Quello che vi apprestate a leggere vuole essere un resoconto, preciso il
piu' possibile, di uno dei concerti piu' emozionanti della mia
vita. Sara' perche' vi erano due dei miei gruppi preferiti in assoluto,
sara' perche' le aspettative non sono state minimamente deluse, sara'
perche' ho anche scoperto un nuovo gruppo, sara' per tutto questo e molto
di piu' messo assieme, ma sappiate gia' fin da adesso che il mio
giudizio sara' completamente, inequivocabilmente e parzialmente
entusiasta.
Il primo gruppo salito sul palco verso le 20.30 di sera al Binario Zero
di Milano, in una fredda serata d'autunno, mi era completamente
sconosciuto. Ne avevo gia' sentito parlare (positivamente o
negativamente), ed ero curioso. I TRISTANIA, gruppo norvegese dalle
sonorita' non particolarmente originali e inneggianti a gruppi quali
Theatre Of Tragedy, Within Temptation e simili, hanno aperto le danze e
trascinato positivamente il pubblico in quella che e' stata la prima
fase del concerto. Il doppio cantato growl maschile e soprano femminile
mi ha sicuramente colpito, come anche l'indiscusso carisma della
cantante. Peccato solo che il suono non fosse all'altezza delle
composizioni, aggravate quindi da un muro sonoro di chitarre molto
pesante che ha influito tantissimo e fatto perdere molta oniricita'
all'effetto finale. Nonostante non conoscessi le canzoni, mi sono
ritrovato a seguire passo passo il susseguirsi dei vari pezzi che,
forse, peccavano un poco di ripetitivita' (ma ripeto, potrebbe essere
stata colpa del sonoro).
Non hanno suonato per molto, e dopo una pausa di circa un quarto
d'ora per permettere il cambio degli strumenti e' salita sul palco, tra
boati di pubblico, la banda dei Fratelli Cavanagh, gli ANATHEMA. Le
danze sono iniziate con la struggente "deep" presa dall'ultimo album, e
subito le emozioni si sono scatenate. Vincent e' un bravissimo cantante
con una voce ricca di pathos, che sicuramente non fa rimpiangere il
vecchio Darren White. Alle chitarre troviamo il secondo fratello,
Daniel, autore di splendidi pezzi e sicuramente in gran forma. Al basso
c'e' Dave Pybus, alla batteria il giovanissimo (ma non per questo meno
bravo) John Douglas e alle tastiere il vecchio menbro dei My Dying
Bride, che si e' trovato assai a suo agio tra le composizioni del gruppo
inglese.
I brani proposti hanno coperto quasi tutta la loro carriera, passando
dalla vecchia "sleepless" a "a dying wish", e poi ancora a "far away",
"fragile dreams", "feel", "one last goodbye" e "judgement". E' quasi
impossibile descrivere le sensazioni che riescono a creare questi
giovani ragazzi inglesi, che si sono ricordati dell'Italia per aver
registrato a Ventimiglia il loro ultimo album "Judgement" e per una
disavventura con alcuni poliziotti.
Il concerto si e' concluso con Vincent che, dopo aver preso la rincorsa,
si e' gettato ni mezzo al pubblico ed e' uscito di scena abbracciando
tutti e tra boati ancora maggiori del pubblico.
Credevo a questo punto che non si potesse fare di meglio, e sinceramente
temevo anche che i TIAMAT mi avrebbero deluso, ma non e' stata cosi'.
Un altro quarto d'ora per cambiare gli strumenti, e poi infine sale
sul palco lui, Johan Edlund, la vera anima dei Tiamat, con la sua
maglietta trasparente nera attillata che scopriva a malapena l'ombelico
accerchiato da un 666, un cappellaccio da cowboy calcato in testa, e una
catena legata al collo.
La prima canzone, con mia grande sorpresa e non minore gioia, e' stata
"the ar", presa dall'ancora insuperato "Wildhoney", seguita a ruota da
"everything that hurts". La prima impressione che salta subito in mente
e' che Johan, oramai, interpreta tutte le sue canzoni con la voce pulita
e profonda, e anche i vecchi cavalli di battaglia assumono una nuova e
piu' intrigante soluzione.
E' a questo punto che avviene la prima vera e propria sorpresa della
serata. Johan chiama sul palco la splendida cantante dei Tristania e,
insieme, cantano "brighter than the sun", stupenda, resa ancora migliore
dell'originale dalla divina voce della cantante, che sembrava divertirsi
un mondo. Poi si prosegue (senza l'apporto della bella singer,
purtroppo) con "cold seed", "visionaire" e si finisce con "the sleeping
beauty", dove stavolta sale sul palco il cantante dei Tristania per
rafforzare col cantato growl uno dei pezzi storici dei Tiamat. Si
prosegue poi quindi con "phantasma de luxe" e si arriva a "gaia", quando
sale sul palco Daniel Cavanagh come supporto chitarra ritmica all'inizio
e assolista pazzo alla fine. Ebbene si, l'assolo di questa canzone e'
durato qualcosa come dieci minuti buoni, durante i quali non c'e' stato
assolutamente alcun calo di tensione ne' da parte della band ne' da
parte dell'interesse del pubblico, tutto teso a inneggiare a Tiamat e
Anathema. Lo show e' quindi proseguito normalmente, fino a quando le
luci si sono spente e tutto sembrava finito. Ma non lo era.
Passano cinque minuti, e poi i Tiamat risalgono sul palco con al loro
fianco Vincent Cavanagh, e insieme si lanciano in una cover dei Sex
Pistols di cui, lo devo confessare, non ricordo il titolo. Poco per
volta salgono anche gli altri membri degli Anathema e alla fine vi erano
entrambi i gruppi che suonavano e si divertivano come dei vecchi
compagni di scuola.
Stavolta il concerto e' finalmente finito, e quindi inizia la seconda
parte della serata.
Mi lancio verso il botteghino interno e mi faccio dare un poster della
serata, e poi inizio a cercare Tiamat e Anathema alla caccia dei
soliti, classici autografi.
Incontro casualmente Daniel al bar che si beve una birra, scambiamo due
parole insieme ad altra gente, poi lui si defila al piano superiore del
locale. Mi informo da uno del locale e vengo a sapere che tutte e tre le
band sono al piano di sopra dove hanno prenotato una stanza per una
festa privata. Scopro inoltre con mia somma sorpresa e gioia che potremo
salire anche noi poveri mortali, e quindi mi armo di tutta la pazienza
di cui sono a disposizione e mi metto ad aspettare. Passano i minuti,
lunghissimi, ma dato che so che ne varra' la pena mi impongo di
resistere al sonno che arriva sempre piu' voracemente.
Dopo solo mezz'ora finalmente viene dato il via libera, ma siamo solo in
pochi che ce ne accorgiamo e che quindi riusciamo a salire al piano
superiore del Binario Zero ove e' in atto una festicciola privata con
tutti i membri dei Tiamat, Anathema e Tristania.
Qui scopro che questi ragazzi sono tutti molto alla mano, si fermano e
scherzano con noi, firmano autografi e poster, bevono con noi e,
soprattutto ballano a suon di musica. Dietro alla consolle trovo Vincent
e dopo una mezz'oretta i Tiamat e i Tristania si ritrovano a ballare a
torso nudo improvvisando uno spogliarello seguito a ruota da applausi
generali di tutti i presenti.
Raggiungo finalmente Vincent di persona, mi congratulo con lui della
bella serata e lui scherza, mi firma insieme al fratello un autografo
con dedica a Bazuzu (ebbene si, tutti possono sbagliare!) e si diverte
con un pennarellone rosso sul mio poster. Sono felice, che altro posso
aggiungere?
Una serata unica, irripetibile, che restera' per sempre impressa nel mio
cuore e nella mia anima.