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5 Agosto 2005
SPLINDEPARÌ LIVE
Mi infrango dolcemente sugli scogli. Mi infrango e sorrido. Lascio che la risacca scompaia dolcemente, ed il sale si illuda ancora una volta di potersi sciogliere completamente. Tanto, domani sarà ancora lì, al suo posto. Domani sarà ancora una parte integrante di me, e allieterà tutti quei bagnanti sulle spiagge di Rapallo che si vedranno i nudi corpi ricoperti di alghe e sale fino all’arrivo sotto una doccia gelata. Ma adesso, fino allo spuntare di un nuovo sole, posso permettermi di osservare quello che succede oltre i miei confini, là dove non potrò mai arrivare, sulla terraferma.
Stasera, 27 luglio 2005, il comune di Rapallo in collaborazione con il locale Nota bene Live ha organizzato un concerto sulla passeggiata, ed io ho l’onore di avere un posto in prima fila. Ci sono anche gruppi di pescetti che sono venuti apposta dalla vicina Santa Margherita per assistere. E attorno alle 22, la musica inizia a diffondersi per l’aria e giunge fino a qui, fino a noi, dove inizia a danzare sul lieve ondeggiare delle acque marine.
Loro sono gli Splindeparì. Cinque ragazzi, ciascuno con il proprio strumento. Propongono, da quanto riesco a sentire, una sorta di rock melodico con spunti progressivi che mi ricordano immediatamente la Premiata Forneria Marconi. Il pubblico li accoglie calorosamente, acclama ogni loro canzone e si ritrova a ballare e cantare con loro quando propongono cover di artisti più famosi. De Andrè, Litfiba, U2, Bon Jovi, Blur, Camerini, Elio e le Storie Tese, Van Halen, Vasco, OMD, sono solo alcuni dei nomi che i pescetti mi urlano nelle orecchie non appena partono le rispettive canzoni. Che poi, se proprio devo essere sincero, mi sono sempre chiesto come facciano i pesci ad urlare, loro che non sanno nemmeno parlare e a cui puoi confidare tranquillamente i tuoi segreti più intimi, tanto hanno sempre l’acqua in bocca… ma questa è un’altra storia.
Gli Splindeparì propongono parecchie cover, tutte sotto la forma di medley in modo da essere legate l’una all’altra, al punto che non si sa mai dove comincino e dove vogliano arrivare. Ma è sui pezzi originali che mi emoziono maggiormente. Dicono di essersi ispirati alle atmosfere di poeti quali Baudelaire, e non posso dar loro torto: suoni tristi ma caldi, sonorità decadenti, fugaci impressioni di malessere si spartiscono il campo con improvvise esplosioni di curiosità artistica e sonora. Brani quali “Triade”, “Cristalli” e “Solo questo” sembrano proprio delle ballate concepite da musicisti che conoscono perfettamente il proprio strumento e sappiano esattamente quello che vogliono trasmettere. Emozioni arpeggiate e correttamente ritmate, con una voce calda che accompagna e mai sovrasta il percorso musicale di quegli strumenti che creano una vera oasi di suoni e parole. Cori che si alternano a melodiche linee di basso e arcani suoni di tastiera, fino a sollevare gli animi dei presenti ad un livello di ammirazione sempre più alto, sempre più intimo, sempre più vero. Continuano con “Amnesia” e “Stea”, fino ad arrivare a quella “Sotto mentite spoglie” che squarcia il velo più decadente della loro musica per offrire raggi di sole in questa calda serata estiva.
Dopo due ore piene di concerto, i pescetti mi salutano e si dirigono verso le loro onde natie. Io, rimasto qui, osservo le facce serene e felici di musicisti e pubblico, che si ringraziano a vicenda, si salutano, si danno appuntamento al prossimo concerto. Mi piacerebbe poter dire che ci sarò anche io. Mi piacerebbe ma, ahimè, ho anche io i miei limiti, e non posso andare al di là di questa spiaggia. Peccato. Vorrà dire che mi farò raccontare il prossimo concerto degli Splindeparì dai gabbiani, o da chi per loro. Saranno forse più loquaci dei pescetti, ma almeno mi terranno aggiornato sulle sorti di questo gran gruppo rivierasco.
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