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25 Aprile 2007
TALLINN - GIORNO TRE
Siamo stati rifiutati. Ci siamo alzati presto con la speranza di arrivare alla frontiera bielorussia in tempo per non perdere troppo tempo, e siamo rimasti fregati. Purtroppo, serviva un timbro sul passaporto per poter oltrepassare con successo la frontiera. E quindi, dopo aver varcato il confine polacco, siamo stati fermati dalle valenti ma simpatiche guardie della Bielorussia e costretti a fare marcia indietro. Degno di nota l’incontro con due loschi figuri che hanno cercato di convincerci, inutilmente, a dar loro 100 euro per evitare una coda che non abbiamo nemmeno fatto perché i veicoli europei avevamo un instradamento privilegiato.
Affranti per l’impossibilità di attraversare Minsk, ci siamo quindi diretti a nord in direzione Lituania, che abbiamo raggiunto poco dopo pranzo grazie a delle strade polacche insolitamente perfette. Infatti, mentre ieri avevamo incontrato e attraversato manti stradali pessimi e in condizioni da terzo mondo, stamattina siamo riusciti a mantenere una media di viaggio discretamente alta. Abbiamo pranzato in un locale lungo la via, e abbiamo quindi abbandonato la Polonia.
La Lituania si è presentata come un enorme campo da golf. Prati sterminati e gibbosi, con strade lineari e pulitissime. Non abbiamo praticamente attraversato nessun centro abitato, e abbiamo puntato alla città di Riga in Lettonia, che abbiamo raggiunto verso le sei e mezza di sera, dopo circa trecento chilometri di Lituania decisamente indolori.
La città di Riga non è affatto male, anche se si vede che è europea. Bei palazzoni tutti decorosi, ed un centro storico che non è come quello di Genova (ci mancherebbe) ma degno di nota. Pieno di locali, soprattutto night club, con loschi individui che cercano di convincerti ad entrare millantandoti caratteristiche sopraffine del loro circolo rispetto ad altri. Abbiamo cenato in un ottimo ristorante locale consigliatoci dalla ragazza dell’albergo, e ci siamo fatti un giro in centro, rigorosamente a piedi. Dopo neanche tanto siamo tornati in albergo, dove sto scrivendo queste ultime righe prima di andare a dormire.
Domani, andremo alla volta di Tallinn, giusto per raggiungere la nostra meta iniziale. Poi, decideremo come tornare. Come e quando. E da dove. Insomma, siamo ancora più che indecisi sulle nostre prossime tappe. Ah, altra nota di colore. Da quando siamo in Lituania avremmo dovuto portare l’orologio avanti di un’ora. Ovviamente, ce ne siamo accorti casualmente ascoltando la radio ed abbiamo deciso di ignorare il fatto. Però mentre scrivo sono le 23 in Italia, ma mezzanotte passata in Lettonia. Vorrà ben dire qualcosa, no?
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