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Gennaio 2005
26 gennaio 2005
GIORNATA DELL'ODIO
Felicità è un coniglio blu che non ti rivela il futuro,
è un coniglio rosa che ti indica il presente,
e un coniglio bianco che ti colora il passato.
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17 gennaio 2005
RICORDI
I liguri sono persone curiose. Le liguri, se possibile, ancora di più.
Le liguri sono persone chiuse, chiuse come i cassetti di antichi comodini che celano vecchie gioie e nuovi dolori. Le liguri sono persone silenziose, che parlano solo quando hanno qualcosa da dire, ed in genere è per lamentarsi. Le liguri sono persone ostinate, ostinate al punto che quando decidono che dovranno sedersi su di un autobus, non desisteranno nonostante il lamentoso vociare di anziane signore.
Le genovesi, in più, sono un concentrato denso e magico di tutta questa ligurietà. Chiuse, silenziose ed ostinate, aggiungono a queste caratteristiche spontanee un nuovo germe che riesce a contraddistinguerle e le caratterizza inequivocabilmente. Le genovesi sono parsimoniose al punto da sfiorare la tirchieria.
Quando le genovesi decidono di comprare qualcosa, iniziano subito a guardarsi intorno per fare un confronto di prezzi, e quando finalmente decidono quale sarà il negozio che avrà l’onore di vedere il colore dei propri soldi, subissano la malcapitata commessa con tutti i loro dubbi esistenziali, rendendola partecipe dei consigli di generazioni e generazioni di parenti che conoscono arcani segreti sull’articolo in questione. Capita talvolta che le genovesi che vogliono comprare un disco finiscano da Ricordi, subito dietro via XX Settembre. Entrano, e volgono lo sguardo incuriosito intorno, alla ricerca dell’oggetto dei loro desideri. Cercano tra gli scaffali. Provano ad orientarsi tra quei mille nomi di musicisti che neanche conoscono. Alla fine, quasi sul punto di arrendersi, ma non seriamente perché in fondo sono pur sempre ostinate, decidono di chiedere consiglio al commesso. Ed è allora che si imbattono in lui.
Magari non chiedetegli subito quale sia il primo disco di Paola e Chiara, perché vi risponderebbe fischiettando allegramente un motivetto dei System Of A Down. Un sorriso sempre disponibile dietro quella cassa che tutti i portafogli genovesi temono, metterà tutta la sua gentilezza e le sue conoscenze a vostra disposizione, facendo sparire anche quelle inutili certezze che vi provengono da generazioni e generazioni di parenti informatissimi. Il tipo di commesso giusto, al posto giusto, nel momento giusto. Se è vero che i negozi piccoli sono più attraenti per il rapporto che si riesce ad instaurare tra acquirente e venditore, Ricordi in questo caso è una spettacolare eccezione. Vedendo il suo sguardo e la passione che trasmette nello svolgere il proprio lavoro, resterete affascinate ed incuriosite. Stupefatte. Un po’ perplesse ed un po’ ammaliate. Da Paolo Conte ai Rammstein, vi saprà consigliare e diffidare, sempre con una professionalità e sicurezza che non è semplice trovare, al punto che quando abbandonerete il negozio vi sembrerà di conoscere un nuovo lato della musica, o della vita, fate voi, che prima vi era ignoto. Vi sentirete quasi meno chiuse in voi stesse.
E la genovese media, di ritorno a casa, scoprirà che il suo portafoglio è più vuoto di prima. Proverà a ripromettersi che questa volta, sul serio, è stata un’eccezione alla regola. Ma saprà con certezza che se, e quando, dovrà tornare ad acquistare un disco, prima di finire in un ambiente asettico come la FNAC o il Music Store, passerà da Ricordi anche solo per farsi consigliare da lui. Poi deciderà se ne varrà la pena, di abbandonare la parsimonia per l’ennesima volta. Ma la magia di Ricordi, ebbene si, l’avrà aiutata nella scelta.
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14 gennaio 2005
LUCI
Quante luci
tutte accese
intorno a me
intorno a noi
mentre la sera scorre via
e porta con sé
la luce del giorno finito
e di quello
che deve ancora cominciare.
Quante luci
sull’anima
di un bimbo perduto
che aspetta il domani
con tutte le sue forze
e le sue illusioni.
Quante luci
che non si spegneranno
mai.
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10 gennaio 2005
PAGINE VUOTE - NOTA BENE
Tutti l’avevano cercata, in passato. Tanti l’avevano usata, nel corso degli anni. Pochi avevano saputo volerle bene.
Condannata a non poter mai viaggiare da sola, la Nota era finita sugli spartiti più disparati, dalle più pregiate opere liriche alle peggiori e banali canzonette pop. In accordi maggiori e minori, di settima o diminuiti, non c’era musicista che non si fosse piegato a lei. Anche i Modena City Ramblers, ne "la legge giusta", avevano tessuto il tappeto dei ricordi di quanto successe a Genova nel 2001, grazie a lei. L’argomento era ostico, ma il risultato eccellente. E le era piaciuto.
La faceva sentire un fine, più che quel mezzo che tanti l’avevano sempre considerata. Una parte integrante della melodia della vita, e non un semplice segno nel pentagramma dell’esistenza. Questo, nota bene, era tutto quello che chiedeva. Niente altro.
Aveva visitato tante città, visto innumerevoli paesi e soggiornato su infinite pagine vuote di spartiti inconclusi, ma le era sempre piaciuto il clima artistico che era riuscita a respirare proprio a Genova. Da Gino Paoli a Fabrizio De Andrè, passando per il figlio Cristiano e finendo alla moltitudine di gruppi sconosciuti che sputano sangue per riuscire ad emergere e pubblicare finalmente la propria musica, la Nota adorava l’aria musicale che respirava in quella città soffocata sul mare dai propri monti, con i suoi vicoli ispiratori da una parte ed i forti settecenteschi dall’altra, e quella fatata lanterna che sorveglia il mare ammiccando benevola e curiosa alla sfera di Renzo Piano. E adorava ancora di più i locali dove veniva suonata dal vivo, nota bene, fosse presente o meno quel dialetto genovese che tanto la faceva sorridere. Una volta ricordava addirittura di essere stata utilizzata da Mina, nella cover di "ma se ghe pensu". Bello. Decisamente appagante. Praticamente magico. Adesso era sballottata con piacere da un Logo Loco vicino al centro commerciale della Fiumara ad un Milk nascosto e abbarbicato nei vicoli, da una tensostruttura affacciata sul mare ad un Senhor Do Bonfim sulla perenne e romantica passeggiata di Nervi. In tutti questi posti, la Nota viveva alla giornata in compagnia di accordi rock e dark, pop e metal, folk ed elettronici, e si sentiva finalmente venerata ed appagata, soddisfatta ed onorata di far parte di quella vita musicale.
Quello che ancora non sapeva è che da lì a poco, nota bene, sarebbe entrata a far parte di un altro, nuovo e magico, locale. Sarebbe rimasta affascinata ancora una volta dalla musica, dai giovani muri, dai semplici gestori, e dai gruppi che vi avrebbero suonato. Ma soprattutto, più di ogni altra cosa, sarebbe rimasta estasiata dal bancone. Il suo bancone.
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7 gennaio 2005
GOCCE
Le gocce cadono in gola
e scivolano giù
veloci, melliflue, sciolte
come una marcia di silhouettes
che sfilano incuranti del tempo
e del vento che scorre lontano
dalla coscienza.
Gocce di rugiada, gocce di noia
gocce di liquore, gocce di gioia
pacate come il nulla
che tutto avvolge
e porta con se
benevolo nella nebbia del mattino
fredda e costante
come una canzone dimenticata
ritornata alla mente
in una sera sperduta.
Le gocce cadono in gola
e svaniscono nei fumi di una giornata
passata tra volti amici
e bottiglie di giada.
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3 gennaio 2005
VA TUTTO BENE
Va tutto bene
dice il petalo al fiore
mentre cade al suolo ghiacciato
e si scioglie alle voluttà
di una serata da ricordare
e dimenticare.
Va tutto bene
dice la bimba alla madre
quando si spengono le luci
e tutto si fa buio
con le paure che sorgono
su di un domani incerto
ed insicuro.
Va tutto bene
dice il cuore di un malato
quando anche le cure
hanno smesso di pensare con lui
e tutto sembra incerto
come il futuro stesso.
Va tutto bene
dice un amico
ad un’anima irrequieta
che rincorre la serenità
che mai riuscirà a trovare
tra gocce di rugiada
e lacrime di quotidianità
quando anche il sole
ti ha voltato le spalle
e anche la luna
ti deride nel tuo incerto cammino.
Va tutto bene
e tu muoverai i tuoi incerti passi
con il destino
che sorride beffardo
dei tuoi errori e dei tuoi successi
dei tuoi dolori e dei luoi lamenti.
Va tutto bene
in questa sera dimenticata
che splenderà ancora domani
quando ti sveglierai col sole
che non tramonterà con te
e ti accompagnerà nel cammino
che non sai neanche tu
dove ti condurrà
ma che vivrai istante per istante
fino allo spegnersi
di quella stella lontana
che credevi ti guidasse di lassù
mentre sorrideva
e sorridevi tu ad essa
mentre camminavi.
Va tutto bene
cammina con cura
e ogni cosa troverà
finalmente
il suo posto
con te.
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