TRAN SIBERIAN ORCHESTRA - beethoven's last night
Giugno 2000
Non so se vi e' mai capitato di ascoltare qualche secondo di un cd da un vostro amico o nel negozio di dischi di fiducia ed innamorarvene all'istante...e' quello che e' capitato a me con questo secondo disco della Trans Siberian Orchestra, nome sotto il quale si nasconde Paul O'Neill, ovvero praticamente il settimo membro dei Savatage, dal momento che e' il loro produttore, ha scritto i concept alla base di "Streets", "Dead Winter dead" e "Wake of Magellan" ed e' anche co-scrittore di gran parte della musica del grandissimo gruppo proveniente dalla Florida, che ovviamente ha accompagnato Paul in questo progetto, suonandone gran parte della musica.
"Beethoven's last night" e' una vera e propria rock opera, con tanto di vari personaggi impersonati ognuno da un cantante diverso (da sottolineare che Jon Oliva impersona Mefistofele, il diavolo stesso...una scelta azzeccatissima, se mi e' permesso!) ed ovviamente e' un concept: Beethoven sta componendo la decima Sinfonia, quella che negli intenti dell'autore dovrebbe essere la piu' bella, la piu' riuscita. Ma nella notte lo visita lo spirito del Destino che gli predice che quella e' la sua ultima notte da vivo. A complicare le cose arriva Mefistofele, bramoso di avere la sublime musica del compositore tutta per se', che gli preannuncia di avere in mano la sua anima e gli propone un patto: salvare dalla dannazione un bambino in cambio della sua ultima opera, la decima sinfonia. La decisione per Beethoven e' difficile e mentre medita, aiutato dallo spirito del Destino ricorda il suo passato, il suo unico amore, il suo incontro con Mozart. E cosi' compiera' la sua scelta, che portera' ad un finale inaspettato.
Musicalmente questo disco e' validissimo ed ha chiaramente nel suo Dna la matrice del tipico suono dei Savatage, soprattutto nelle atmosfere malinconiche che permeano l'opera, simili agli episodi piu' sinfonici e toccanti di quel piccolo capolavoro che e' "Dead Winter Dead". Le 22 tracce che compongono l'opera si alternano tra canzoni vere e propri ed inserti strumentali, dove O'Neill ed i Savatage si divertono a rivisitare in chiave rock alcune delle piu' grandi arie della musica classica; assolutamente da infarto e' la "Ode alla gioia" ,una delle piu' belle melodie mai create dall'uomo che ha stregato molti musicisti rock, a partire da Ritchie Blackmore.
Ma aldila' della qualita' delle canzoni (sulla quale ci si poteva scommettere viste le persone coinvolte) a rendere questa opera un vero capolavoro sono le emozioni che il disco riesce a provocare, un fiume inarrestabile di emozioni che accompagnano l'ascoltatore dalla prima all'ultima traccia.
Alla fine non posso che consigliare questo album non solo ai fan dei Savatage (per loro e' praticamente un obbligo!;-), ma a tutti gli amanti della buona musica ed a chi da un disco non vuole solo sensazioni preconfezionate, ma vuole le emozioni, pure, incontaminate.
C'e' solo un problemino: la Atlantic, malauguratamente, come per il primo disco della TSO, non ha distribuito l'opera sul mercato europeo, percui e' davvero difficile trovarla a prezzi decenti (dicesi sotto le 40K) sul mercato italiano. Il mio consiglio e' di spulciare tra i vari mailorder su internet ed ordinarlo li'...ne vale la pena, credetemi.

VOTO: 1/1
Alby
INFO:
Anno: 2000
Etichetta: Lava/Atlantic Records
Durata: 73 minuti
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