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La musica che propone il combo americano e' davvero buona e si caratterizza per essere un felice connubio di heavy metal classico (si sente una forte influenza degli Iron Maiden) e thrash, con spruzzate leggere di power.
Quello che si nota subito delle canzoni e' il fatto che si reggono su una struttura portante prettamente ritmica. Infatti fulcro delle canzoni degli Iced Earth sono i riffoni creati dalla mente di Jon Schaffer, main composer della band, seguiti a ritmo serrato dalla batteria. Quasi tutte le song si caratterizzano per una struttura non certo facilmente assimilabile ad un primo impatto. Infatti gli arrangiamenti risultano molto ben fatti, ma piuttosto intricati. Devo dire che questo pero' e', almeno per me, il punto di forza della band. Canzoni composte da sette, otto, dieci riff diversi, a volte impreziositi da melodie che rendono il tutto piu' epico, o piu' cattivo, a seconda dell'atmosfera della canzone. Il disco si apre con la mitica "Iced Earth" (con la quale la band e' solita ancora oggi chiudere i concerti), a sfondo fantastico e con uno stacco, che vede Schaffer alla voce, davvero di forte impatto.
Si prosegue con "Written on the Walls", l'unica il cui testo e' stato scritto dal cantante Gene Adam, con una parte centrale evocativa e lenta, poi tocca alla metropolitana "Colors", che dal testo potrebbe ricordare il film I Guerrieri della Notte.
Tocca quindi a "Curse the Sky", canzone molto bella e piuttosto epica, anche se un po' sottovalutata, e quindi e' il momento della grande "Life and Death", che si caratterizza per una certa cattiveria, oltre che per il testo indubbiamente fantasy e per uno splendido e accattivante finale. Tocca quindi ai due strumentali "Solitude" e "The Funeral", quest'ultimo in particolare di notevole caratura, con un riff che entra in testa e non ne esce piu'. E' poi la volta del vero capolavoro del disco, la maestosa "When the Night Falls". I commenti per questa non bastano, bisogna per forza ascoltarla.
1992 - NIGHT OF THE STORMRIDER
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Questo e' senza dubbio il vero masterpiece della band. L'album da avere a tutti i costi. Si tratta di un concept horror - fantasy basato sulla storia di un uomo che viene scelto dalle oscure forze della natura per diventare il dominatore del mondo e portarlo alla distruzione. Gli Iced Earth assumono uno stile decisamente piu' personale, quello stile che diverra' un vero marchio di fabbrica che li rendera' riconoscibili negli anni a venire. Forti venature epiche marchiano a fuoco l'album, a partire dall'opener "Angels Holocaust", che comincia con un chiaro riferimento a "O Fortuna" di Carl Orff, e si vanno ad aggiungere ai tipici arrangiamenti fatti di riff intricati e melodie evocative. Notevole e' l'opera dell'ottimo Greely, che sfoggia una capacita' basilare per essere un cantante degli Iced Earth, ossia l'essere capace di raggiungere note alte, ma anche di saper usare all'occorrenza una tonalita' piu' cattiva, quasi growl.
L'album e' mixato in modo serratissimo, alla "Reign in Blood" per intenderci, e le prime tre canzoni risultano praticamente un tutt'uno. Oltre alla gia' citata "Angels Holocaust" abbiamo a ruota le velocissime "Stormrider", cantata interamente da Schaffer (che su tutti gli album, anche quelli futuri, si occupa di cantare parti particolarmente cattive o comunque dei cori) e "The Path I Choose", caratterizzate da dei veri riff spacca polso. Tocca quindi all'epicissima "Before the Vision", tanto breve quanto evocativa, con una splendida prova vocale di Greely. Ecco quindi che seguono "Mystical End", con uno stacco centrale cantato da Schaffer davvero terrificante e apocalittico e "Desert Rain", dal bellissimo arpeggio iniziale che rievoca in maniera eccellente la pioggia che cade. Tocca quindi alla canzone forse piu' violenta del disco, ossia la grandissima "Pure Evil", dal ritornello cantato a due voci, quindi e' tempo per riflettere sulle proprie colpe con "Reaching the End", anche questa corta ma molto epica. Siccome negli album degli Iced Earth il meglio si cela sempre alla fine, ecco il vero gioiello, ossia la magnifica "Travel in Stygian", nove minuti di pura maestosita' e cattiveria.
1995 - BURNT OFFERINGS
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Comunque, note biografiche a parte, com'e' questo nuovo disco?
Dire cattivo, e' dire poco. Burnt Offerings rispecchia tutta la rabbia che avevano dentro gli Iced in quel periodo e la spara diritta in faccia all'ascoltatore. Le canzoni sono tutte permeate da un'atmosfera oscura e a tratti pessimistica. Il disco si apre con la title track, che si connota per il testo particolarmente arrabbiato (sembra una specie di maledizione che gli Iced Earth lanciano contro i propri nemici, contro quelli che li hanno traditi) e per come e' cantato. Infatti le strofe sono cantate in maniera alternata da Schaffer e Barlow. E' la volta della pessimistica "Last December" che narra dell'impossibile amore di due giovani che vedono nel suicidio l'unica speranza di restare insieme, almeno dopo la morte. Tocca quindi alla bellissima "Diary", canzone molto potente in cui Barlow da' veramente prova di quello che e' capace di fare, narrando la storia di un vampiro innamorato.
Arriva quindi "Brainwashed", che comincia piano e prosegue come un fulmine. E' forse la prima canzone in cui gli Iced Earth affrontano un tema legato ai nostri giorni, lasciando per un attimo da parte il fantastico. A seguire troviamo "Burning Oasis" con dei cori davvero inquietanti, "Creator Failure", canzone abbastanza strana in cui il rosso cantante sfoggia degli acuti davvero eccezionali, e poi "The Pierced Spirit", canzone corta e lenta interpretata alla grande dal nuovo cantante. Come ho gia' detto, il meglio, negli album della band americana, sta in fondo. Gli Iced Earth sorprendono tutti con una canzone di sedici minuti che descrive l'Inferno di Dante girone per girone! Il titolo, ovviamente, e' "Dante's Inferno". Anche qui, sarebbe consigliato l'ascolto, perche' spiegarla a parole non renderebbe l'idea.
1996 - THE DARK SAGA
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Comunque, questo nuovo album e' un concept basato sul personaggio dei fumetti Spawn, creato da Todd McFarlane.
The Dark Saga e' decisamente un disco piu' facile e accessibile dei precedenti, le canzoni sono decisamente piu' lineari, ma non per questo e' meno affascinante, anzi contiene canzoni davvero belle con delle atmosfere un po' diverse dalle solite, ma adatte alla storia narrata. L'opera comincia con la title track che introduce la storia del concept. Ecco poi giungere la bellissima "I Died for You", power ballad decisamente toccante, la cattivissima e veloce "Violate", la canzone piu' dura dell'album con un riff d'apertura molto thrashy e in pieno Schaffer style spacca polso e "The Hunter", che puo' essere definita come controparte della precedente, meno veloce ma sicuramente di notevole impatto. Tocca quindi a "The Last Laugh" e "Depths of Hell", forse le meno particolari dell'album, anche se decisamente godibile. Ecco poi fare il suo ingresso "Vengeance is mine", maligna e dal refrain cantato a due voci in contro tempo. L'album si chiude con la trilogia intitolata "Suffering" composta da "Scarred", "Slave to the Dark", canzone che gli Iced sentono molto, e con la conclusiva, stupenda "A Question of Heaven", come al solito, il finale da' il meglio.
1997 - DAYS OF PURGATORY
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"Written on the Walls" diventa invece "Cast in Stone", il testo viene riscritto da Barlow e devo dire che guadagna parecchi punti.
1998 - SOMETHING WICKED THIS WAY COMES
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Direi che gli Iced Earth riescono nella non facile impresa di non cominciare a riciclarsi, proponendo dell'ottima materiale. In effetti devo dire che questo "Something Wicked" e' davvero un bellissimo album, forse superiore al precedente, non solo per l'ottima produzione, ma proprio perche' non ha cali, come forse li poteva avere al centro "The Dark Saga". Gli arrangiamenti sono pero' piu' lineari di quelli dei vecchi tempi, anche se le canzoni restano comunque basate sui riff e sulle ritmiche. Forse l'unica vera canzone che rispecchia il complicato intrecciarsi di riff diversi e cambi di tempo al suo interno e' proprio la gia' citata "The Coming Curse", che per la sua struttura ci riporta indietro ai tempi di "Night of the Stormrider".
1999 - ALIVE IN ATHENS
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Un mio consiglio e' di non lasciarsi sfuggire questo live, visto anche il prezzo piuttosto basso in rapporto al materiale che vi viene offerto. Se dovete scegliere tra "Days of Purgatory" e questo triplo live, scegliete questo.
Tanto per concludere la discografia vorrei solo segnalare la cover di "The Ripper" dei Judas Priest apparsa sul volume due del tributo alla band britannica o reperibile nel digipack di "The Dark Saga".
