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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
16 Aprile 2005
NICOTINA XIX - ALICE COOPER

LEZIONE 1: 1969/1970 - gli esordi
Lasciate pure stare i primi due album, quelli registrati sotto l'etichetta di Frank Zappa tanto per intenderci. Sono per i puri di stomaco.

LEZIONE 2: 1971 - love it to death
Se non vi fermate alle classiche "i'm eighteen" e "is it my body", potreste scovare "second coming" e "ballad of dwight fry". Queste due canzoni, che in realtà sono un pezzo solo, non compaiono praticamente mai in nessuna raccolta, mentre vengono quasi sempre presentate dal vivo. Sono le due canzoni in cui Alice sale sul palco con la camicia di forza. Stupenda l'intro della doppia canzone, in cui il bambino chiede alla madre "dov'è papà? tornerà mai a casa?".
E non è vero che, abbandonando l'etichetta di Frank Zappa, Alice Cooper smise di essere sperimentale. Ascoltatevi "black juju" e cambierete idea. 9 minuti abbondanti di canzone. Angosciante. Ma bella.

LEZIONE 3: 1971 - killer
Qui dentro ci sono le famose "dead babies" (la denuncia per i bambini abbandonati a casa da soli), "under my wheels" e "be my lover". Ma non solo.
C'è anche "desperado", dallo splendido inizio arpeggiato, e "halo of flies", il potenziale seguito di "black juju": la sperimentazione non è morta, e quelle note di basso... mio dio, quelle note di basso...

LEZIONE 4: 1972 - school's out
L'album contiene l'hit generazionale di Alice Cooper, ma non solo. Ascoltate "gutter cat vs. the jets", e vi troverete coinvolti in una versione cattiva di Grease. Ascoltate "my stars", e vi commuoverete a quel klaatu verata nikto pronunziato soffusamente alla fine. Ascoltate "alma mater", che niente ha a che fare con i portoghesi Moonspell, e vi sentirete un vecchietto nostalgico che ripensa ai giorni di scuola. Ascoltatelo tutto, questo disco, perchè non si ferma a quell'hit generazionale...

LEZIONE 5: 1973 - billion dollar babies
Troppe canzoni famose. Troppe per un gruppo: "elected", "hello hooray", "billion dollar babies", "no more mr. nice guy", "sick things" e "i love the dead". Impossibile descriverle tutte una per una. È il disco TOP dell'epoca in cui Alice Cooper era non solo un musicista, ma un gruppo. Da scoltare, e riascoltare, e ascoltare ancora.

LEZIONE 6: 1974 - muscle of love
Il declino. Dopo il botto, il gruppo entra in crisi. Canzoni fiacche, anche se qualche spunto interessante esiste anche qui. Interessante "man with the golden gun", brano proposto per 007, la accattivante "teenage lament '74", e la suggestiva "crazy little child". Quando Alice aveva ancora la voce. La sua voce particolare, ma niente cori sotto (o sopra, per coprire).

LEZIONE 7: 1975 - welcome to my nightmare
Appena uscito dai ranghi del gruppo, Alice Cooper ci regala il suo capolavoro. Impossibile scegliere tra una titletrack, una struggente "only women bleed", una epica "steven", o "black widow" in cui compare nientepopodimeno che Vincent Price (dieci anni prima che ci ripensasse Micheal Jackson in "thriller", notare...). Di questo disco è uscita anche una nuova versione rimasterizzata con brani extra. Cosa state ancora aspettando?

LEZIONE 8: 1976/1978 - la fine degli anni '70
Nel 1976 esce "goes to hell", non un brutto disco, ma un tentativo di ripetere IL capolavoro precedente. Chiariamo, "go to hell" è una bella canzone, "i never cry" è una ballata con tutte le note al punto giusto, "i'm always chasing rainbows" è sognante, peroò... manca qualcosa. Questo disco è una versione malaticcia del Mago di Oz.
Nel 1977 esce "lace and whiskey", con la canzone "road rats" dedicata ai groupies (che verrà ripresa nel film Roadie con MeatLoaf), la ballata "you and me" e l'antemica "king of the silver screen". Ma la canzone da ascoltare, in questo disco, è "my god", con cui si chiudono le danze: organo iniziale e...
Nel 1978 esce il primo live ufficiale "the alice cooper show", che ripropone in buona parte le canzoni di "welcome to my nightmare".
Nel 1978 esce anche "from the inside", uno dei dischi meno conosciuti, ma che meriterebbe il suo spazio. Dedicato agli ospedali psichiatrici, ogni canzone è ispirata ad un personaggio che vi vive dentro: pare che Alice abbia composto il disco nei suoi periodi di disintossicazione dall'alcool. Canzoni come "the quiet room", "millie and billie" e "jacknife johnny" lasciano il segno. E ancora una volta, la conclusiva "inmates" è da ascoltare assolutamente. We're all crazy...

LEZIONE 9: 1980/1983 - i primi anni '80
Nel 1980 esce "flush the fashion", l'inizio della crisi. Le canzoni cominciano a diventare banali, e a risentire troppo dello stile anni '80. Ok, in questo album ci sono "clones" e "pain", ma direi di non soffermarvi troppo...
Nel 1981 esce "special forces", e continua il discorso dell'album precedente: unica canzone che salvo, "skeletons in the closet".
Nel 1982 esce "zipper catches skin", e ci sono i sintomi di una ripresa, ma solo i sintomi. In questo disco c'è "i am the future" (colonna sonora di classe 1984), "zorro's ascent", e altre canzoncine. Quella che ascolterete qui, se vorrete, è solo l'ombra di Alice Cooper, tant'è vero che compare quasi irriconoscibile in una foto. Mah, fate voi. Meglio dei precedenti, ma decisamente l'esempio di un musicista in grossa crisi...
Nel 1983 esce "DaDa", la cui titletrack iniziale è un piccolo gioiellino di elettronica anni '80. Bella "i love america", e carina la lenta "former lee warner". Niente più. E per fortuna, con questo disco Alice decise di prendersi un periodo di riposo, per tornare a essere quello di una volta...

LEZIONE 10: 1986 - constrictor
Alice Cooper torna dalla sua pausa di riflessione durata 3 anni, e sembra riprendere possesso delle sue facoltà musicali. Canzoni come "give it up" e "life and death of the party" fanno ben sperare in un futuro migliore. Ma è con la conclusiva "he's back (the man behind the mask)" che gioca il suo asso nella manica: canzone che è anche colonna sonora di Venerdì 13 parte IV, è un piccolo capolavoro di horror-rock. Ascoltare, assolutamente. E vi ritroverete a canticchiarla anche in ascensore. A cena con i parenti. Sotto la doccia.

LEZIONE 11: 1987 - raise your fist and yell
Cattivo, così mi piace. Ascoltare "freedom", o "chop, chop, chop", o "roses on white lace" è come ricevere dei pugni nello stomaco. Chitarre che duettano soliste con la sua voce. E su tutto, quella "gail" che richiama alla mente la metà dei suoi anni '70, quando stava per finire il suo periodo d'oro. È un album semisconosciuto, ma fondamentale per capire la direzione del metal degli anni '80.

LEZIONE 12: 1989 - trash
Arriva il produttore Desmond Child, e sulla scia di Bon Jovi esce il suo album più commerciale e più ricordato. Non parlerò quindi qui di canzoni come "poison", "house of fire" o "bed of nails", ma vi consiglierò piuttosto "hell is living without you". Con questo disco Alice Cooper raggiunge le masse a cui finora era stato precluso, e scopre di avere ancora qualcosa da dire. Non sono solo canzonette d'amore, queste, se le ascoltate bene. In profondo. C'è molto di più.

LEZIONE 13: 1991 - hey stoopid
Album che segue la scia del precedente ma aggiungendo, a mio avviso, quel pizzico di grinta in più che lascia il segno. La titletrack, l'arrabbiata "feed my frankenstein", la triste "dangerous tonight", l'inquietante e groovy "wind-up toy", sono tutti veri gioielli. Ma è con la ballata "might as well be on mars" che il cuore di un fanciullo si spacca. Si frantuma, in mille pezzi. E su tutto la chitarra di Slash ad accompagnarvi nel vostro viaggio, ed ogni tanto Ozzy a fare i cori. Cosa volete chiedere di più?

LEZIONE 14: 1994/2002 - la trilogia
Nel 1994 inizia la trilogia del male nel mondo, di cui "the last temptation" è il primo capitolo. Il disco esce allegato alla pubblicazione di un fumetto della Marvel, che non posso che consigliare vivamente. Canzoni come "bad place alone", "lullaby", "it's me" e "cleansed by fire" lasciano il segno, e osservano il male dentro le persone.
Nel 2000, dopo sei anni di distacco, Alice Cooper si rende conto che è ora di continuare la sua trilogia, e che il male si è ormai diffuso nel mondo. Esce così "brutal planet", il suo disco più moderno, in cui sembra volersi prendere una rivincita sul discorso musicale di Marilyn Manson. Ci regala quindi canzoni come "pick up the bones" e "it's the little things", per far capire chi ci sia alle origini del metallo di un certo genere. Ma non dimentica la speranza, e con la ballata "take it like a woman" si auto-cita e riprende la sua stessa "only women bleed" del 1975, segnando il secondo capitolo della trilogia delle Donne.
Non si fa aspettare per l'atto finale, e nel 2002 esce "dragontown", e il discorso si chiude. Canzoni consigliate? Sicuramente "disgraceland", "it's much too late" e "somewhere in the jungle". Con "every woman has a name" si conlude la trilogia delle Donne, e con il disco la triogia del male. Alice Cooper è tornato. Finalmente.

LEZIONE 15: 2003 - the eyes of Alice Cooper
Se la trilogia del male è finita, il discorso non vale per quello che Alice ha ancora da dire. Con questo disco va quindi a riprendere le sue origini settantiane e le modernizza, regalandoci canzoni quali "novocaine", "between hight school & old school" e "love should never feel like this". I musicisti di cui si circonda sono giovani, ma dimostrano di avere ben presente quello che stanno suonando.

Conclusioni? Fate voi. È rimasto fuori qualcosa, da tutto quest'elenco? Beh, escludendo i singoli vari, i live e altre puttanate, qualcosa in effetti ancora c'è. Nel 1999, ad esempio, è uscito il cofanetto di 4 CD "the life and crimes of Alice Cooper", con parecchio materiale inedito. E nel 2004 Alice ha duettato con il rapper Xzibit nel CD "unity", colonna sonora delle olimpiadi di Atene. Non male, per un vecchietto del 1947 con più di 30 anni di musica alle spalle...
...ma adesso basta, che mi sono distratto abbastanza dalla nicotina, per questa volta!

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