VOIVOD - phobos (1997)
Maggio 2000
Allacciate le cinture che si parte. Per dove? E chi puo' dirlo! Quando si sale in carrozza con Away non si sa' mai quale sia la meta, non si puo' prevedere l'effetto sui vostri neuroni del trip e nemmeno si puo' immaginare come un disco supersonico, chiamato semplicemente 'Phobos', possa incidere sulla vostra capacita' di percepire i dischi a venire. Chiaro il concetto?
Chi addita il pezzo di plastica come una sorta di passaggio temporale avra' capito che, forse, chiamare l'intro del platter 'Catalepsy 1' e' molto azzeccato, oltre che beffardo. Perche' siamo di fronte ad una band che sulla scia del poderoso 'Negatron' (bel disco, ma non mi ha fatto impazzire ha voluto realmente abbattere ogni barriera, da quella dell'ascoltabilita' a quella della 'forma canzone'. E sara' un costante stato di catalessi ad accompagnarci in questo viaggio. Siamo di fronte a suoni allucinati: chitarre che spaziano dall'acida psichedelia a secchi riff di matrice thrash, i brani sono dilatati, graffianti e vi porteranno allo spasimo con quei sincopati sbalzi d'umore; fra campionamenti alieni e la maligna voce di Eric Forrest (che mi sembra un ideale via di mezzo fra l'ultimo Max Cavalera ed il miglior Lemmy) in questo masterpiece da 67 minuti c'e' spazio per ogni sorta d'allucinata sperimentazione, il disco si propaghera' nella stanza come un letale gas ad effetto lento ed inesorabile, perche' Phobos e' una convulsione messa in musica, un'autentico macello sonoro prolungato e degenerante. Se pezzi come 'Rise' e 'Mercury' sono una rilettura della psichedelia estrema (al cui confronto i Neurosis sono principianti) 'Bacteria' e 'M-Body' (in cui appare come ospite, anche dietro il microfno, Jason Newsted) sono mortiferi assalti alla vostra sopportazione, troverete che e' impossibile arrivare alla fine del platter senza dover qualche volta 'staccare' e tornare alla realta' perche' questo cd e' un macero. Vi spappola i neroni lentamnete, cresce all'interno del vostro stereo e non molla mai. La produzione e' volutamente piu' grezza e sporca rispetto al suo predecessore, perche' si accresca l'effetto 'colata di mettalo fuso' nelle vostre orecchie e in questo Piggy e' il solito dj, abilissimo nel mixare ogni tipo di suono e tessere trame distorte e stridenti dall'effeto quasi fastidioso, Away scandisce alla perfezione i lenti tempi mentre il lavoro di Eric e' ancora superlativo, tanto che riesce a dare una tale enfasi al suo growl ( ma dire growl forse e' sbagliato ) da lasciare senza fiato, la sua voce diventera' una maledizione per gli ascoltatori quasi come una costante minaccia urlata dal profondo dello spazio.
I 13 brani che compongono il lavoro non sono mai veloci, anzi, tanto che fanno tornare alla mente la stupefacente 'Astronomy Domine' (cover dei Pynk Floyd presente sullo storico 'Nothingface') per la loro andatura lenta e visionaria. Ho finito parole ed elogi per questo Phobos, ora sta' a voi comprarlo e salire in carrozza.

VOTO: 1/1
Raffaella
INFO:
Anno: 1997
Etichetta: Hypnotic Records
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