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Giugno 2015
24 giugno 2015
PULSE, OVVERO: DI QUANDO VERONICA MARS SI TROVÒ DI FRONTE A SPETTRI GIAPPI
Il film è vecchio, ha quasi 10 anni. Ma vederlo nel 2015 per la prima volta è un vero e proprio colpo al cuore: e non perché l'orrore ti s'attanaglia al cuore, ma perché ci sono talmente tante ingenuità e buchi di sceneggiatura che viene proprio da mettersi le mani nei capelli [o comunque in testa, nel caso i capelli siano diventati spettri pure loro].
Partiamo dalla protagonista, Kristen Bell. Il suo ragazzo sparisce [cioè: non si fa sentire per tipo 3 giorni] e lei giustamente si preoccupa. Va a cercarlo a casa e lo trova. Trova anche un gatto miagolante semi-putrefatto in una dispensa, ma non se ne preoccupa più di tanto. Trova un frigo con i vermi che pasteggiano allegramente sui ripiani, ma non se ne preoccupa. Trova il fidanzato che ha la faccia con le vene mezze nere, ma non se ne preoccupa. Trova le finestre tutte cosparse di nastro da pacchi rosso, ma non se ne preoccupa. Poi il ragazzo si impicca in diretta, dicendole "aspettami qui in corridoio, non ti muovere eh" e lì, ecco, lì inizia finalmente a preoccuparsi. E grazie al cazzo, aggiungerei.
A questo punto, il film finalmente parte. Dove vada è un mistero, ma si comincia a parlare di spettri che ti mandano video sul computer e che si avviano se clicchi su di una scritta a tutto schermo. Figatissima, proprio. Compare il secondo protagonista [il fratello vampiro beccio di The Vampire Diaries, Damon] che afferma "il problema non è per quanto tempo tu possa guardare questi video, ma per quanto tempo loro guardino te". Un po' una parafrasi dell'Abisso che ti guarda, ti osserva, ti giudica, con la variante webcam. Ganzata.
Da qui in poi la pellicola inizia a gettare carne sul fuoco abbabbo, senza spiegare alcunché, e prosegue in un crescendo rossiniano di stronzate fino all'ultimo secondo: i fantasmi sono stati richiamati nel nostro mondo da nuove connessioni wireless; se uno spettro ti guarda fisso negli occhi ti passa la voglia di vivere, e o ti ammazzi o svanisci in una nuvola di polvere e cenere [così, sempre abbabbo] che lascia macchie spugnose sulle pareti; puoi tenere lontani gli spettri isolandoti con del nastro rosso [perché? boh, non si sa!]; il fidanzato morto stava lavorando ad un virus su chiavetta USB per [giuro!] ricacciare gli spettri nella loro dimensione; Veronica Mars e Damon riavviano un server abbabbo nella speranza di resettare gli spettri, ma ovviamente non funziona manco per il cazzo; i protagonisti si salvano perché i loro cellulari non hanno più campo, e fuggono verso l'orizzonte.
Ah, che figata. Sul serio: ce ne fossero di film così! Chissà se il film originale giapponese raggiungeva i medesimi picchi di eccellenza: quasi quasi lo vado a cercare...
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