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16 Ottobre 2005
MANO
Trema, pallida mano dalle molte incertezze, per tutto quello che hai scritto e di cui nemmeno ti rendi conto. Trema, fragile mano dalle cinque dita che non riesce a contare fino a sei per paura di affrontare qualcosa che sia al di là della sua portata, che sia al di là del suo fragile tocco. Trema, tremula mano, per tutti i tuoi timori divini che non osi confessare nemmeno ad un foglio bianco che si para indifeso davanti ai tuoi attacchi di coscienza. Trema, piccola mano, di fronte all’immensità di tutte quelle parole che hai ascoltato nella tua vita e di fronte a tutti quegli eventi dei quali sei stata testimone passiva.
Oggi sei ancora qui, pallida fragile tremula e piccola mano, a scrivere parole che nemmeno condividi in pieno, che non sai da dove arrivano, che non conosci per nome, di cui non vuoi sapere il cammino, e che dimenticherai cinque minuti dopo aver donato loro la vita su di un foglio di carta. Hai un potere infinito, hai il dono dell’onnipotenza su qualcuno, e lasci che fluisca su di te senza nemmeno alzare lo sguardo, senza nemmeno ricordare a te stessa che senza di te niente di quello che sta comparendo esisterebbe. Sei un tiranno del verbo che soffre di modestia, sei una carogna della scrittura che pecca di indifferenza, sei un monarca della semantica che non conosce la parola responsabilità.
Ti ammiro, mano. Sei in grado di definire il perimetro di un pianto senza perderti nel calcolo dell’area della lacrima, sei capace di misurare le profondità di un sorriso senza conoscere l’altezza di un dente, sai calcolare a memoria le radici della gioia senza l’aiuto dello schema delle emozioni. Ti ammiro, mano. Vorrei essere come te e riuscire a non essere coinvolto da tutto quello che mi circonda, ma nello stesso istante in cui capisco questo io desiderio mi rendo conto che così facendo perderei il piacere di guardare una foglia che cade, una goccia che muore, un fiore che sorge.
Ti ammiro, mano, ma so che non devo essere come tu nemmeno vorresti, e questo perché se fossi come te allora tu diventeresti come me, e perderesti quello straordinario dono che possiedi. Non cambiare, mano, fallo per me. Continua a scrivere come tu sola sai, quello che vuoi. Io ti accompagnerò, ma di più non posso fare. Lo sai.
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