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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
Luglio 2005

8 luglio 2005
FINESTRA

Sguardo rubato
ad una finestra lontana
di cui intravedo forme
e attimi di vita,
luce accesa e soffusa
movimenti da nascondere
e di cui andare orgogliosi,
momenti privati
d’intimità gelosa
che viene rubata
da occhi estranei
e curiosi.
Cosa accade
dietro di te, finestra?
Tu sola lo sai.
Tu sola, e chi nascondi.

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8 luglio 2005
ATTESA

Non esiste un’attesa uguale alla precedente. Non esiste un’attesa che possa essere ricondota ad un episodio già vissuto. Può capitare di aspettare cinque minuti per un semplice ritardo di un treno, come restare in pena per due giorni aspettando una telefonata che non arriverà mai.
Spesso ci illudiamo che il tempo venga in nostro soccorso quando ci distraiamo anche solo per cinque minuti, il tempo perfetto per assistere al suono di una foglia avvizzita che lentamente scivola al suolo. Spesso ci illudiamo che niente sia successo o ci possa succedere, mentre scorrono quei fatidici secondi che ci accompagnano benevoli per tutto il perdurare della nostra agonia.
Quale motivo ci spinge a credere che ogni attesa valga la pena di essere vissuta fino in fondo? Quale motivo ci esorta a non crollare psicologicamente quando tutto si fa vuoto e buio attorno a noi, e anche il semplice cantare degli usignoli svanisce con il tramontare delle illusioni?
La possibilità. La realtà. Le sicurezze. Le apparenze. L’amore. E su tutto questo, quella sensazione infantile che ci assicura che niente dura per sempre, e allo stesso tempo nulla si dissolve all’istante.
Siamo stati abbandonati alla nascita, in balia di noi stessi e delle malignità degli altri, che ci circondano e ci avvolgono come un caldo manto di spighe nell’azzurro svanire di un soffio smarrito. Siamo stati dimenticati da tutti coloro che riteniamo importanti e non ne siamo stati avvisati.
Stiamo aspettando una voce che non sentiremo mai, ma il cui suono è così profondamente radicato nel nostro udito che non vogliamo nemmeno prendere in considerazione la sua non-esistenza. Stiamo aspettando un dio che ci ha creato e subito rinnegato, un dio che ci ha voluto e subito dimenticato. Stiamo aspettando un tramonto per un giorno senza sole. Sto aspettando un sole in un giorno senza firmamento. Sto aspettando che venga il momento del mio futuro.
Sto aspettando te.

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6 luglio 2005
PENSIERI AL VENTO

Puoi osservare il cielo ed immaginare di averne imprigionato i colori nel tuo alambicco dell’incoscienza, fino a quando non svanirà anche la fragile luna dal firmamento della tua anima. Puoi pregare su tutto quanto vi è di più caro nella tua vita, al punto che se non conosci un’ipotesi di reato immaginaria non riuscirai mai a raggiungere quella consapevolezza di sé che hanno soltanto le sedie d’amianto in una squallida piazza popolata da anime in pena. Puoi rincorrere fino all’esaurimento tutte quelle emozioni e quei colori che tanto rappresentano di te, ma niente dicono di me e del cielo stellato che sta per comparire sopra i tuoi pensieri.
Buonanotte, anima dal nulla comparsa e nel niente svanita. Buonanotte, spirito guardiano del passato e testimone del futuro. Buonanotte, suoni che avete smesso di allietarmi la lingua e ora cercate la vostra giusta dimensione tra lo sguardo smarrito di un satiro ed il sorriso perduto di un bambino che cade dalle scale della vita. È a voi che porgo tutte le mie speranze per un passato migliore. È per voi che ho smesso di credere alle bugie di un monumento solitario eretto nel centro della mia vita, destinata a morire come tutte le speranze infrante e disilluse. Crescete rigogliose e mettete radici nel profondo dell’amore materno, perché non esiste lamento che non possa essere udito da qualcuno, un giorno, quando tutto sembrerà perduto e la morte regnerà sovrana su questo squallido terreno incolto e abbandonato a se stesso.
Ti amo, tramontare dello spirito, sei tu che mi manchi ogni giorno quando la lucidità svanisce o ricompare d’improvviso dopo ore d’affanni e giorni di noia. Ti amo, chiara illusione di un qualcosa di migliore che prima o poi illuminerà la mia sorte, finora dimostratasi beffarda nei confronti di tutti coloro che mi circondano le giornate, forse anche per colpa mia. Ti amo, e mi pento di tutto quello che sono e son stato, di tutto quello che sarò o sarei diventato. Ti amo, folle parola i cui significati non possono essere espressi con misere espressioni verbali o semplici segni su piccole pagine stordite. Ti amo fino alla nausea.
Ti amo, dolore.

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