FEAR FACTORY
Aprile 2000
Per cominciare a parlare di una delle band piu' influenti ed innovative degli anni '90 bisogna pensare al territorio dalla quale proviene, dove vivono i membri della band e che aria respirano; solo cosi' potremo capire che cosa si cela dietro ad un nome enigmatico come Fear Factory, e solo se ci caliamo nei loro panni potremo capire come 2 immigrati messicani ed un ragazzo proveniente da Washington abbiano dato corpo alle loro paure e siano riusciti a dar vita ad un autentico film sulla societa' contemporanea e, forse, futura. Se dico Hollywwod non penserete certo a scontri fra band, immigrazione clandestina, tensioni ed emarginazione?
Invece e' proprio questa la terra dalla quale i FF provengono, Dino Cazares e Raymond Herrera ( rispettivamente chitarra e batteria ) fanno parte di due famiglie d'immigrati molto povere e, oltre a condividere questo, hanno in comune una grande passione per la musica estrema. Proprio questi due formano la band nella notte di Helloween del 1990 con un certo Burton C.Bell, un ragazzo di Washington che canta in uno dei tanti gruppi Grind Core dell'underground cittadino; la formazione e' presto completata quando ai tre si unisce un loro amico comune, tale Andrew Shives, nel ruolo di bassista. Ora la band e' pronta e si esibisce in ogni buco di Los Angeles e dintorni suonando un Death Metal dalle forti tinte Grind e, a sorpresa, intervallato da parti (all'epoca molto sporadiche) di voce pulita e calda sulle quali Burton lavora molto; e' cosi' che la band si crea un sound personale ed uno stile proprio, giocando sul contrasto non solo vocale, ma anche strumentale alternando palm mute e tempi vertiginosi ad altri piu' melodici e spaziali, facendo risaltare maggiormente proprio l'aggressivita' e la ferocia che non difetta certo a Dino Cazares e soci introducendo anche campionamenti e tastiere per condire il tutto e dare un sapore opprimente ed industriale.
La Band si esibisce per un anno prima di attirare l'attenzione di un certo Billy Gould, proprio l'allora bassista dei Faith No More rimane entusiasmato dall'energia che la band sprigiona on stage e dal coraggio artistico che intravede in loro. Con l'aiuto di Gould e il supporto di una interessata Roadrunner la band incide un demo la cui genesi e' affidata all'emergente produttore Colin Richardson; subito 2 canzoni della band vengono inserite nella Compilation 'L.A. Death Coalition', i brani prescelti sono Suffer Age e Crisis, due pezzi che si elevano notevolmente dal resto del platter per l'originalita' e i testi impegnati a denunciare la sofferenza, la sudditanza psicologica e la frustrazione che si prova a dover sottostare ad un sistema che schiaccia l'individuo; soprattutto la seconda delle due (Crisis) diverra' famosa per includere un pezzo proveniente dal film di Stnley Kubrick 'Full Metal Jacket'. La band risente anche dell'influenza di gruppi industrial quali Ministry, Skinny Puppy e Front Line Assembly e proprio con questi ultimi avvieranno una lunga e proficua collaborazione rubando loro il capofabbrica Rhis Fulber, uno che di sonorita' digitali e campionamenti ne sa una piu' del diavolo.
Cosi' si arriva al '92 e, mentre a LA scoppia la rivolta, i FF incidono il brutale 'Soul of a new Machine' con un budget molto basso ( e si sente ) ma con le idee chiare in testa: nessuna barriera e libera sperimentazione. La chitarra sembra una zanzara morente, la batteria e' impastata e il suono del basso sembra un cozzare di lamiera; eppure le qualita' della band sono evidenti, Herrera ha energia da vendere, il growl di Burton e' uno dei piu' espressivi e potenti che si siano sentiti e quando canta pulito lo sa fare senza cadere nel ridicolo, anzi, ottenendo buoni risultati inoltre gli inserti elettronici e campionati si inseriscono alla perfezione creando un'atmosfera sofferente e claustrofobica.
L'iniziale Martyr fa capire che i toni usati nel il disco sono tutt'altro che politically correct e il famoso chorus 'Suffer Bastard' diventa un vero inno alla band, ma non finisce qui; pezzi come 'Scumgrief', 'Big God/Raped Soul', 'Scapegoat' e "Self Immolation" cambiano il modo di concepire il death/grind e al brutale oltranzismo dello forma originaria si aggiungono angoscianti atmosfere alienate e sofferenti dove campionamenti e samples che rendono molto vario il lavoro della band. Il disco vende benone cosi' che i FF s'imbarcano in un tour di 2 anni durante il quale suoneranno in ogni parte del globo e da spalla ad ogni band esistente, e sara' proprio l'esperienza live che temprera' l'industria della paura e le fara' compiere il salto di qualita'. Durante questo interminabile tour i FF avranno il tempo di portare a compimento un esperimento molto coraggioso, ovvero remixare i pezzi piu' significativi del primo platter (Martyr, Scapegoat, Scumgrief e Self Immolation) e proporli in chiave techno in un EP di 25 minuti chiamato 'Fear is the Mindkiller', proprio questo esperimento portera' alla band diversi riconoscimenti e gli elogi di alcuni personaggi tra i quali Max Cavalera ( allora nei Sepultura ) e Al Jourgensen (Ministry).
Alla fine del tour di supporto a "Soul of a new Machine" i FF tornano in studio e sanno che devono dare una svolta, maturare e crearsi un proprio sound; cosi' con l'aiuto dell'onnipresente Rhis Fulber il gruppo partorisce un capolavoro assoluto: Demanufacture, ovvero il decisivo confronto la l'uomo, sempre piu' sorpassato, e la macchina, anima di una nuova societa' da lei dominata. Il disco e' una bomba, la produzione di Colin Richardson e' assolutamente incredibile, i suoni escono cosi' potenti, puliti e precisi che addirittura si pensa all'impiego della sola elettronica, ma non e' affatto cosi'; i testi acquistano maggior profondita' passando con disinvoltura dalle tematiche sociali a quelle religiose senza mai scadere nel ridicolo o nella bieca propaganda. Demanufacure e' costruito su colossali riff di chitarra tagliati, squadrati e compressi, la batteria ha un suono devastante con una doppia cassa che e' ormai leggenda cosi' come la voce di Burton, che cresce in irruenza ed espressivita' rendendo al meglio sia nei chorus puliti e melodici che nel pazzesco Growl di cui puo' far sfoggio.
La sperimentazione diventa una regola di questo platter, dove troviamo freddi e calcolati assalti frontali (la Title track e Hunter Killer), pezzi dall'intensa atmosfera industrial giocati su cambi di tempo e linee vocali (Zero Signal, Body Hammer e Flash Point), tutti pezzi fuori dall'ordinario basati su di un uso originalissimo della batteria dove Herrera utilizza con precisione mostruosa la doppia cassa e limita veramente all'essenziale l'uso delle braccia; spesso il suo drumming si basa su tempi stoppati e decisi negli stacchi dando un sound molto caratteristico ad ogni pezzo, soprattutto nel brano ( oggetto di un ottimo video ) ostracizzato da MTV (l'unico canale attraverso il quale si puo' promuovere la musica in America) cioe' 'Replica'. Grazie a Demanufacture il gruppo raggiunge lo status di Top Priority band per la Roadrunner e un tale Ozzy Osbourne ne approfitta per girare il mondo con essa nell'Ozzmosis Tour 96'; il tour di supporto al Madman e' trionfale e la data Milanese e' ancora ricordata come uno degli show piu' infuocati di sempre dove, nonostante un'acustica ignobile, Dino e soci hanno demolito l'audience in soli 40 minuti sparando un pezzo di fila all'altro con la grazia di un carrarmato. E indovinate quale sara' la band dominatrice del Dynamo 95? Sempre loro, che con l'aiuto di Rhis Fulber anche in sede live annienta ogni concorrente a colpi di 'Self Bias Resistor' e 'Newbreed'.
I nostri staranno in tour quasi 3 anni (!!!) suonando in ogni parte del globo, in ogni festival e, quando arriva l'estate del '97, esce un nuovo album di remix, il contestatissimo 'Remanufacture', ovvero la versione (integrale) remixata del capolavoro precedente. All'esperimento prendono parte i Technohead, Junkie XL e al resto pensa lo stesso Fulber con l'aiuto di Dino Cazares. Se i fans furono entusiasti del geniale Demanufacture ora gli stessi accusano i FF (a torto) di essersi venduti alla musica "da supermercato" e essersi dati alla disco music.
Purtroppo sbagliano di grosso, perche' i FF non hanno fatto altro che estremizzare un lato, una componente della loro musica (l'elettronica) che se era presente per un 10% nel mirabolante Demanufacture ora lo e' per il 90% in questo, discreto, Remanufacture. Se un brano come 'New Breed' fu accolto come manna dal cielo (ricordo che il pezzo e' interamente costruito su una base Gabber) ora buoni pezzi come 'Burn', 'Natural Panel Beating' e 'Cloning Technology' vengono additati come Dance da balera.
Come rimediare a questo passo falso? Ovviamente partorendo un nuovo album che continui il discorso interrotto, cosi' nel Luglio '98 esce 'Obsolete' e, per me, e' una mezza delusione. Il disco si mostra notevolmente piu' melodico rispetto a Demanufacure, Burton non usa quasi piu' il growl 'urlato' a favore di uno 'parlato' ne' carne ne' pesce, Herrera pare abbia dimenticato d'esser stato contattato dagli Slayer per sostituire il fuggitivo Bostaph e suona in modo fiacco, utilizzando la doppia cassa in modo piu' sporadico e ripetitivo, i pezzi sono molto meno irruenti ed originali, anzi, piu' orecchiabili, diretti e la super produzione e' meno secca ma piu' rotonda e morbida.
C'e' persino un'incursione nel cosiddetto 'New Metal' di stampo Korniano con il brano 'Edgecrusher', altri due pezzi saranno accompagnati inutilmente da un'orchestra sinfonica (Resurrrection e Timelessness), altri saranno pallidi cloni dei FF che furono (la titletrack, Freedom or Fire, Smasher Devourer e Hi - Tech Hate) mentre altri pezzi saranno addirittura brani radiofonici (l'orribile Descent e la schifosissima cover di Gary Numan 'Cars'). La disfatta non e' totale perche' la band, per fortuna, e' pur sempre al di sopra della media ma il passo indietro e' evidente, anche a livello di vendite (aiuto!). Business, questa e' la parola chiave per capire la debacle, soldi, money, $$$ ... cmq, ci possiamo consolare con i loro show dal vivo, pirotecnici come sempre, un vero concentrato d'adrenalina. Il tour di Obsolete sara' ovunque sold - out e permettera' ai nostri di spalleggiare gli Slayer nel devastante 'Diabolous in Tour' americano e scendere 2 volte in Europa ed in Italia, a Crespellano (BO) e Milano. Attualmente i Fear Factory sono in studio e dovrebbero dare alla luce il successore di Obsolete a fine estate; il nuovo disco si preannuncia come un ritorno alle sonorita' di Demanufacture, ma io sono molto scettico visto l'incidenza del dio denaro nei loro affari.
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