di professarlo, che ha poco a
che spartire con i gruppi da copertine e da hit di Mtv, e che invece e'
fatto di sudore, professionalita', convinzione in cio' che si fa e
grandissima voglia di divertirsi e divertire: smorfie, pose improponibili
di questi simpaticoni capelloni in pantaloni attillatissimi, tutto fa
scena, tutto fa rock. Tutto cio', unito a una tecnica come detto da sballo
permette loro di andare sempre oltre quello che avete potuto veder fare a
un qualunque gruppetto che fa cover in giro per il mondo. Livello di
coinvolgimento medio: totale!
E cosi', con un demo di 5 pezzi ormai in giro da un po', anche venerdi'
scorso i WS sono riusciti ad intrigarmi, divertirmi e farmi ascoltare la
mia musica preferita. Da Gary Moore, qualcosina di Vai, "I'm hot for
teacher" dei VanHalen, a Motorhead, Cream e vari smanettamenti blues rock
("Crossroads"), attraverso un accompagnamento+assolo di basso del Guapo,
subito e' stata chiara la situazione: gruppo in forma, che gioca in casa
davanti ad un gruppo che li adora e li conosce personalmente da anni. A
questo punto un must degli ultimi tempi: "Back in the USSR" in versione
country-rock con il Conte che alla fine conserva l'acustica, "caccia" gli
altri due dal palco e attacca "Stairway to heaven", "The show must go on"
(in altri casi "This is the world we created?"), "Angie", "Innnuendo" con
vicino un bel Volo del Calabrone (su una acustica, ma come fai?!?!?) e,
udite udite, "Child in Time" urlata a squarciagola da tutti per una delle
scene pił coinvolgenti della mia vita. Toccato l'apice, si prosegue verso
la fine del concerto con alcuni pezzi loro di buon rock vecchio stile.
Fine. Occhiata all'orologio: hanno suonato due ore!!!!! E come loro
abitudine negli ultimi tempi, richiamati dal pubblico sulle note di "Black
night", i Wine Spirit rientrano per chiudere proprio con i Deep Purple e
con la omonima "Wine Spirit". A questo punto il finimondo: durante (mi
pare) Black Night Conte e Guapo partono alla volta del bar, si spillano 2
pinte di birra (suonando con la sinistra) salgono sui tavoli continuando a
cantare col pubblico e a bere, il Conte improvvisa un assolo di slide
usando il bicchiere ancora pieno e poi, di tavolo in tavolo, di nuovo sul
palco, contenti come dei ragazzini. Tutti praticamente a ballare o in
headbanging. Una festa.