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Dicembre 1999
10 dicembre 1999
TIAMAT + ANATHEMA + TRISTANIA - MILANO (3/10/1999)
Quello che vi apprestate a leggere vuole essere un resoconto, preciso il più possibile, di uno dei concerti più emozionanti della mia vita. Sarà perché vi erano due dei miei gruppi preferiti in assoluto, sarà perché le aspettative non sono state minimamente deluse, sarà perché ho anche scoperto un nuovo gruppo, sarà per tutto questo e molto di più messo assieme, ma sappiate già fin da adesso che il mio giudizio sarà completamente, inequivocabilmente e parzialmente entusiasta.
Il primo gruppo salito sul palco verso le 20.30 di sera al Binario Zero di Milano, in una fredda serata d'autunno, mi era completamente sconosciuto. Ne avevo già sentito parlare (positivamente o negativamente), ed ero curioso. I TRISTANIA, gruppo norvegese dalle sonorità non particolarmente originali e inneggianti a gruppi quali Theatre Of Tragedy, Within Temptation e simili, hanno aperto le danze e trascinato positivamente il pubblico in quella che è stata la prima fase del concerto. Il doppio cantato growl maschile e soprano femminile mi ha sicuramente colpito, come anche l'indiscusso carisma della cantante. Peccato solo che il suono non fosse all'altezza delle composizioni, aggravate quindi da un muro sonoro di chitarre molto pesante che ha influito tantissimo e fatto perdere molta oniricità all'effetto finale. Nonostante non conoscessi le canzoni, mi sono ritrovato a seguire passo passo il susseguirsi dei vari pezzi che, forse, peccavano un poco di ripetitività (ma ripeto, potrebbe essere stata colpa del sonoro).
Non hanno suonato per molto, e dopo una pausa di circa un quarto d'ora per permettere il cambio degli strumenti è salita sul palco, tra boati di pubblico, la banda dei Fratelli Cavanagh, gli ANATHEMA. Le danze sono iniziate con la struggente "deep" presa dall'ultimo album, e subito le emozioni si sono scatenate. Vincent è un bravissimo cantante con una voce ricca di pathos, che sicuramente non fa rimpiangere il vecchio Darren White. Alle chitarre troviamo il secondo fratello, Daniel, autore di splendidi pezzi e sicuramente in gran forma. Al basso c'è Dave Pybus, alla batteria il giovanissimo (ma non per questo meno bravo) John Douglas e alle tastiere il vecchio membro dei My Dying Bride, che si è trovato assai a suo agio tra le composizioni del gruppo inglese.
I brani proposti hanno coperto quasi tutta la loro carriera, passando dalla vecchia "sleepless" a "a dying wish", e poi ancora a "far away", "fragile dreams", "feel", "one last goodbye" e "judgement". È quasi impossibile descrivere le sensazioni che riescono a creare questi giovani ragazzi inglesi, che si sono ricordati dell'Italia per aver registrato a Ventimiglia il loro ultimo album "Judgement" e per una disavventura con alcuni poliziotti.
Il concerto si è concluso con Vincent che, dopo aver preso la rincorsa, si è gettato in mezzo al pubblico ed è uscito di scena abbracciando tutti e tra boati ancora maggiori del pubblico.
Credevo a questo punto che non si potesse fare di meglio, e sinceramente temevo anche che i TIAMAT mi avrebbero deluso, ma non è stata così. Un altro quarto d'ora per cambiare gli strumenti, e poi infine sale sul palco lui, Johan Edlund, la vera anima dei Tiamat, con la sua maglietta trasparente nera attillata che scopriva a malapena l'ombelico accerchiato da un 666, un cappellaccio da cowboy calcato in testa, e una catena legata al collo.
La prima canzone, con mia grande sorpresa e non minore gioia, è stata "the ar", presa dall'ancora insuperato "Wildhoney", seguita a ruota da "everything that hurts". La prima impressione che salta subito in mente è che Johan, oramai, interpreta tutte le sue canzoni con la voce pulita e profonda, e anche i vecchi cavalli di battaglia assumono una nuova e più intrigante soluzione.
È a questo punto che avviene la prima vera e propria sorpresa della serata. Johan chiama sul palco la splendida cantante dei Tristania e, insieme, cantano "brighter than the sun", stupenda, resa ancora migliore dell'originale dalla divina voce della cantante, che sembrava divertirsi un mondo. Poi si prosegue (senza l'apporto della bella singer, purtroppo) con "cold seed", "visionaire" e si finisce con "the sleeping beauty", dove stavolta sale sul palco il cantante dei Tristania per rafforzare col cantato growl uno dei pezzi storici dei Tiamat. Si prosegue poi quindi con "phantasma de luxe" e si arriva a "gaia", quando sale sul palco Daniel Cavanagh come supporto chitarra ritmica all'inizio e assolista pazzo alla fine. Ebbene si, l'assolo di questa canzone è durato qualcosa come dieci minuti buoni, durante i quali non c'è stato assolutamente alcun calo di tensione nè da parte della band nè da parte dell'interesse del pubblico, tutto teso a inneggiare a Tiamat e Anathema. Lo show è quindi proseguito normalmente, fino a quando le luci si sono spente e tutto sembrava finito. Ma non lo era.
Passano cinque minuti, e poi i Tiamat risalgono sul palco con al loro fianco Vincent Cavanagh, e insieme si lanciano in una cover dei Sex Pistols di cui, lo devo confessare, non ricordo il titolo. Poco per volta salgono anche gli altri membri degli Anathema e alla fine vi erano entrambi i gruppi che suonavano e si divertivano come dei vecchi compagni di scuola.
Stavolta il concerto è finalmente finito, e quindi inizia la seconda parte della serata.
Mi lancio verso il botteghino interno e mi faccio dare un poster della serata, e poi inizio a cercare Tiamat e Anathema alla caccia dei soliti, classici autografi.
Incontro casualmente Daniel al bar che si beve una birra, scambiamo due parole insieme ad altra gente, poi lui si defila al piano superiore del locale. Mi informo da uno del locale e vengo a sapere che tutte e tre le band sono al piano di sopra dove hanno prenotato una stanza per una festa privata. Scopro inoltre con mia somma sorpresa e gioia che potremo salire anche noi poveri mortali, e quindi mi armo di tutta la pazienza di cui sono a disposizione e mi metto ad aspettare. Passano i minuti, lunghissimi, ma dato che so che ne varrà la pena mi impongo di resistere al sonno che arriva sempre più voracemente.
Dopo solo mezz'ora finalmente viene dato il via libera, ma siamo solo in pochi che ce ne accorgiamo e che quindi riusciamo a salire al piano superiore del Binario Zero ove è in atto una festicciola privata con tutti i membri dei Tiamat, Anathema e Tristania.
Qui scopro che questi ragazzi sono tutti molto alla mano, si fermano e scherzano con noi, firmano autografi e poster, bevono con noi e, soprattutto ballano a suon di musica. Dietro alla consolle trovo Vincent e dopo una mezz'oretta i Tiamat e i Tristania si ritrovano a ballare a torso nudo improvvisando uno spogliarello seguito a ruota da applausi generali di tutti i presenti.
Raggiungo finalmente Vincent di persona, mi congratulo con lui della bella serata e lui scherza, mi firma insieme al fratello un autografo con dedica a Bazuzu (ebbene si, tutti possono sbagliare!) e si diverte con un pennarellone rosso sul mio poster. Sono felice, che altro posso aggiungere?
Una serata unica, irripetibile, che resterà per sempre impressa nel mio cuore e nella mia anima.
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