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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
28 Giugno 2007
LOMBROSO E ROSSO FUOCO @ ROCK ISLAND

Proseguono le mie serate in festival estivi fuori dalla Liguria, in provincia bergamasca per la precisione. Ieri sera sono finito alla prima serata del Rock Island, che si solge a Bottanuco dal 27 giugno al 1 luglio. Due i gruppi che sono saliti sul palco, immerso nel centro della cittadina padana e quindi facilmente raggiungibile dalle masse.

E' toccato ai LOMBROSO aprire le danze, un duo veramente affiatato e accattivante che ha subito iniziato a scaldare gli animi dei presenti. Voce, chitarra e campionamenti automatici da una parte, e batteria dall'altra. La voce era quella di Dario Ciffo, già violinista degli Afterhours, che con il presente progetto rivela tutta la sua passione per la musica e le sue innate doti compositive e melodiche. I brani non erano mai semplici, ma piuttosto complessi e dall'impatto immediato e accattivante, privi di spazi vuoti e mai confusi o noiosi. Ottima la presenza sul palco nonostante il numero veramente ridotto della line-up, come a dimostrare che per proporre qualcosa di buono non serve essere almeno in cinque ma sono sufficienti le idee e le conoscenze tecniche per poter rivelare la propria musica al pubblico. La voce in sè forse non mi è piaciuta più di tanto, ma questi sono gusti personali, perchè il gruppo mi ha veramente convinto. E sono rimasto deluso di non essere riuscito ad acquistare il loro CD a fine concerto.

Dopo di loro è salito sul palco Giorgio Canali con i suoi ROSSO FUOCO ed il loro rock'n'roll dalle sonorità piuttosto acide, che pur avendo un suo seguito sparso in mezzo al prato non è riuscito a trasmettermi tutto quell'entusiasmo che avevo provato in precedenza per i Lombroso. I testi mi sono sembrati un misto di semplicità e ricercatezza, come se si volesse cercare di essere originali ma senza riuscirci pienamente e quindi risultando troppo pretenziosi. Quello che invece il gruppo riusciva a comunicare pienamente era l'esperienza pluriennale, visto che comunque l'età media dei musicisti era nettamente sopra i 30. In conclusione, dopo solo un paio di brani mi sono ritrovato in mezzo alla noia perchè avevo la sensazione di aver già sentito da qualche parte la loro proposta, e quindi ho cercato di rivolgere i miei pensieri a tutt'altro.

Era la seconda volta che andavo ad una serata estiva in cui suonavano dei gruppi. E non ho potuto fare a meno di notare le somiglianze, e allo stesso tempo le diversità con i festival estivi che allietano le serate genovesi a cui ho già partecipato quest'anno. Anzitutto il palco. Enorme, in entrambe le due occasioni bergamasche. Ottimo service, con due mixer, uno lontano ed uno sul palco, e dei suoni decenti che uscivano fuori dalle casse. L'affluenza del pubblico stavolta era nettamente maggiore alla precedente, ma penso dipendesse dal fatto che il posto era in pieno centro cittadino e quindi facilmente raggiungibile anche a piedi. Poi, come già per il concerto della settimana scorsa, c'erano tendoni e stand culinari molto attrezzati che preparavno menu molto simili a quelli che da noi si possono gustare durante la Festa dell'Unità: non semplici panini e birre, quindi, tanto per capirci.
Ma la differenza fondamentale che mi ha colpito e fatto ragionare è stata un'altra: il numero dei gruppi per serata. Invece di avere 6 o 8 nomi a sera e far iniziare i concerti alle 18, anche ieri sera e nelle prossime serate si è preferito prendere 2 nomi soltanto, e farli suonare dalle 22 alle 24. E ogni tanto, compare qualche nome più o meno grosso anche al di fuori della provincia. Ci sono più festival in giro, quindi praticamente da qualche settimana fa, fino a fine agosto, ci saranno quasi sempre occasioni per sentire della musica dal vivo, ma mai tutta ammucchiata o in modalità che costringano la gente a sfiancarsi per poter seguire il tutto dall'inizio alla fine. Cosa può significare questo?
Non lo so, e non voglio tirare conclusioni sbagliate o anche solo affrettate. Ma evidenziare la differenza è d'uopo, perchè potrebbe spingere a migliorare certi aspetti organizzativi o, al contrario, convincerci che è meglio non cambiare certe formule. Ma con maggiore consapevolezza, chissà.

[Commento lasciato da Alex il 1 Luglio 2007, 01.32]
Mi fa piacere che stai toccando con mano la situazione dei festival a Bergamo perchè la dice lunga su quanto siano allucinanti le cose qui a Genova...
Purtroppo il problema è sempre lo stesso: "palanche".
Rock Island è un associazione non-profit come Metrodora (vabbè esiste da un po' di anni più di noi ma il concetto non cambia...) eppure riesce a mettere in piedi una roba a ingresso gratuito con mega-palco, service a doppio mixer, catering a livello festa dell'unità, ecc. (un giorno che ci vediamo di persona ti racconto i costi di queste cose, perchè anche noi ci facciamo fare ogni anno i nostri bravi preventivi, ma poi siamo sempre costretti a tornare coi piedi per terra...).
Come si spiega? Supponendo che non siano un branco di ricconi annoiati che buttano i soldi nei festival solo per hobby o che non si stampino le banconote di notte in cantina, la risposta può essere una sola: a Bergamo c'è chi finanzia manifestazioni musicali.
Che siano istituzioni, fondazioni, enti pubblici e/o privati poco importa, il fatto è che evidentemente laggiù, come pure in altre città italiane (e Genova NON è tra queste) espressioni come "cultura musicale", "politiche giovanili", ecc. non sono solo usate per riempirsi la bocca ma c'è chi ci crede veramente e capisce l'importanza che hanno per il tessuto sociale.
Poi sul fatto di far suonare 2 gruppi o 4 o 6 per sera, quella può essere più che altro una scelta tecnico/artistica perchè in realtà sia a livello costi che a livello impegno fisico non cambia molto: c'è comunque uno zoccolo duro per mettere in piedi la manifestazione confronto al quale l'impatto dei singoli concerti è trascurabile.
Certo che se la situazione economica al contorno è favorevole e di festival se ne fanno vari e numerosi, allora si può fare questo tipo di scelte molto liberamente. Qui siamo costretti a concentrare il massimo numero di cose nel pochissimo spazio/tempo che riusciamo a ritagliarci e alla fine, come dici tu, diventa uno stress anche per lo spettatore.

[Commento lasciato da Pazuzu il 1 Luglio 2007, 13.57]
In effetti, il problema "sacchi" è tutt'altro che indifferente. Ho giusto tra le mani il volantino della Summer Fest che si terrà a Suisio, e la cosa che più mi ha stupito sono gli sponsor. Non quali siano, ma QUANTI. Il numero è impressionante. Ne sono riportati 32. Trentadue, dico. Viene veramente da pensare...

[Commento lasciato da Alex il 2 Luglio 2007, 11.19]
32 eh? Cose da pazzi... qua per trovarne una decina (di cui qualcuno piu` che altro simbolico...) ci siamo stati mesi... tutte le leggende sulla tirchieria dei genovesi sono piu che mai reali... o forse dobbiamo ripensare un po' tutta quanta la strategia.
Paz, fammi una cortesia: dei volantini di festival ecc. che ti capita di trovare durante le tue trasferte, ne puoi tenere da parte una copia? Vorrei portare questa documentazione in qualche prossima riunione Metrodora per confrontarci su queste situazioni.
Grazie
AleX

[Commento lasciato da Pazuzu il 2 Luglio 2007, 15.52]
Non mancherò di farteli avere, tanto li tenevo anche solo per ricordo!

P.S. L'articolo è stato pubblicato anche su Genovatune... visto che di là passa molta più gente a cui potrebbe interessare la discussione, che ne diresti se copiassimo anche i commenti di là?

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