BLACKMORE'S NIGHT - Pontoglio
Febbraio 2000
Ha colpito ancora!
Sto forse parlando di Blackmore? Della dolce Candice? Di uno scoppio ritardato del Millenium Bug? Di Lupin III?
No, parlo, dell'unico, inimitabile Parroco Rock, che dopo i Deep Purple quest'estate, e' riuscito a portare il loro fondatore ed ex chitarrista Ritchie Blackmore nel suo oratorio a suonare... e non e' tutto, visto che gia' a marzo arriveranno gli Yes!! A quando i Cradle of Filth? (Vabbe', non esageriamo!!! ;-)
Scherzi a parte, il concerto si teneva sul campo da basket coperto (ma purtroppo scarsamente riscaldato), con obbligo di assistere seduti al concerto. Pubblico pochino (saremo stati sulle mille persone), ma tutto sommato c'era da aspettarselo, visto che il Pontoglio non e' propriamente facile da raggiungere e che in contemporanea suonavano i grandissimi Queensryche a Milano.
Sicuramente piu' grave il fatto che il pubblico fosse un po' troppo freddino di fronte alla bravura di Blackmore, a parte le primissime file, occupate dal fan club...
Ma parliamo del concerto.
Blackmore e' stato davvero grande, decisamente all'altezza della sua grandissima fama. Un concerto preciso, emozionante, assolutamente valido, rovinato solo da qualche pirlone nel pubblico che urlava "Deep Purple", facendo incazzare non poco il chitarrista. Ottima e superiore alle mie attese la prestazione alla voce della bella Candice Night, cantante dotata di una bella voce, ma di tecnica non troppo esaltante, che pero' nella serata di Pontoglio se l'e' cavata decisamente bene, senza cali o troppe sbavature.
Il concerto (durato circa un'oretta e venti) ha visto il grande Ritchie presentare una selezione delle migliori canzoni dai due ottimi album prodotti con il nome Blackmore's Night (Per chi non lo sapesse sono album principalmente acustici dal sapore rinascimentale), tra cui spiccavano "Shadow of the moon", "Morning Star", "Spanish Nights" e soprattutto "Under a violet moon", capace di trascinare ed animare il freddo pubblico della serata con i suoi "Ehi" durante il chorus.
Fin qui un'ottimo concerto, nulla da dire... ma il meglio doveva ancora arrivare: nel bis Blackmore imbracciava la chitarra elettrica per la seconda volta (l'aveva gia' fatto durante le prime canzone quando ha suonato la grande "16th century greensleeves" dei Rainbow) e non ce n'era piu' per nessuno.
Dapprima la ottima "Writing on the wall", durante la quale tutte le prime file si alzavano in piedi sulle sedie, esaltati dalle note che uscivano da quella magica Fender e dalla magica mano di quello che e' un genio della chitarra, uno dei migliori chitarristi rock di tutti i tempi.
E, come ultima canzone, addirittura "Black Night", una delle canzoni piu' famose dei Deep Purple, suonata in maniera assolutamente eccezionale, e chi se ne importa se Candice non ha esattamente la voce piu' adatta per cantare una canzone simile...
Comunque sia, un concerto per il quale e' valsa la pena di farsi tanti chilometri in macchina e spendere le 30 mila lire dell'entrata, decisamente un'ora e venti memorabili.
Ma, prima di finire e' spontanea una considerazione.
Con questo suo progetto Blackmore ha sicuramente realizzato due ottimi dischi, intensi, emozionanti, fruibili anche da chi non e' un fan dell'hard rock; ma solo con 3 canzoni e' apparso chiarissimo come il Blackmore "elettrico" fosse un'altra cosa... un altro mondo in pratica.
Mi chiedo quando Ritchie smettera' di dare retta alla suocera e ritornera' a fare quello per cui e' nato, con tutto il rispetto per Candice, ovviamente!
Spero ardentemente che il prossimo concerto che vedro' con Blackmore sia con i riformati Rainbow!

[Prima di chiudere ringrazio Daniele "purple74" per la compagnia, il signor Blackman per il passaggio e per la compagnia ed un saluto speciale a Elena "Raksha" che ha avuto l'enorme sfiga di ammalarsi il giorno del concerto!]
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