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27 Novembre 2008
FIGLIO
E' un attimo.
Tutto inizia all'improvviso, come il bieco lampo di un fulmine che squarcia il nero sipario della notte. Tutto inizia senza preavviso, e mi ritrovo catapultato in un mondo a me ignoto, un mondo simile ad una raccolta di pagine bianche che spavaldamente mi fissano. Mi scrutano. Mi osservano come per cercare di cogliere ogni esitazione, ogni debolezza, ogni dubbio. Sento le mie insicurezze crescere, sempre di più, ad ogni respiro. La mia mano trema, sotto quegli occhi fissi e pallidi come il ghiaccio. La mia mano trema per la responsabilità di cui inizio a sentire il peso. E, allo stesso tempo, la mia mano freme per l'onore e l'orgoglio. E' un fremito di esaltazione e di gioia, un fremito di calore. Un fremito di bianca sicurezza, che poco per volta mi pervade e invade ogni singola cellula del mio essere.
E' tutta una questione di attimi.
Deridetemi, insultatemi, criticatemi, pensate di me quello che volete. Mio figlio sarà migliore di tanti di voi, ve lo posso assicurare. Non si piegherà al vostro volere.
Realismo comico, lasciami l'indirizzo: ti saluterò con un aggressivo arrivederci.
E' un attimo.
Il fiume continua a scorrere, lento e sinuoso nel suo eterno incedere. Le morbide curve che compaiono sulla superficie sono solo il piccolo frutto dei sassi che, levigati dal tempo, giacciono sotto i suoi umori, trasparenti come il flusso delle stagioni stesse. Il fiume continua a scorrere, e non si cura dei fiori che periodicamente lo salutano dalla riva, senza nemmeno accorgersi che in realtà non stanno salutando lo stesso fiume, non stanno salutando la stessa creatura. Un fiume è come il fumo che sboccia da un fuoco estivo, ogni sua parte è sempre diversa, ovunque differente, eppure eterna nella sua parvenza di eguaglianza. Un fiume è come un pensiero che noi crediamo di aver fissato nella nostra mente ma che in realtà continua a mutare, a crescere, sotto l'alluvione delle nostre esperienze di vita che non ci lasciano tregua. Che non hanno scialuppe di salvataggio. Che non rivedremo domani, quando la quiete sorgerà dopo la funesta odissea dei dubbi.
E' tutta una questione di attimi.
Invidiatemi, sputatemi, adoratemi, pensate di me quello che volete. Non sono in balia del fiume che pensate di arginare con le vostre dighe. Non vi spiegherò il mio volere.
Ottimismo karmico, lasciami l'indirizzo: ti dimenticherò prima ancora di rendermene conto.
E' un attimo.
La luce si alza, e apro gli occhi per guardare attorno. Sembra quasi un mare, l'erba attorno a me. Mi rendo conto che anche io sono un filo verde, in quello stesso prato, smosso dal vento. Mi rendo conto che il vento incanala tutti nella medesima direzione, senza nessuno che si ribelli, senza che nessuno pensi sia la direzione sbagliata. L'erba attorno è diventata oceano. Prendo la mia direzione, ostinata e contraria, e alzo lo sguardo. Voglio guardare il vento negli occhi, sputargli in faccia se necessario, ma ridendo. Voglio mostrare al vento, alla luce, al mondo intero tutta la mia forza, tutta la mia presenza. Non mi importa degli sguardi della gente, della banalità irridente, della presenza indifferente. Non mi importa.
E' tutta una questione di attimi.
Calpestatemi, strappatemi, laceratemi, pensate di me quello che volete. Non seguirò il corso del vento. Non mi piegherò al vostro volere.
Pessimismo cosmico, lasciami l'indirizzo: ti manderò una cartolina dal Me ne fotto.
Figlio, perdonami, perchè non sanno quello che hanno.
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