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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
1 Agosto 2009
ZERO FESTIVAL

Slogan. I festival estivi sono piacevoli. I festival estivi sono belli. I festival estivi sono vari. Piacevoli perche' quando finiscono ti ritrovi con la voglia pazzesca che continuino ancora per almeno un giorno o due. Belli perche' sono belli. Vari perche' le location in cui si svolgono sono sempre differenti, e ciascuna ha il suo particolare fascino.
Questa volta e' il turno del Parco Tigullio di Lavagna, e dello Zero Festival organizzato dai ragazzi di Binario Zero. Ci siamo persi la prima serata [ok, era di giovedi', abbiamo le nostre motivazioni], ma stasera e domani saremo per voi sotto il palco, a commentare e raccontare minuto per minuto [piu' o meno, eh] tutto quello che succedera'.

VENERDI' 31 LUGLIO
Ore 20:15. La serata inizia con la chitarra acustica dei Threefingersguitar, accompagnata da una chitarra elettrica che regala spessore alla proposta sognante e intima. Le linee melodiche dei due strumenti si intrecciano sapientemente e su accenni di basi campionate. Atmosfere rilassate e che invogliano i presenti a consumare l'ottima cena [consigliamo i testaroli, chiedete a chiunque] mentre la musica prosegue e si respira ancora una pacatezza soffusa e accompagnata da un frinire di cicale ininterrotto.
Ore 20:54. Continuiamo con le sonorita' post-rock e trasognate dei June Miller, mentre la gente comincia ad arrivare e a lasciarsi coinvolgere dalle atmosfere oniriche del gruppo. Chitarre che tracciano linee spaziali che vanno ad unirsi nelle sfere dell'inconsistenza soffusa e vagamente palpabile, mentre la batteria cresce poco per volta e va a creare linee ritmiche ricercate e per niente banali. Canzoni dall'ampio respiro, con una voce sussurrata e struggente che sfuma via nell'impasto sonoro che sta abbracciando il parco.

Ore 21:50. En Roco: pop-rock melodico e cantautoriale, con testi armonici e sonoricamente appaganti. La gente inizia ad assieparsi sotto il palco, per ascoltare un gruppo che e' giallo. Giallo come la birra che continua a scivolare nelle gole dei presenti, giallo come le magliette dello Zero Festival, giallo come i volantini che stanno andando a ruba dal banchetto. Il giallo e' definitivamente il colore dell'estate, e quest'estate e' scaldata magnificamente dagli En Roco, che proseguono a presentare le loro orecchiabilissime canzoni, che sarebbero quasi proponibili per una kermesse a San Remo, ma piu' intimi e indipendenti nella loro proposta. Precise le canzoni, con linee di chitarra che non cedono nemmeno di un millimetro il passare dei secondi, mentre il giallo continua a regnare sovrano.

Ore 23:11. Cambi di tempo ansiogeni e irregolari presentano la proposta dei Three in One Gentleman Suite, un indie post-qualcosa che viene trascinato da parti di basso che sono impossibili da riassumere in sillabe che vengono oramai assogettate dal vento che soffia parco in questa serata di piena estate. La musica prosegue e si rincorre da sola, caparbia e incurante delle ombre notturne. Basso, basso, basso. Piu' basso per tutti [se poi fosse anche giallo, sarebbe il non plus ultra].Ritmiche sincopate e canzoni dalla struttura arcaicamente pentafonica, su una voce che decanta il malessere interiore ed esteriore. Note che si intrecciano abilmente [e sono giunte fin qui da Ferrara, per farlo] e sembrano non conoscere la parola fine. Una pausa ha intramezzato la loro esibizione, e mentre i presenti pensano a Burzum che pare essere uscito di galera, i Three In One Gentleman Suite continuano impreterriti nella loro martellante [e quasi fuori dal tempo] presentazione sonora.

SABATO 1 AGOSTO

Oggi raggiungiamo Parco Tigullio con un po' di anticipo, e assistiamo ai soundcheck dei vari gruppi, che si alternano tra il palco e la spiaggia poco distante. L'atmosfera e' rilassatissima e ci uniamo ai ragazzi di Binario Zero in questi momenti di pace prima dell'inizio dei concerti.

Ore 20:26. Il primo gruppo a presentare le proprie musiche sono i Rice On The Record, trio indie leggero e melodico, che accusa qualche sfocatura vocale, ma nel complesso risulta efficace come esordio so[n]noro di questa ultima serata del festival. Chitarra acustica ed effetti in sottofondo che tessono trame dai vaghi sapori dimenticati. E lenti.
Ore 21:20. Soffici note di tastiera creano sospiri di relax, ed e' il turno degli Antigone, gruppo capitanato da una voce femminile che ben si incastra nel loro rock con influenze cantautoriali. Un flauto traverso impreziosisce le canzoni che si susseguono pacate ma ricche negli arrangiamenti, nonostante qualche problema tecnico che opacizza un poco l'esibizione ovattando i suoni.
Ore 22:28. Urla graffianti e una sezione ritmica tiratissima: questo sono i Fine Before You Came di Milano. Il pubblico assiepato sotto il palco, in una piazza oramai piena, sembra apprezzare in pieno il sound elettrico che questi cinque ragazzi propongono. L'esperienza si vede, e lo show proposto concede poche pause di riposo tra una canzone e l'altra: le linee di basso riescono ad adagiarsi perfettamente sulle distorsioni che caratterizzano un sound pieno ma forse poco graffiante [lo screaming del cantante e' pressante ma i momenti migliori si respirano quando la voce diventa pulita e piu' riconoscibile].
Ore 23:15. Sonorita' sognanti ma incalzanti. Decisamente [ci mettiamo la firma] il gruppo migliore della serata, gli Aucan propongono un rock strumentale che non annoia ma regala atmosfere oniriche e che trasudagno sogni, grazie all'uso sapiente di synth. Le luci caduche della sera si sposano alla perfezione son le movenze grintose e abbaglianti di questi bresciani, che ipnotizzano i presenti dopo il gia' soddisfacente spettacolo dei Fine Before You Came. Ci sediamo [ma la voglia di alzarsi e muovere la testa e' forte, su queste composizioni cardiache e leggermente prog] e ci godiamo il concerto. Ne valeva assolutamente la pena.

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